Riceviamo in redazione, come proposta di pubblicazione, questa brevissima novella di Pietro Pancamo che volentieri pubblichiamo. Egli evidentemente è un nostro lettore, ma finora sconosciuto: ci/gli chiediamo in che modo sia entrato in contatto con noi.
La Redazione
Esitò, quando il meteo tacque.
L’occasione era propizia – si rese conto, spegnendo la radio –, ma la forza per attuare il “piano” (peraltro già studiato e preparato da tempo) tardò a presentarsi, lì per lì. L’anima non s’atteggiava all’ardimento, per dirla col poeta.
Oh nessun problema, ad ogni modo, perché eccolo il rimedio: scherzare fra di sé.
«Lo schiocco secco del cuore che si spezza è proprio come quello di un ciak in campo», pensò, allora.
E all’improvviso trovò il coraggio: un coraggio amaro, che l’accompagnò per mano alla rada solitaria.
Così adesso, in quell’esterno notte che si era scelto, il regista dimenticato non voleva tornare più alla vita che lo aveva diseredato, né gli riusciva di capire se a gonfiare il genoa e spingere il piccolo cutter malandato fossero le frequenti scosse d’aria o le immagini “ondose” che il vecchio proiettore a bobine – dall’alto del suo treppiede, assicurato con gomene e cime a proravia – drappeggiava sul bianco agitato della vela.
Guardandola, continuava a ripetersi: «Senza il minimo dubbio, “Marosi alla deriva” è stato il mio film migliore!».
E mentre una stilla di sorriso iniziava a formarsi sulle sue labbra, gli sembrò di scorgere i flash dei fotografi.
Ah, no… erano i lampi. Quelli, per ora lontani, della tempesta in arrivo. Il bollettino dei naviganti, beh non si sbagliava.
Pietro Pancamo, operatore culturale.
Note biografiche e bibliografiche su:
http://www.ilportaledelsud.org/pietro_pancamo.htm