di Giuseppe Mazzella di Rurillo
“Con il G7 a Ischia rilanciamo l’isola dopo il terremoto” il sindaco Ferrandino: “per noi un’ occasione storica”. E’ il titolone nella prima della cronaca di Napoli di giovedì 19 ottobre 2017 del quotidiano La Repubblica, il più diffuso quotidiano italiano in concorrenza con il Corriere della Sera non solo per completezza di informazione (dalla nera alla rosa, dal gossip all’economia per una totale completezza di informazione che non piaceva a Piero Ottone, il nostro Grande Maestro che preferiva il giornale semplicemente politico, economico, culturale e di cronaca) ma per “autorevolezza”.
L’ “autorevolezza” è l’unica possibilità di sopravvivenza del giornale stampato e quindi deve essere curata nei minimi dettagli. E’ quella che caratterizza il quotidiano francese Le Monde che preferisco nelle mie letture.
Nella prima di cronaca de La Repubblica la “civetta” (cioè il richiamo per l’ articolo di base) dice che per il G7 dei Ministri degli Interni “per il sindaco dell’ isola, Ferrandino, “si tratta di una data storica e di una grande occasione con il G7 a Ischia rilanceremo l’ isola dopo il terremoto. Le immagini della bellezza della nostra terra faranno il giro del mondo”. Alle pagine due e tre ci sono i pezzi di cronaca. Andiamo per gradi.
L’ isola d’ Ischia è divisa in sei Comuni. Non c’è un “sindaco dell’isola”. La richiesta di una Unità amministrativa dell’isola d’Ischia viene portata avanti da un manipolo di sostenitori da oltre trent’anni come da oltre trent’anni si chiede una unitaria Pianificazione Territoriale e Programmazione Economica perché l’isola è arrivata a 50mila posti-letto, 3mila imprese iscritte alla Camera di Commercio, 9500 lavoratori stagionali e almeno 13mila ragazzi alle scuole dell’obbligo ed alle superiori. Ma restano sei Comuni. Ferrandino Vincenzo è il sindaco del Comune di Ischia – l’ unico fra i sei che ha il titolo di “Città” con circa 18mila abitanti. I restanti 46mila sono sparsi con diversa intensità negli altri cinque (Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara-Fontana).
Nel pezzo di cronaca in quarta pagina a firma Pasquale Raicaldo i sindaci ritornano sei. Quello del Comune di Ischia, Ferrandino Vincenzo, viene segnalato per una lettera ai cittadini dove dice che quella di oggi è una data storica dove “bisogna far apparire Ischia al mondo nella sua veste più vera: quella di un’isola votata all’accoglienza capace di ospitare eventi di politica internazionale con garbo. Rispetto delle istituzioni e amore per la propria terra” e aggiunge: “sarà una vetrina assolutamente positiva a due mesi dal quel terribile 21 agosto che ci ha scossi e di cui ancora facciamo la conta dei danni”.
C’ è anche una dichiarazione del sindaco di Casamicciola, che è il Comune più colpito dal terremoto, Castagna Giovan Battista che dichiara: “In un momento come questo il G7 non può che fare bene all’ isola”. Parla di “isola” ma non del suo Comune dove nessuno rappresentante del G7 metterà piede, nessuna iniziativa è prevista, nessuna politica di “ricostruzione” è stata messa in atti pubblici e scritti dal Governo e dalla Regione tranne l’ “emergenza” della Protezione Civile per soli 6 mesi.
Ho scritto su Facebook: “Che Italia! a cinque chilometri dalla Città d’Ischia (questo il titolo del Comune di Ischia capoluogo dell’isola omonima che viene citata come “parte per il tutto” come Omero citava gli achei) c’è Casamicciola che il 21 agosto ha subito il suo 13simo terremoto con danni materiali e morali immensi ad una popolazione di circa 8mila abitanti di cui circa 2 o 3mila sono sfollati.
