Ho sempre avuto la cura di conservare le “cose antiche” di famiglia, spesso senza neanche sfogliarle o approfondirne la provenienza, o meglio, la loro storia. Ma guai a toccarmele!
Dopo la scomparsa di mia madre, avevo portato via dalla nostra casa di Napoli alcune scatole di libri e carte varie, ma, gli impegni di lavoro, poi alcuni cambiamenti di casa tra Reggio Calabria e Cosenza avevano rilegato quelle scatole in soffitta.
Solo alcuni cartelle di documenti avevano trovato posto nella mia libreria.
Qualche tempo fa, cercando l’autentica della reliquia di San Silverio, per sottoporla ad una verifica sulla sua veridicità, da parte di un alto prelato, scoprii un piccolo tesoro di foto e documenti antichi.
Tra questi una piccola busta gialla, con intestazione a stampa “Comune di Ponza”, conteneva delle immaginette di San Silverio e un piccolo bigliettino fragilissimo e ossidato con alcune brevi note in bella calligrafia.
Mia zia Giuseppina, già impiegata del Comune di Ponza, aveva confezionato quella busta.
Le brevi note recitano:
– immagine tagliata S. Silverio di nonna Rosalia Vitiello;
– immagine rovinata regalatami da Rosina De Fazio
– immagine grigia datami da parroco Dies
– immagine S. Silverio a colori piccola regalatami da Zio Camillo Conte alla mia Cresima
– quella più grande a colori è quella che mia sorella distribuisce a Napoli alla festa di S. Silverio.
Noi tutti in famiglia abbiamo in casa, nel portafoglio, in macchina l’immaginetta di San Silverio che nostra madre il 20 giugno distribuiva, ogni anno, dopo la messa festiva, mentre tutti cantavamo l’inno per San Silverio.
Festa che, prima che costruissimo la piccola chiesa a Lui dedicata in via G. Paladino a Napoli veniva celebrata nella Chiesa degli Spagnoli a palazzo S. Giacomo in piazza Municipio.
Avere quella immaginetta con noi ci fa sentire tranquilli,
’O Vicchiariello ’nce tene cumpagnia.