La poesia immortale di John Keats assieme con le versioni preraffaellite di Edward Burne-Jones su sirene e ninfe del mare…
proposte da Silverio Tomeo
Sul Mare
Di sussurri immortali avvolge lidi desolati
E con ansito possente riempie mille caverne,
Sin che l’incanto d’Ecate non l’avverte
Di ritirarsi, e lasciarle all’ombra sempiterna
Colme di grida. Spesso è così felice
Che la sua calma per giorni e giorni non smuove
La conchiglia caduta, quando i venti del cielo
Liberi infuriano in tempesta cupa.
Oh tu che hai le pupille stanche e afflitte,
Nutrile dell’immensità del mare;
Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore
O troppo sazie di troppo ricche melodie,
Ascolta, sino a trasalire, ciò che dicono le vecchie caverne :
Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.
(“Poesie”, Mondadori, a cura di Silvano Sabbadini)
Ecate è una dea lunare, tramite tra mondi diversi, inclusa nella mitologia greca e latina