I libri sono parte della nostra esistenza.
Si aprono illustrati e indecifrabili nelle fiabe e nelle favole che ci vengono lette. Diventano strumento indispensabile nell’apprendimento e nello studio.
Ci mostrano il mondo attraverso altri occhi e altre sonorità.
Ci svelano segreti, ricette, percorsi… disegnano varchi e ponti verso altrove. Ci insegnano a pregare e a restaurare, a contare e a comprendere.
Anche chi non è allenato alla lettura – sport per la mente – riconosce il valore di questo oggetto-universo, il libro.
Ci sono i libri che leggiamo e dimentichiamo, quelli che usiamo, e ci sono quelli che scivolano silenti sotto la nostra pelle lasciando una traccia, un aforisma, un’attitudine, un osservare, un vezzo, una passione per le piccole cose; una sorta di nota a margine scritta da un amore partito che resterà con noi.
Non tutti i libri si possono leggere dalla prima all’ultima pagina, non per me, ovvio.
La poesia non può essere questo; inizio e fine di una lettura.
Si scorre – un libro in versi – in tutti i modi, e in tutti gli ordini. Lo si respira.
Scrittura poco utile per la nostra era, va tenuta più a portata di mano, più vicina, leggero breviario di bellezza.
Qualche settimana fa ne ho rintracciato un libro in rete; una copia, l’ultima, usata.
Libreria “La Fenice” (anche il nome mi ispirava). Sanremo. Preso!
Una busta per la spedizione postale, all’interno un pacchetto, pagina sportiva de La Stampa come involucro; 14 giugno 2017.
Pallanuoto A2.
Strappo, avanzo; eccolo.
“L’isola di palma che s’inciela”, Tommaso Lamonica.
Apro a caso. Richiudo. Riapro. Calma.
– Nacque il 13/4/1918 nella casa di zia Matilde a Frontone, un ridente villaggio che egli era solito chiamare “il cuore di Ponza”… – mi fermo.
Sarà proprio questo cuore che abbiamo in comune a rendermi così familiare la sua poetica?!
Sarà l’amicizia con mio nonno di cui era coetaneo e collega?!
Cosa conta, in fondo, se non l’essersi “trovati”?!
Ho scelto una lirica.
Finalista d’onore al 4° Gran Premio letterario Regione Puglia 1981. Poesia sul tema d’amore:
Dove germina la vita
Sento in bocca aroma silvestre
di guastaccette.
Abbiamo stesse radici disperate
attorte ai nostri scogli levigati
dalle onde dalle maree
dalla rosa dei venti
e si immergono e si abbarbicano
insieme
nel più profondo cuore di Ponza
dove germina la vita.
Il magico apparire
di un gabbiano nel cielo
lo illumina d’azzurro.
E’ tutto nei tuoi occhi
frantumato in pagliuzze d’oro
il manto delle ginestre.
Audio: Dove germina la vita.mp3