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“Nihil sine sole” (Niente esiste senza il sole), recita la meridiana del Piccolo Hotel Luisa che con generosità ci era stato messo a disposizione per incontrarci per fare “qualcosa di importante” sulla nostra isola: provare a mettere le ali ad una Associazione di Volontari di Donatori di Sangue (AVIS) con sede a Ponza.
Il sole c’era, ma non si è visto nessuno.
Citando me stesso e uno dei miei personali aforismi: “Fare del male è difficile, ma fare del bene è molto più difficile”, ho atteso invano che qualche donatore di sangue volontario, iscritto o no all’AVIS, o qualche altro ponzese, venisse a trovarmi per cominciare insieme un cammino di civiltà, di partecipazione e di “orgoglio” isolano.
Forse aver scelto le 17.00 del 2 novembre non è stata una scelta felice, ma poteva essere la data giusta per avere più presenze (di “residenti” e “non residenti”).
Se magari avessi potuto organizzare un pranzo alla “Scogliera”, avrei potuto avere una maggior partecipazione, magari interessata almeno per mangiare. Solo che l’AVIS è una associazione di volontariato apartitica e aconfessionale e non porta voti a nessuno.
Qualcosa si era mosso (sull’isola, come da qualcuno mi è stato riferito) su Facebook nei giorni precedenti, ma rivolto più al “non fare” che al “fare”.
Il giorno dopo ho incontrato per strada Salvatore Migliaccio e Tommaso Tartaglione che mi hanno espresso il loro rammarico per l’insuccesso della mia iniziativa, suggerendomi la dizione “Un’altra occasione persa”, che riporto nel titolo.
Grazie ancora a Domenico Musco per la sua disponibilità e al suo fido Sumith, sempre gentile e sorridente.
Per opportuna conoscenza e per tranquillizzare alcuni animi inquieti, ci tengo a far sapere che al mio ritorno a Latina ho subito riportato indietro tutta la documentazione (che avevo preparato e portato con me) all’AVIS provinciale di Latina, comunicando la mancata realizzazione di quel mio piccolo sogno nel cassetto.
“Fai bene e scordalo; fai del male e statti attento” – è un detto ponzese, spesso citato da mia nonna Fortunata.
Il destino è stato benigno con me: non dovrò dimenticare nulla, né stare attento a chicchessia.
P.S. – Mi sono accorto dopo aver scritto che, per questo mio contributo, non ho usato il mio termine abituale “amato scoglio”, per indicare Ponza, ma “isola”. Forse perché è amata solo da me e poco da altri?
silverio lamonica1
14 Novembre 2017 at 13:16
‘U sangh’e retunno forse non si addice ad una iniziativa del genere …
Adriano Madonna
14 Novembre 2017 at 17:14
Caro Silverio, condivido il tuo disappunto e, conoscendoti, la tua sofferenza. Tutto ciò è incredibile. Scusami l’espressione, ma viene quasi da vomitare. E non dico altro.