Nel 2012, quando fu eletto sindaco di Ponza Pier Lombardo Vigorelli, esposi su questo sito – sia pure in maniera sintetica (leggi qui) – qualche considerazione personale sul primo cittadino appena insediatosi negli uffici del nostro inconfondibile “Palazzo Farnese” di Piazza Pisacane. A lui offrii la mia collaborazione per eventuali iniziative culturali che la sua Amministrazione intendeva intraprendere.
Oggi sento doveroso fare altrettanto con il sindaco appena insediatosi, Francesco Ferraiuolo, che conosco da sempre.
Siamo stati su “barricate opposte” quando erano ancora in piedi le ideologie di partito: lui democristiano (si ispirava a Dossetti e Moro) io comunista (“berlingueriano”). Ma entrambi, nel 1974, trovammo una “sintesi” nel fondare il “Circolo Culturale Luigi Verneau”, commemorando il personaggio con la lapide che fa bella mostra di sé all’ingresso della “Casa Comunale”. Quella irripetibile esperienza la condividemmo con altri “giovani ruggenti di allora”: da Franco de Luca a Tommaso Pacifico, da Titino Usai a Luigi Aprea (il medico) a Giuseppe De Gaetano che mise a disposizione i locali dell’ex cinema Regine in Via Corridoio a Franco Schiano, presidente del circolo e con il quale condivisi la mia prima esperienza di “saggista” con la stesura del volumetto: “Luigi Verneau, martire ponzese della Repubblica Partenopea del 1799” (tuttora reperibile, in seconda edizione, presso la Pro Loco di Ponza, cui decidemmo di devolvere il ricavato delle vendite).
Poi ci fu l’Amministrazione di Mario Vitiello nel 1975 di cui fui vicesindaco. Successivamente le nostre strade si separarono. Infatti nel 1980 ci trovammo su “barricate contrapposte” e ricordo – ancora con una piccola punta di invidia – che la sua lista DC superò la mia di appena 29 voti alle elezioni comunali.
Ricordo i “tazebao” del PCI di Ponza, di cui ero segretario, che ricoprivano i muri dell’isola, ogniqualvolta notavamo nella compagine amministrativa da lui capeggiata, qualche sia pur minima defaillance.
Ma ricordo ancora una seduta consiliare di quei primi anni ’80 quando fu posto all’Ordine del Giorno, il seguente argomento: “Istituzione a Ponza del biennio di Ragioneria”. Prima della discussione lo avvicinai, esprimendogli le mie perplessità, in quanto – a dispetto di precedenti richieste di sezioni staccate di scuole superiori a Ponza – si era sempre fatto un buco nell’acqua. Egli mi rispose sicuro: “Silverio, questa è la volta buona, fidati”. Mi fidai e nella seduta consiliare fui tra i primi ad alzare la mano assieme a lui e Guido De Martino. Ed infatti il biennio fu istituito, cui seguì subito il triennio. Gli chiesi poi, con enorme curiosità, come “avesse fatto” e lui mi rispose che si era recato negli uffici dell’allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione, On. Carelli, e con fermezza gli disse: “Non mi muovo di qui, finché non avrai avallato il decreto della istituzione del biennio di Ragioneria a Ponza”.
A distanza di oltre trent’anni mi piace ricordare questa sua caratteristica: la fermezza sia pure espressa con modi molto cortesi, nel curare gli interessi dei suoi concittadini. Non ho seguito i comizi suoi né quelli del suo avversario. Però non mi risulta, da quel che mi è stato riferito, che abbia “sfruttato” a fini elettorali questa sua realizzazione che allora ebbe un significato epocale per l’isola e che contribuì non poco a frenare l’esodo dei ponzesi verso il continente e questo fatto la dice lunga sulla signorilità del personaggio.
Seguirono poi altre schermaglie fra me e lui, finché nel 1987 smisi con la politica “attiva” dedicandomi completamente alla professione e alla famiglia.
Da pensionati ci siamo ritrovati, da circa otto anni a questa parte, a condividere i ricordi di “quegli anni ruggenti” in Piazza Pisacane – negli immancabili incontri di tarda mattinata gustando l’aperitivo o il caffè, presso il Bar Maga Circe – assieme ad altri amici, tra cui l’ormai ponzese doc Giuliano Massari, con cui abbiamo vissuto l’ultima esperienza di saggisti con “Il racconto di Ponza, datato e divagato” (leggi qui) e anche sotto tale aspetto mi preme sottolineare la meticolosità di Ferraiuolo nella ricerca storica, nella cura dei dettagli, ben consapevole che anche narrando una storia non ci si può sottrarre a seguire regole ben specifiche. E questo criterio lo adotta in ogni sua condotta di vita.
Non a caso, in uno dei suoi ultimi comizi per l’elezione a sindaco – come mi è stato riferito – ha sottolineato che in ogni azione amministrativa : “Seguiremo le leggi e i regolamenti”; la mia non breve frequentazione con lui, mi dice che bisogna credergli.