di Mimma Califano
Fals’ e nemic’ fatte arrass’
Tu cu’ miche nun c’è a che fa’
Oggi è lu iuorne de la Vergine Maria
Ciente croce e ciente Avemmarie me faccie p’à vita mia
Si iniziava così recitando e si proseguiva cantando tutti insieme:
“Cara Madre e Gran Regina
Se volete e Voi potete, fatelo per pietà”
Era ancora buio quando dalla Punta Bianca iniziava il pellegrinaggio della gente di Ponza verso Le Forna, dove il 15 agosto si festeggia la Madonna Assunta.
Lungo tutto la strada, che fino agli inizi degli anni ’50 era solo una mulattiera, si recitava il Rosario delle cento Ave Maria.
Man mano che si attraversavano le contrade di Giancos, S.Maria, Conti, Campo, altra gente si univa alla processione, che generalmente era condotta da un paio di donne, che conoscevano bene tutte le preghiere e i canti.
Spesso le mamme portavano i bambini più grandicelli, che un po’ per il buio, un po’ per la strada disagevole, un po’ per l’insolita situazione, spaventati, si attaccavano alle gonne o alla mano della mamma e non la mollavano fino alla Chiesa alle Forna, dove stanchi finalmente si potevano sedere.
Finito il Rosario, quando ormai il chiaro del giorno si era sostituito alla notte, iniziavano i canti dedicati alla Madonna: “Una rosa spampanata”, “Allegra S. Anna mia” e diversi altri, che terminavano solo in Chiesa, con l’omaggio alla Madonna. Poteva quindi iniziare la funzione religiosa.
Questo annuale pellegrinaggio del 15 agosto da Ponza alle Forna era quasi una risposta alla partecipazione della gente della Forna alla festa di S. Silverio del 20 giugno e veniva ancora ricambiato dai fornesi l’8 di settembre in occasione della nascita di Maria, anche in questo caso con un pellegrinaggio cantato fino alla chiesetta del Cimitero.
Queste “visite” annuali tra le due estremità dell’isola quando non esisteva la strada o altri mezzi rapidi di comunicazione hanno contribuito a mantenere ed accrescere i rapporti tra le due comunità, contribuendo ad affermare un’identità comune.
L’inizio di questa tradizione dovrebbe risalire all’inizio del ’900, interrotta negli anni più duri del confino e del fascismo a causa dei divieti e dello stretto controllo esercitato dalla milizia sul territorio e poi per la guerra. La ripresa si e’ avuta negli anni ’50, non sempre con una buona partecipazione, sia di persone che di sentimento religioso.
Negli ultimi anni, si va assistendo ad un maggior coinvolgimento popolare (malgrado la gran parte della popolazione sia impegnata nelle attività turistiche), con la gente che ha ripreso ad accodarsi lungo la strada, al Rosario delle cento Ave Maria, ai canti (anche se non tutti quelli di una volta): le voci che conducono le preghiere sono cambiate com’è inevitabile.
Ma questa tradizione Mariana, come l’altra dell’8 di dicembre restano vive, nonostante o forse proprio in contrapposizione ad un mondo massificato.
Dopo la funzione oggi si torna dalle Forna in pochi minuti con auto o bus. Nei tempi passati i pellegrini tornavano per mare, imbarcando da Cala Inferno sui gozzi a remi che erano venuti a prenderli.
Mimma Califano