Ambiente e Natura

Le fasce

di Pasquale Scarpati

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Al tempo di “pappagone” e fino a non molti anni fa, i neonati venivano “ mummificati”; avvolti, cioè, in… fasce. Tutto il corpo, infatti era co-stretto da bende chiamate fasce: rimanevano al di fuori di queste solo: la testa, le gambine e le manine. Sembravano e sembravamo bozzoli di bachi.
Così l’Isola.
Se ci fate caso, infatti, è tutta “fasciata” cioè interdetta. Pochi ambienti sono fruibili.
Mi sorge immediatamente un’ovvia considerazione: perché è possibile transitare a piedi o con un qualsiasi veicolo su strade dove esistono molti o anche un solo segnale di pericolo “caduta massi”? Come se o dietro una curva si possa trovare un macigno e lo si possa evitare oppure invece di guidare guardando la strada si debba guidare guardando verso l’alto per vedere se ci sia un masso pericolante o che rotoli verso la strada oppure, meglio ancora, sentire il ticchettio di pietre che piovono dall’alto?


Cosa si dovrebbe fare? Non transitare per quella strada per non incorrere nell’eventuale pericolo e, nella malaugurata ipotesi che dovesse accadere un accidenti, denunciare chi abbia permesso il transito per quelle strade così “rischiose”?
A sua volta, chi è responsabile di quelle strade, perché non proibisce il transito visto che sono tendenzialmente pericolose?
Qualcuno sicuramente obietterebbe: ma così si blocca tutto il traffico nazionale! E allora, mi chiedo, perché due pesi e due misure? Lì, infatti, è consentito qualsiasi transito pur essendoci il pericolo mentre da un’altra parte nulla è concesso?
Un altro potrebbe salomonicamente o pretestuosamente ancora obiettare: “Dipende dal tipo di roccia”. Così, come si permette il transito su strade, diciamo, tendenzialmente pericolose anche all’Isola bisognerebbe togliere “le fasce” e fare in modo che sia di nuovo fruibile per la quasi totalità.
Le fasce, poi, procuravano molteplici danni. In primo luogo impedivano i movimenti, poi costringevano gli arti, poi soffocavano i neonati e ancora facevano sì che essi soffrissero per eritemi ed altro a causa di una cattiva igiene ed infine impedivano di poter sgambettare in tutta libertà.
Così l’Isola, sciolta da molti vincoli (a mio avviso molti dei quali astrusi) può camminare più speditamente perché può offrire più alternative e in queste si andrebbero ad inserire nuove e giovanili idee, evitando tra l’altro, anche il rimuginare nel crogiolo che è spesso causa non solo di litigi ma anche causa della tentazione di evadere le regole e le leggi.
Se, infatti, secondo il mio modo di vedere, si danno maggiori spazi e di conseguenza maggiori opportunità di lavoro, si avrà, nel contempo maggiore opportunità di dialogo, maggiore opportuna di confronto, maggiore opportunità di ottemperare alle leggi con un amministrazione vigile ed attenta ma nello stesso tempo “elastica” anche perché ha più spazi di “manovra”.
Potrebbe, infatti, una mastodontica nave da crociera manovrare nella rada di un piccolo porto senza causare disastri e danni?. Se, invece, ha lo spazio sufficiente riuscirà a compiere le sue manovre sia pur lentamente.
Pertanto angusti spazi producono a volte angusti pensieri. Questi spesso si rivelano gretti, astiosi e soltanto polemici, privi di ogni concretezza. Non sortiscono alcun effetto, se non quello della rivalsa e del litigio costante. Fondano la loro forza e la loro speranza non su idee concrete e operative ma sui cavilli delle leggi, attraverso cui sperano di avere, poi, il consenso dei cittadini.
Quindi: quanto più vi è spazio di manovra tanto più è possibile migliorare l’economia e di conseguenza la qualità della vita durante tutto l’anno.
Questo, a mio avviso, è auspicabile per l’Isola.

1 Comment

1 Comments

  1. vincenzo

    1 Luglio 2017 at 09:19

    Abbiamo un nuovo delegato al PAI per cui a lui chiediamo fin da subito quale strategia politica voglia mettere in campo per finalmente abbassare la soglia dei limiti e delle interdizioni. Ricordiamo che secondo il PAI il periplo della nostra isola è zona Rossa al 97%.

    Ricordiamo che una delle priorità è riaprire Chiaia Di Luna e per farlo bisogna cominciare a lavorarci da subito.

    A mio avviso solo le Conferenze dei Servizi – per la nostra isola – possono accelerare i processi di pensiero e di azione coordinata per arrivare a dei risultati utili nel più breve tempo possibile.

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