di Franco Ferraiuolo
Quando, giovanissimo, mi affacciai alla politica con le mie istanze di rinnovamento, muovendo i primi passi all’interno della D.C., Guido fu subito uno dei miei più convinti sostenitori e tale è rimasto per tutta la vita.
Fu quasi una naturale combinazione l’intesa che si stabilì tra noi due, che non fu solo politica ma anche una vera e propria amicizia, direi fraterna.
Oggi posso dire che Guido è stato uno dei pochi veri amici che ho avuto.
Anche quando il nostro rapporto politico è cessato, entrambi, ci siamo sempre interessati delle nostre reciproche vicende personali di vita e tanti consigli ci siamo scambiati.
E’ stato assessore nelle mie due amministrazioni; in quella dal 1988 al 1993, gli conferii la nomina a vicesindaco.
Io e lui, in qualche modo, ci completavamo: io a sovrintendere al programma, a tenere i rapporti istituzionali, a badare al coordinamento generale ed al funzionamento della macchina burocratica del comune; lui ad interessarsi della Sanità, di cui aveva la specifica delega, e, in maniera preziosissima, dei problemi spiccioli di giornata.
Si è molto interessato dell’isola ed, in particolare, della sua amata Le Forna, per la costruzione di un futuro migliore.
Quando si trattava di impiegare le risorse per l’isola, la sua prima preoccupazione era che Le Forna avesse la sua giusta parte e che la comunità fornese ne avesse contezza.
Era un devoto collaboratore della sua Parrocchia, sempre presente a sostenerne le ricorrenze religiose.
Molto fece per il restauro della Chiesa dell’Assunta; fu lui a voler firmare l’autorizzazione per i lavori alla Chiesa e se oggi possiamo vantare la sua bellezza lo dobbiamo a cominciare da quell’atto.
Aveva i rari doni della disponibilità e dell’affabilità; ascoltava tutti ed a tutti, quando e come poteva, non faceva mancare il suo aiuto.
Un esempio per tutti: un giorno del 93, la cara mamma di Sandro Vitiello stava molto male; egli si recò spontaneamente dai congiunti e si offri di occuparsi per chiamare l’elicottero; grazie a lui il soccorso fu effettuato e la mamma di Sandro poté essere ricoverata presso un ospedale del continente. Ecco chi era Guido!
Anche quando divenne il Presidente della SNAP, si intuiva che il suo spirito imprenditoriale era permeato dal desiderio di offrire prima di tutto un servizio alla cittadinanza; sempre pronto a cercare una soluzione specie quando si trattava di fare l’interesse pubblico.
Per le feste avevamo l’abitudine di scambiarci gli auguri al bar, dinnanzi ad una buona tazzina di caffè.
Quest’anno, non avendolo visto in piazza e sapendolo ammalato, prima di partire per trascorrere il capodanno con i miei parenti residenti sulla terraferma, gli telefonai per fargli gli auguri.
Lui fu felice di sentirmi e mi disse d’impeto: “Hai fatto proprio bene a telefonarmi…”; lasciò in sospeso quella frase: capii che se l’avesse conclusa avrebbe dovuto mettermi a parte del presagio della sua imminente fine.
Dopo la scomparsa di Mario, Luciano, Franco il cavaliere, Peppe (l’altro indimenticato mio vicesindaco dal 1980 al 1985), oggi un altro dolore ha colpito il mio cuore.
In questi giorni, tanti grandi uomini che hanno incarnato lo spirito del vero ponzese, ci hanno lasciato; con la scomparsa di Guido, l’isola perde un altro tassello della cosiddetta “ponzesità”; perde, comunque, un protagonista che l’aveva nel cuore, sempre attento e partecipe ai suoi problemi.
Sono grato che sia stato dichiarato il lutto cittadino per il giorno delle sue esequie, ma credo che Guido meriti un segno più tangibile per il suo ricordo che, mi auguro, la civica amministrazione non farà mancare nel futuro, secondo i tempi e le modalità di legge.
Ai figli Sandra, Domenico e Rosario, con cui in un abbraccio ideale condivido il dolore della scomparsa, dico di essere orgogliosi del loro padre e di operare per mantenere sempre alto il suo ricordo.
Così come sono orgoglioso io di avere avuto la sua sincera amicizia.
Grazie Guido per ciò che hai dato a me ed a tutti noi.
Ciao, tutti ti abbiamo voluto bene e che il Signore ti abbia con Lui insieme alla tua Filomena.