di Sergio Monforte
Monta la protesta, a Formia ed in tutto il sud pontino, dopo che è esplosa la notizia del ventilato trasferimento dell’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate da Formia, appunto, a Fondi.
Professionisti, avvocati, commercialisti, comuni cittadini ed ora anche (sarebbe il caso di dire finalmente), gli amministratori dei Comuni territorialmente coinvolti, stanno prendendo posizione per controbattere una decisione assurda, assunta dalla Direzione Regionale del Lazio dell’Agenzia delle Entrate, maturata nel più assoluto silenzio, anche se ancora non ufficiale ed offrire le necessarie soluzioni alternative.
Dopo la chiusura del Tribunale di Gaeta e lo spostamento delle competenze a Cassino, dopo il “depotenziamento” di tutti i presidi ospedalieri del sudpontino, dopo la chiusura della sede della Camera di Commercio, è venuto, ora, il turno della sede di Formia dell’Agenzia delle Entrate, uno dei pochi servizi pubblici rimasti nell’area del sudpontino.
L’ufficio, inaugurato in pompa magna, quindici anni or sono e da sempre ubicato nell’attuale stabile di via Olivastro Spaventola, che condivide con la sede territoriale dell’Inail, impiega circa ottanta dipendenti e serve un bacino di utenza di oltre centomila persone, dal confine sud della provincia di Latina, fino a Monte San Biagio: 14 Comuni, comprese le isole di Ponza e Ventotene, con tutti i risvolti problematici, in termini di trasporto e socioeconomici che vanno a pesare sulle due comunità isolane.
Molteplici i servizi offerti: rilascio dei codici fiscali e tessere sanitarie, assistenza alla compilazione della dichiarazione dei redditi, registrazione e conservazione contratti di locazione, lavorazione e conservazione delle denunce di successione (dal 1861 ad oggi), lavorazione degli atti notarili e delle sentenze dell’intera provincia di Latina, rimborsi, rilascio di certificazioni, oltre ad una serie di attività di controllo su un’area anche più vasta di quella del sud pontino.
In quanto alle motivazioni del ventilato trasferimento, si vocifera del mancato interesse della proprietà a rinnovare il contratto di locazione, come pure della necessità di un affitto meno oneroso, o anche a valutazioni legate all’agibilità dello stabile (se ne sarebbero accorti dopo 15 anni!). Fatto sta, che, nel corso del 2017, tra gennaio e luglio, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito web l’avviso di una indagine di mercato, prima relativa al territorio comunale di Formia, poi, riguardante anche i Comuni limitrofi, per individuare un fabbricato (costruito o da costruirsi entro 18 mesi dalla conclusione della selezione), per una superficie compresa tra 1.368 e 1.520 mq. nel caso di immobile preesistente e/o tra 912 e 1.368 mq., nel caso di immobile di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione integrale. Ovviamente, sarebbe il caso di dire, considerata la mancata o limitata pubblicizzazione della richiesta, non è stata avanzata alcuna offerta, né pubblica, né privata.
Solo oggi, che il caso è esploso, con tutte le possibili drammatiche conseguenze, in termini di disagi, per i cittadini del sud pontino e per gli stessi dipendenti dell’ufficio, in appena ventiquattrore, si sarebbero registrate molteplici offerte da parte di imprenditori privati e la totale disponibilità delle amministrazioni comunali e di enti pubblici comprensoriali.
Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sudpontino, con il presidente, Avv. Salvatore Forte, i sindaci di Formia, Sandro Bartolomeo (proprio questa mattina se ne è discusso in Giunta), di Minturno, Gerardo Stefanelli e di Gaeta, Cosmo Mitrano, premesso di non essere stati informati delle esigenze dell’Agenzia delle Entrate, hanno manifestato tutti la disponibilità ad incontrare i vertici dell’Ente economico e ad individuare le necessarie soluzioni alternative, nel reperire aree o immobili idonei.
E’ pertanto opportuno che la apposita Commissione regionale, costituita per la valutazione delle offerte, sospenda ogni decisione e collabori con le istituzioni locali per addivenire ad una condivisa e soddisfacente soluzione del caso, senza sollevare ulteriori malumori e proteste in una popolazione, quella del sud pontino, già pesantemente penalizzata dalla carenza di servizi e da un’adeguata rete viaria.