La Redazione di ponzaracconta è orgogliosa di riferire del secondo degli incontri pubblici organizzati dal sito, come preannunciato all’atto della sua istituzione.
Si è trattato stavolta di una serata tutta dedicata alla Miniera di Bentonite delle Forna, tema sul quale saranno pubblicati – sempre sul sito, nei prossimi giorni – ulteriori approfondimenti, in forma di interviste raccolte dalla viva voce di protagonisti di quegli anni, che non hanno potuto essere presenti alla serata.
cronaca di Giuseppe Mazzella
Folla delle grandi occasioni quella presente alla “serata-Miniera”, promossa e organizzata dal sito ponzaracconta, che sta conquistando di mese in mese un pubblico sempre più vasto.
Nell’accogliente Garden Bar della Salute a Le Forna (con affaccio diretto sulla Miniera; v. foto qui sopra), il 18 agosto, giovedì scorso, si è tenuto l’incontro che ha riscosso molto interesse e ha visto alternarsi voci e testimonianze legate alla Miniera di Bentonite chiusa dal 1976. Voci che ne hanno esaltato l’apporto positivo quale fonte di lavoro per centinaia di abitanti, ai quali però sono stati richiesti enormi sacrifici, come l’abbandono delle proprie abitazioni perché pericolanti a causa proprio dell’attività di scavo e danni alla salute. Una storia variegata e a tinte forti che ha interessato locali, non-ponzesi stanziali e turisti, tutti molto attenti ad ascoltare le dichiarazioni di alcuni che spesero la loro vita lavorativa in quella cava calcinata dal sole.
Mario Balzano ha condotto la serata, invitando ad intervenire di volta in volta Gino Usai e Sandro Russo, altri redattori del sito. Usai si è soffermato su alcuni aspetti della controversa figura di Savelli (poi ucciso alle Fosse Ardeatine), sulla chiusura del confino a Ponza e sul periodo di occupazione inglese dell’isola, alla fine della seconda Guerra mondiale. Sandro Russo, al quale si deve anche l’apporto tecnico nella proiezione di filmati e foto d’epoca, ha relazionato sulla silicosi, la perniciosa malattia di cui hanno sofferto molti lavoranti della cava. Ernesto Prudente è poi intervenuto più volte, grazie alla sua età e alla lunga esperienza, nel precisare e raccontare episodi salienti della controversa storia della cava di bentonite. Importanti gli apporti di memoria di Amerigo Feola, figlio di quell’Agostino Feola di cui è stata letta un’accorata lettera e della signora Maria Spigno che alla Miniera ha lavorato e di cui ha potuto raccontare l’organizzazione e altri aneddoti.
Il clima, da nostalgico e memorialistico, si è poi riscaldato, allorché si è passati a raccontare vicende più recenti. Come quando ha preso la parola il chimico Marcaccio, oggi in pensione, che ha lavorato alla miniera fino alla chiusura. Oltre a raccontare la sua esperienza, valorizzando le particolarità del materiale dell’isola e dello stabilimento ora abbandonato, ha accennato alla richiesta della stessa società inoltrata al Comune di convertire tutta l’area ad attività turistica. Su questo punto Bruno Pianeggiani, figlio di uno degli ultimi Direttori della Società, ha elogiato l’alto livello tecnologico e di sicurezza raggiunto dall’attività estrattiva, sottolineando che la mancata conversione della Miniera a Centro Turistico, con annesso porto, rappresenta una grande occasione perduta per la popolazione di Ponza.
Su questo punto ha chiuso la serata Antonio Balzano, già sindaco di Ponza per circa otto anni, che ha voluto ribadire gli atti e i progetti elaborati dalla sua Amministrazione, con l’acquisizione dell’area, finalizzati ad attività turistiche e portuali. Tutti programmi poi disattesi dalle Amministrazioni successive.
Di fatto – e questo è sotto gli occhi di tutti – l’area ex-S.A.M.I.P. dal 1976 resta una sorta di terra di nessuno, una landa devastata e abbandonata all’incuria, vera ferita dell’isola, che a trentacinque anni dalla chiusura della Miniera, ancora sanguina e non trova soluzione.
Giuseppe Mazzella
Due immagini dell’area della Miniera, prese la sera del 18 agosto dal luogo stesso dell’incontro