di Raffaele Sandolo
Stefano mi aspettava sul molo di Marina di Campo, all’isola d’Elba, ogni volta che ritornavo dal Collegio Salesiano di Borgo San Lorenzo, vicino a Firenze, dove seguivo i miei studi in agraria.
Era emigrato nel 1955 da Ponza e precisamente da Calacaparra, dove abitava. Arrivato anni prima all’Elba per pescare nel triangolo di mare definito dalle isole di Montecristo, Pianosa e Africhella, Stefano, ovvero Stefano Vitiello, si era ambientato ben presto sia con i pescatori ponzesi che con quelli campesi.
Col tempo acquistò da mio padre, Silverio Sandolo, pescatore ponzese chiamato “’A tramontana”, una nuova motobarca, il Sant’Emiliano, completa di attrezzature (nasse, reti, coffe). Quello fu il momento della svolta che migliorò il suo tenore di vita.
Stefano, di carattere bonario, si impegnava sempre nel suo mestiere di pescatore rimanendo in mare anche per più giorni. Pescava aragoste… naselli, murene, dentici… boghe, occhiate, triglie…
Amava molto la sua famiglia che allora era costituita da tre figlie e un figlio. Fumava la pipa e veniva chiamato “Pippone” dagli altri pescatori ponzesi. A Ponza era conosciuto come “Stefano ‘i Ciccariello”.
Incontrandomi, mentre aggiustava le reti, mi dava il suo benvenuto con gli auguri di Natale. Poi…le sue parole amichevoli iniziavano una leggera cantilena: “Mo’ vene Natale, nu tengo denaro, me fumme ‘na pippa e me mett’ a cuccà…”. Il ritornello, espresso in dialetto ponzese e ripetuto più volte, mi affascinava e allietava le ore della mia vigilia di Natale.
Per anni la solita cantilena con il solito ritornello.
Poi morì il figlio.
Stefano continuava a pescare e teneva sulla giacca una piccola striscia nera di stoffa, come da usanza dell’epoca, mentre la moglie, sempre vestita di nero, accudiva la casa e curava amorevolmente le figlie.
Da allora, alla vigilia di Natale, Stefano mi ripeteva sempre la solita cantilena con il solito ritornello ma il suo viso era triste ad afflitto. Ogni volta, ascoltando le sue parole, potevo sentire tutto il peso del suo dolore.
Ora, sia lui che sua moglie, sono sepolti nel cimitero di Marina di Campo e io, avendo buoni rapporti di amicizia con le figlie che abitano sempre all’Elba, rammento spesso i miei incontri con il loro padre, grande fumatore, rivivendo le splendide emozioni del passato con il profumo della tabacco della sua pipa.
Raffaele Sandolo
“L’Africhella” (Nota della redazione)
L’Africhella o Scoglio d’Africa o Formica di Montecristo è un piccolo isolotto dell’Arcipelago Toscano situato in mare aperto nelle acque tra il Tirreno e il Canale di Corsica. La sua ubicazione è a ovest dell’Isola di Montecristo, a sud dell’Isola di Pianosa e a est della Corsica. Per le sue dimensioni e la sua conformazione, può essere considerato a tutti gli effetti uno scoglio affiorante in un tratto di mare dai fondali più bassi, geologicamente appartenente ad una dorsale marina che, verso nord, ha originato nei suoi affioramenti superficiali anche l’Isola di Pianosa e l’Isola di Capraia. Sulla sua piattaforma è edificato un faro.