di Silverio Lamonica
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Maggio è considerato il mese dell’entusiasmo, della gioia, dell’allegria: aria mite, fiori che sbocciano, usignoli che cantano, tortore che tubano, bimbi che si rincorrono…; è tutta una festa. Eppure l’atmosfera festosa di maggio talvolta incupisce, proprio perché la felicità, nell’essere umano, è un sentimento “intimo” che scaturisce dallo stato d’animo, piuttosto che dall’atmosfera gaia che circonda ciascuno di noi. Anzi quando si è preoccupati o peggio, angosciati, l’allegria che ci circonda ci incupisce ancora di più.
E la conferma di quanto ho appena scritto, ci viene da due poeti di diversa nazionalità e quasi contemporanei tra loro: la statunitense Sara Teasdale (1884 – 1933) Premio Pulitzer 1919 e l’italiano Giosuè Carducci (1835 – 1907) Premio Nobel per la letteratura 1906.
Però è molto difficile esprimere coi versi questo contrasto di sentimenti.
Leggiamo le loro poesie su maggio:
May
The wind is tossing the lilacs
The new leaves laugh in the sun,
And the petals fall on the orchard wall,
But for me the spring is done.
Beneath the apple blossoms
I go a wintry way,
For love that smiled in April
Is false to me in May.
(by Sara Teasdale)
Maggio
Agita il vento i lillà
ridono le foglioline nel sole,
e sul muro del frutteto cadono i petali.
Ma per me la primavera è finita.
Sotto i fiori del melo
lungo il sentiero invernale io vado,
perché amor che in aprile sorrise
in maggio m’illude.
(traduzione di S. Lamonica)
Meli in fiore di Camille Pissarro
***
Maggiolata
Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l’acqua la terra il ciel.
E a me germoglia in cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel.
(Giosuè Carducci)
da PensieriParole http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-154346
Nei versi di Sara Teasdale non avverto la gioia prorompente che Maggio diffonde con la sua atmosfera festosa; sono versi sciolti espressi con una metrica che invita a meditare. La tristezza che lei prova, prevale sull’atmosfera gioiosa di Maggio.
Carducci invece usa il settenario, dal ritmo quasi “scoppiettante”, l’allegria di Maggio si sente eccome, però l’ultima quartina, ancora in versi settenari, non mi fa capire l’angoscia che lui prova: sembra quasi che voglia “scherzarci su” e che tenti di superarla descrivendo la natura in festa.
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vincenzo
1 Maggio 2017 at 10:10
Caro Silverio hai detto una verità assoluta: la felicità non dipende da quello che accade fuori di te ma quello che hai dentro di te.
Un posto che era meraviglioso un anno, un mese o un giorno fa, può in un altro essere un tormento.
Le sensazioni di felicità/infelicità non si comprano, per fortuna; le produciamo noi attraverso il nostro stato d’animo.
Volendo scherzare sulla situazione pre-elettorale di questo mese di maggio potremmo chiederci: “quale candidato potrebbe recitare l’ultima quartina di Carducci?”
“…E a me germoglia in cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel.