recensione di Silverio Lamonica
.
Tutte le mattine in estate al bar “Maga Circe”, in Piazza Pisacane a Ponza, da anni sono solito prendere l’aperitivo o il caffè con gli amici Giuliano Massari, architetto, Franco Ferraiuolo (ora sindaco e quindi dallo scorso giugno assente all’appuntamento quotidiano perché “in tutt’altre faccende affaccendato”) e altri amici che di volta in volta si aggiungono, tra cui Massimo Ghenzer, già alto dirigente dell’Ente Ferrovie dello Stato e presidente di Ford Italia (v. foto).
Talvolta discorriamo anche di materia urbanistica e l’amico Giuliano si accalora all’idea che le odierne norme di edilizia prevedano, anche per la nostra isola, strutture con imponenti pilastri e fondazioni in cemento armato, relazione del geologo, collaudo dell’ingegnere … progetti che vengono a costare un occhio, anche se si tratta di un semplice servizio igienico, quando “…le zone sismiche regionali da quattro, sono state ridotte a tre e Ponza era classificata nella zona 4 B e attualmente nella zona 3 B, vale a dire nella zona a bassissimo rischio sismico, poiché il rischio decresce man mano da uno a tre con le relative lettere “A” e “B”!” inveisce Giuliano.
Per la verità, a memoria d’uomo, non si registrano a Ponza eventi sismici catastrofici con edifici totalmente crollati e vittime. L’ultimo evento è avvenuto agli inizi dello scorso febbraio, con intensità 3.7 – 3.5 e che ha interessato quasi tutta la costa laziale, ma senza danni per la nostra isola.
Qualche fenomeno sismico di una certa intensità che destò molta preoccupazione tra gli isolani, accadde nei giorni 15 e 16 novembre del 1892. L’avvenimento ebbe risonanza nazionale, tanto è vero che anche la “Gazzetta Piemontese”, Edizione 18.11.1892, riportò nei dettagli la notizia, che trascrivo qui di seguito per comodità del lettore:
“Il terremoto nell’isola di Ponza
NAPOLI (Ag. Stef. – Ed. sera), 17. Si ha dall’isola di Ponza che alle ore 10 di ieri sera si ripeterono scosse di terremoto con boati. Nessuna disgrazia. Ma soltanto alcuni fabbricati riportarono lievi lesioni. La popolazione è tuttavia in preda a grande agitazione. Circa metà di essa si è rifugiata sulle barche; l’altra staziona sulla spiaggia. La colonia dei coatti fu divisa in due gruppi, sorvegliata dai carabinieri, agenti di polizia e dalla truppa.
Si ha da Ponza. Dalle ore 7,30 ant. del 15 sino alle 7,50 pom. del 16 novembre si verificarono otto scosse di terremoto, di cui due ondulatorio e sei sussultorio con intervalli di circa ore 3. La durata massima fu di 35 secondi. La direzione delle scosse ondulatorie fu da est a sud est e da ovest quella delle sussultorie. Le scosse furono precedute da forti boati. Queste notizie tecniche sono rilevate dalla stazione semaforica. Si presume che il movimento geodinamico abbia cause locali per l’antica origine vulcanica dell’isola.
NAPOLI (Ag. Stef. – Ed. mattino), 17 si ha da Ponza che il sottoprefetto di Formia, visitò minutamente l’isola e constatò danni leggeri. Oggi non rinnovaronsi le scosse di terremoto.”
Essendo l’isola di origine vulcanica, i nostri antenati temettero che l’attività eruttiva potesse riprendere, per cui le autorità locali invocarono l’arrivo di un esperto per fare il punto sulla situazione.
Il mese successivo giunse a Ponza un’esile figura in abito talare. Era lo scienziato Giuseppe Mercalli, l’insigne vulcanologo e sismologo che diede il nome alla ben nota scala sismica da 1 a 10 (poi fino a 12) in base alla gravità degli eventi.
Mercalli restò a Ponza e Ventotene pochi giorni, condusse una indagine molto scrupolosa ed approfondita. Espose la sua Relazione all’Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli nel luglio del 1893.
Silverio Mazzella (Al Brigantino) ha curato di recente una ristampa di quella memoria e ce la propone, assieme ad altre opere del passato su Ponza, in una collana: PBP – Piccola biblioteca Ponzese.
A parte la meticolosa descrizione delle rocce dell’arcipelago ponziano, Mercalli annota – con uno stile molto semplice – le testimonianze degli isolani su quel drammatico e inatteso avvenimento di metà novembre del 1892. Non avendo con sé strumenti sofisticati, probabilmente perché ingombranti, metteva delle gocce di mercurio sul pavimento della stanza dove alloggiava, per rilevare la benché minima scossa sismica.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla
L’opera di 88 pagine, con una interessante tavola f.t. disegnata dallo stesso Mercalli, consta di due parti: la prima, di carattere divulgativo, “Le Isole Pontine” pubblicata nella rivista “Arte e Natura” 1893 – 94; la seconda la “Memoria” agli “Atti della R. Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche” destinata agli addetti ai lavori.
La copertina della riedizione riproduce la guglia della Piana Bianca, acquerello di Silverio Mazzella, Ponza 2017.