E’ stato nell’area epicentrale del IX grado della scala MCS ma ha colpito – dallo VIII al VI – tutta la sua superficie di 5,6 Km2. La zona rossa che comprende i quartieri di La Rita e Majo è di un’area di circa 2 Km2 ma le case colpite stanno dappertutto. Il Majo e la Rita sono come una città morta. Il sistema alberghiero, commerciale e termale è al collasso. Colpito con l’ VIII grado della MCS anche il quartiere Fango nel Comune di Lacco Ameno. Nessuna parola sulla ricostruzione dopo oltre 2 mesi dalla catastrofe e soprattutto nessun atto pubblico a validità giuridica. 800 bambini dell’istituto comprensivo Ibsen non hanno più la scuola perché i 3 edifici sono inagibili e non è stata avviata la “messa in sicurezza”. Vanno con gli autobus nella Città d’ Ischia. Per “sicurezza sismica” o meglio per “mitigare il rischio sismico” non c’è una sola area adatta ad ospitare i prefabbricati provvisori che dovrebbero durare almeno 5-10 anni. C’è un solo documento scientifico sulla sismicità di Casamicciola in circolazione ed è la conferenza stampa del prof. Giuseppe Luongo del 26 agosto. Non si sa come e quando avviare una “ricostruzione” dopo l'”emergenza”. Il Commissario nominato dalla Regione d’accordo col Governo ha dichiarato che è per l'”emergenza” non per la ricostruzione. Il Ministero dell’Istruzione ha avuto dal Governo 6 milioni di euro come “soggetto attuatore” per gli edifici scolastici ormai da oltre un mese. Che intende fare? Come intende muoversi?
Intanto nel momento più drammatico per i casamicciolesi negli ultimi 134 anni l’Ente Morale di Diritto Privato Pio Monte della Misericordia, che all’ indomani del 1883 svolse un ruolo decisivo per la “ricostruzione” ed il rilancio economico allora fondato sul termalismo con il “maestoso complesso”, con una diffida o atto stragiudiziale intima al Comune la restituzione delle “rovine” di quel complesso dove oggi ci sono i parcheggi ed un piccolo spazio per i bambini ed una casina per gli anziani. Tutto questo in nome della Misericordia.”.
Probabilmente il sindaco della Città d’Ischia Ferrandino Vincenzo sarà stato due o tre volte in vita sua nella Piazza Majo a Casamicciola come pure tre o quattro volte in quella di Fontana mentre il sindaco di Serrara-Fontana, Caruso Rosario, che è a capo del più piccolo e più alto centro dell’ isola sarà sceso migliaia di volte ad Ischia Porto per riunioni, per andare a Napoli per lavoro. E’ il destino delle “periferie” essere abbandonate dai “centri economici e sociali”. Così con un linguaggio del genere e con iniziative del genere – che sono equiparabili per sostegno economico ad una località colpita agli 80 euro pro-capite ed una tantum di Renzi ai pensionati e dipendenti statali – si allontana il progetto di una Unità “sostanziale” in termini economici, sociali, politici e “solidali” dell’isola d’Ischia perché quelli della “Città” restano “ischioti” come chiamava gli isolani George Berkeley nel secolo XVIII
Questo succede nell’ isola d’ Ischia, Repubblica Italiana, Unione Europea.
(*) Articolo pubblicato su “IL CONTINENTE”, Agenzia di Stampa per il Rinascimento di Casamicciola nell’isola d’Ischia di cui Giuseppe Mazzella di Rurillo è direttore.
silverio lamonica1
23 Ottobre 2017 at 17:34
Caro Giuseppe,
la difesa ad oltranza del proprio campanile è tipica non solo degli “ischioti”, ma – in genere- dell’Italietta tutta. Basta guardare i comuni con meno di 150 abitanti, in Italia ne esistono almeno 99 (da Moncenisio – TO – 30 abitanti a Soddì Or 121 ab.) – https://it.wikipedia.org/wiki/Ultimi_100_comuni_italiani_per_popolazione
Vi si potrebbe ovviare se lo Stato imponesse loro di mantenersi da soli, bloccando i trasferimenti per mantenere i dipendenti. Questo non viene fatto, vengono imposte invece le riduzioni di organico, per cui la sopravvivenza dei Comuni anche medio-grandi diventa sempre più problematica.
Auguro a Casamicciola una rapida ricostruzione e ai suoi abitanti manifesto la piena, personale solidarietà, con l’auspicio di una velocissima ripresa.