Luca, che già da qualche tempo collabora con Ponzaracconta, ci segnala un interessante articolo pubblicato sul sito http://www.blueplanetheart.it/ e aggiunge qualche nota di commento
La Redazione
Le ricerche di diversi gruppi di scienziati stanno portando inediti ed entusiasmanti risultati sulle isole Ponziane ed in particolar modo sull’isola di Zannone e i suoi fondali circostanti (Fig.1).
Nel 2014, in alcuni avvallamenti del fondale marino son state scoperte delle emissioni gassose di anidride carbonica e acido solfidrico fino a 70°C (Fig. 2).
Localizzazione emissioni Zannone
I dati della scoperta e le interpretazioni dei fenomeni osservati sono stati pubblicati in un bellissimo lavoro di Ingrassia e altri suoi collaboratori della Sapienza, del Centro Nazionale delle Ricerche di Roma e dell’Università del Mississippi nel 2015.
Dalla scoperta si è ora passati al monitoraggio.
In un recente articolo divulgativo, postato sul sito sopracitato si afferma che il degassamento potrebbe venire da una sorgente magmatica profonda. Questa potrebbe dunque essere la stessa che ha dato probabilmente luogo alla formazione dei vulcani delle isole Ponziane occidentali.
Secondo i dati pubblicati dalla ricercatrice francese Anita Cadoux e i suoi collaboratori nel 2005, l’attività magmatica di Ponza e Palmarola sembra essere cessata circa un milione di anni fa. Ciò nonostante l’attività idrotermale, poco più a nord al largo di Zannone è ancora lì ed è questa la novità.
Sconosciuta invece è ancora l’età delle rocce vulcaniche dell’Isola di Zannone. Potrebbe essere più giovane o avere la stessa età della vicina e più conosciuta Ponza? Non sappiamo ancora. Sicuramente le osservazioni che facemmo con la dottoressa Jara Schnyder in uno studio ancora non pubblicato del 2011, quando ero al Politecnico di Zurigo, dimostrarono l’esistenza di un paleosuolo rosso posto a mezzacosta tra due unità vulcaniche. Quello dimostrava che pur non conoscendo l’età di quei depositi vulcanici era passato del tempo sufficientemente lungo tra un’eruzione e l’altra per permettere la formazione di un suolo rossastro. La cosa più affascinante è che Zannone è l’ultima delle isole italiane a non essere stata datata e se avremo fortuna provvederemo a farlo nella prossima stagione.
Ora i ricercatori dell’INGV di Palermo che hanno installato il dispositivo per misurare le emissioni gassose a largo di Zannone avranno invece modo di scoprire come cambia l’emissione nel tempo in termini di intensità e composizione.
Zannone respira e si vuole capire il perché.
Una delle questioni più interessanti è capire se i cambiamenti possono essere dovuti o meno all’attività tettonica. La sequenza di quest’inverno nel bacino di Palmarola potrebbe infatti aver innescato delle variazioni lungo le fessure e le faglie che permettono la risalita di questi fluidi idrotermali a largo delle isole ponziane. Sarebbe interessante sapere quanti altri centri di degassamento esistono e come funzionano.
Grazie all’attività dei ricercatori dell’INGV sapremo se qualcosa anche di minore intensità potrà darci indicazioni utili a capire cosa succede sui nostri fondali per conoscere le risorse a disposizione e comprendere gli eventuali rischi. Certo, per il monitoraggio sismico sarà invece utilissimo riuscire a far ottenere almeno una stazione sismografica per le isole di Ponza o Palmarola.
Per le bellissime isole dell’arcipelago ponziano, potremmo essere alle porte di una serie di nuove entusiasmanti scoperte.
Luca Cardello
Università di Ginevra
Questo è l’articolo di riferimento:
http://www.blueplanetheart.it/2017/04/arcipelago-pontino-un-osservatorio-per-il-monitoraggio-del-sistema-idrotermale-sottomarino/
Citazioni:
Cadoux, A., Pinti, D. L., Aznar, C., Chiesa, S., & Gillot, P. Y. (2005). New chronological and geochemical constraints on the genesis and geological evolution of Ponza and Palmarola volcanic islands (Tyrrhenian Sea, Italy). Lithos, 81(1), 121-151.
Ingrassia, M., Martorelli, E., Bosman, A., Macelloni, L., Sposato, A., & Chiocci, F. L. (2015). The Zannone giant pockmark: First evidence of a giant complex seeping structure in shallow-water, central Mediterranean Sea, Italy. Marine Geology, 363, 38-51.