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Un’altra idea mi è venuta in mente, per concretizzare una attività produttiva sull’amato scoglio: una iniziativa rivolta ad allestire una Pasquetta (“Pascone”), come si faceva una volta, per gli abitanti e per i visitatori dell’isola, “tutto compreso”.
Il 17 aprile sarà, quest’anno, il lunedì di Pasquetta, tanto amata per la gita “fuor di porta” che tutti gli italiani aspettano con ansia.
E noi, sull’amato scoglio, potremmo preparare una occasione unica nel suo genere per far apprezzare ai turisti e a tutti i “sognatori di antiche gesta”, il vero sapore della gita fuor di porta, così come si svolgeva a Ponza.
Ore 10.30: partenza con mezzi su ruote da “Sant’Antonio” con direzione Cantine varie, con già con sé il fagotto del “tutto compreso”.
Il costo del “tutto compreso” dovrebbe prevedere: il trasporto alle Cantine (fin dove è possibile, poi a piedi), il cibo da consumare (con le tradizionali “pizze” salate e “dolci” pasquali) il vino e “spumante locale” da bere (quelli di una volta, con quei sapori speciali che ancora si possono gustare).
Costo da stabilire, con intelligenza e saggezza, magari prevedendo una pre-vendita, così da curare al meglio la produzione dei pacchetti “Pascone”.
I proprietari delle cantine faranno da “padroni di casa”, accogliendo i turisti e tutti i partecipanti del Pascone: tutti: bambini, giovani e meno giovani.
Il tempo bello sarà il giusto condimento a questa operazione turistica, così come i canti, le chitarre e le fisarmoniche che vorranno condire le copiose mangiate e libagioni che hanno sempre caratterizzato le gite fuor di porta del lunedì dell’angelo sul nostro amato scoglio. Non mancheranno i giochi di gruppo tradizionali.
E se il tempo non sarà dei migliori, sarà sempre l’occasione per stare in allegra compagnia senza troppi pensieri, brindando alla futura estate, alle belle donne e al buon vino, ricordando che Seneca stesso sosteneva che “il saggio” ha il buon diritto di ubriacarsi due volte l’anno (almeno).
Dimenticavo: nel pacchetto “tutto compreso”, anche il ritorno a Sant’Antonio, su ruote, con l’obbligo per gli autisti di rimanere sobri.
Per l’articolo precedente, sui fichi d’india, leggi qui
Emiliano Mazzella
20 Febbraio 2017 at 14:38
Io mi metto a disposizione. Sul Monte Guardia ho una bellissima cantina con quasi 40 varelle ovvero 1600 litri di vino di quest’anno, intorno è tutto coltivato a vigneti, quasi 4000 mq perciò fare questa iniziativa non mi dispiace anche senza lucro; l’importante, come già faccio con tanti amici, é stare insieme. Un saluto ” mitt’ a bev’ “.
Adriano Madonna
21 Febbraio 2017 at 05:31
Ho letto della bella iniziativa proposta da Silverio Guarino.
Nell’articolo si parla dello spumante di Ponza, un vecchio, caro, irripetibile ricordo. Irripetibile perché da quand’ero ragazzo non sono più riuscito né a trovarlo né a berlo. Nè, tanto meno, a portarlo a casa: due bottiglie mi esplosero nella valigia mentre tornavo a Gaeta sul traghetto “Falerno” della Span. Un’altra volta riuscii a far arrivare una bottiglia sana e salva, ma quando la stappai, il vino venne fuori con uno schizzo da idrante dei pompieri e nella bottiglia ne restò solo un dito. Sono riuscito a berlo solo a Ponza: ce lo offrì, una volta, a me e agli amici, una vecchia signora che ci teneva a pensione nella sua casa sopra Cala Feola e ci voleva tanto bene, quando ci recavamo a nell’isola fuori stagione per pagare poco (avevamo vent’anni).
Chiedo a Silverio Guarino a agli altri amici ponzesi: lo spumante di Ponza, quello dolce che ricordo con tanta nostalgia, esiste ancora? L’ho cercato ma non l’ho trovato. Mi hanno detto che la produzione è limitatissima e chi ancora lo fa, lo fa solo per sé. Chi me ne offre un bicchiere?