La Redazione
Un’amica di Ponzaracconta ci scrive dall’isola…
Manda foto di nuvole.
Una sola parola scandita: P I O V E
…e un link per ascoltare tutti insieme una canzone…
E’ anche nei nostri ricordi… Forse l’avevamo dimenticata?
Ma no, alcune canzoni sono come i fiori del deserto, si risvegliano alle prime piogge, anche dopo una grande siccità…
“Settembre”, di Alberto Fortis è la sesta traccia de La grande grotta, il suo terzo album, pubblicato nel 1981.
Ascolta qui da YouTube (testo a seguire)
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Settembre
Ahi settembre mi dirai
quanti amori porterai
le vendemmie che farò,
ahi settembre tornerò.
Sono pronto e tocca a me,
l’aria fresca soffierà
l’armatura non l’avrò,
ahi settembre partirò.
Mentre il giorno sparisce
primavera verrà
sarà dolce e nervosa
ma non mi scapperà
salirò sul battello
e non la fuggirò
sarò avvolto per sempre
e la bacerò
e i suoi lunghi capelli
non li rivedrò più
ahi settembre lontano,
dalle un bacio per me.
La tempesta di neve
non mi sorprenderà
ahi settembre che sarà.
Lascio tutto a te,
dille del mio amore
dille che se può
io potrò aspettare
l’accompagnerò,
dentro il mio giardino
sempre la terrò’,
da vicino, sempre, sempre.
Ed un giorno mi disse
entra ti aspetterò
ma il nemico da sempre
si cattura così
apri bene la porta,
fallo entrare da te
lei l’ha fatto settembre,
lei l’ha fatto con me
e se nella tua testa
un rasoio terrà
taglierà i miei pensieri
come e quando vorrà
userà i suoi capelli,
io la pettinerò
e prima che sia settembre
il mio sangue darò.
lascio tutto a te… (ripete)
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Sandro Vitiello
1 Settembre 2017 at 19:14
Mi permetto di segnalare – sempre sul genere – anche “Impressioni di Settembre” della Premiata Forneria Marconi (su testo di Mogol).
Un capolavoro del ’71; un classico fondamentale del rock progressivo italiano.
Il link
https://www.youtube.com/watch?v=ZqE1ZuqC6Sg
Il testo
Quante gocce di rugiada intorno a me
Cerco il sole ma non c’è
Dorme ancora la campagna, forse no
è sveglia, mi guarda, non so
Già l’odore della terra odor di grano
Sale adagio verso me
E la vita nel mio petto batte piano
Respiro la nebbia, penso a te
Quanto verde tutto intorno a ancor piú in là
Sembra quasi un mare l’erba
E leggero il mio pensiero vola e va
Ho quasi paura che si perda
Un cavallo tende il collo verso il prato
Resta fermo come me
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
Respiro la nebbia, penso a te
No, cosa sono adesso non lo so
Sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso
No, cosa sono adesso non lo so
Sono solo, solo il suono del mio passo
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già
Il giorno come sempre sarà
Aria tersa d’un settembre che pare senza fine
Aria già fredda, acqua già fredda
Intorno irrepetibili colori, e silenzi
E foglie cadute, e cadute
E nubi bige a rimpiattino
E il mio rabbrividire
la giacca stretta al petto
Un sapore di uva
E dita attaccatticce, e il giorno
Come vai bello
Come sempre possente
Come sempre