di Franco De Luca
Non voglio stare alla finestra a guardare. Voglio partecipare al dibattito e presentare le mie considerazioni per contribuire alla creazione di una coscienza collettiva isolana. Che non si esprima soltanto fuori ai bar o su facebook.
Orbene le vicende del 17 settembre in me hanno causato un senso di indignazione per come la politica viene vissuta a Ponza (la politica intesa anche come gestione amministrativa). Perché al giudizio negativo che davo sull’attuale Amministrazione si è aggiunto il provvedimento giuridiziario di cui sono venuto a conoscenza dalla stampa.
Di questo non posso parlare perché è materia di indagine e soltanto dopo l’emissione delle sentenze, si può esprimere un giudizio di colpa. E però il provvedimento stesso un valore “morale” lo ha comunque. E questo valore dice che sul Comune si procedeva con sospetta leggerezza.
Ora, se tutto questo si fosse innestato su una precedente considerazione favorevole, sarei stato tentato di essere meno severo. Perché se l’Amministrazione avesse operato per il BENE COMUNE, allora una attenuazione della severità mi avrebbe trovato consenziente. Il fatto è che il sottostante giudizio morale su questa Amministrazione era ed è negativa .
Perché? Perché a me appare come una consorteria di persone tese NON al BENE COMUNE. Il che la rende distante dai fatti che assillano la quotidianità dei ponzesi. Chiusa in una roccaforte in cui si affrontano problemi, si risolvono, si danno appalti, concessioni, si fanno bilanci, si intrattengono relazioni, ma TUTTO lontano e distante dai problemi imminenti e dai problemi di crescita del paese.
Come ho partorito questo giudizio ? Anzitutto perché non c’è comunicazione cittadino-amministratore. Lo ha palesato anche questo sito che non ha ancora mai visto un intervento di amministratori (lo ha fatto Elio Zecca non come amministratore bensì come privato cittadino). Come a dire che chi decide lo fa senza tener conto dell’opinione pubblica!
Non c’è comunicazione fra gli stessi ASSESSORI. Ognuno affaccendato al suo orticello e disinteressato all’altro. L’altro, ossia il BENE COMUNE (come sottolinea Polina) è demandato a NESSUNO. Perché NESSUNO gli dedica interesse. Si vedano le linee di navigazione, le corse marittime, la scuola, l’elisoccorso.
Questo mi sembra appaia evidente: chi fa politica non si sente investito di una moralità in più. Che lo OBBLIGA a dover dare conto all’elettorato delle scelte che fa. Quando non si è convinti della scelta si vota contro, ci si astiene, si denuncia, ci si dimette. L’obbligo per chi è eletto non si limita SOLTANTO a partecipare al Consiglio e basta. Il protrarre l’amministrare alzando la mano per voto favorevole (sempre e comunque) mi appare indice di pochezza morale.
Politica e morale OPPOSTE a politica e affari.
In sintonia con Polina, con Silverio Lamonica, con Tomeo.
Per cui a me appare indispensabile ORA dimostrare che, se si vuole disgiungere l’isola TUTTA dall’Amministrazione, occorre UN ATTO FORTE: le dimissioni dell’Amministrazione. Ingenererebbe un giudizio separato: una cosa sono gli Amministratori, una cosa gli Isolani !
Francesco De Luca