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Al Sindaco del Comune di Ponza
e, p.c
Alla Dottoressa Camilla Rumi
Ho letto un opuscolo dal titolo “Le potenzialità turistiche dell’isola di Ponza”: analisi di marketing territoriale a cura della dottoressa Camilla Rumi.
La ricercatrice in “Scienze della Comunicazione e Organizzazione Complesse” presso la LUMSA di Roma (Libera Università Maria Ss. Assunta – NdR) ha condotto recentemente uno studio sull’isola commissionato dall’Amministrazione Comunale.
Caro Sindaco voglio sottolineare delle frasi della ricercatrice per ribadire concetti da me espressi in tanti articoli e colloqui.
“Il territorio non può essere concepito in qualità di luogo indifferente che ospita attività, ma come soggetto che progetta il Suo sviluppo”.
L’isola appunto è un territorio particolare, delicato, minacciato da fenomeni naturali e antropici dove si è sviluppata una economia che mantiene, ancora, certi standard di praticabilità economica ma non è più adeguata per mantenere coesa la comunità isolana e tende solo allo sfruttamento delle risorse naturali.
Per invertire questo destino il territorio non può più essere pensato come una entità da gestire soltanto negli aspetti materiali e fisici ma bensì “interfaccia fisica e metafisica fondamentale all’interno dei processi di sviluppo locale, rispetto alla quale il marketing diviene il passaggio necessario per adeguate politiche di governo delle risorse intangibili di una specifica area”.
Ma quale marketing?
Marketing teso prima alla comprensione della unicità territoriale, specificità culturale, potenzialità economiche e attraverso un confronto dialettico tra le variabili sociali, economiche, commerciali porsi gli obiettivi, “quali la competitività territoriale prima ancora che economica, cercando di creare la migliore connessione tra offerta e diverse tipologie di domanda”.
Per dare risposte serie e coerenti l’analisi della dottoressa Rumi, indica innanzitutto all’amministrazione comunale, poi a tutti i cittadini, una nuova prospettiva di vivere il territorio.
In politica “non bisogna più ripiegarsi su modelli ‘difensivi autarchici’ ma bisogna aprirsi alla “competizione e all’innovazione, sfide nelle quali un territorio può mettere in campo le proprie risorse e potenzialità in un progetto di sviluppo e crescita condivisi”.
In economia si evidenzia che l’attuale “mercato degli investimenti cerca le condizioni vantaggiose” che nella maggior parte dei casi risultano solo individuali dal punto di vista economico. Lungi dalla nostra concezione culturale, sociale, il privilegiare – quella che la dottoressa chiama “l’economia del bene” -, basata su elementi come: la funzionalità amministrativa, la qualità della vita, il rispetto del paesaggio e dell’ambiente, la valorizzazione delle persone e della coesione sociale.
È conveniente cambiare strada!
“Il mercato turistico che potremmo definire ‘di massa’, per i numeri e per i caratteri di standardizzazione, è infatti in forte riduzione a causa della crisi congiunturale, dell’esasperata concorrenza sugli stessi prodotti, ma anche per l’esaurimento strutturale della spinta della domanda verso soluzioni stereotipate… che creano luoghi in perdita dell’identità che stanno diventando ‘non luoghi’.
“Ma c’è un secondo mercato… definito ‘mercato dei viaggiatori’, della ‘qualità’ o ‘turismo della libertà’, che appare al contrario in crescita, riponendo il suo fine ultimo alla ricerca di ‘luoghi veri’”.
Ponza ha un suo marketing?
Il marketing che viene praticato sull’isola rimane individuale alla ricerca degli investimenti più comodi, più facili “si fa usando teorie e regole tradizionali dove tutti i territori si equivalgono di fronte a scelte dei potenziali investitori”.
Il marketing per ‘l’economia del bene’ è orientato alla qualità applicabile ai territori e lo si sperimenta proprio in quei territori ‘con l’anima’ caratterizzati da un vasto patrimonio ambientale, culturale e di competenze, di tipiche e sperimentate capacità di convivenza e coesione sociale, di un identità ben definita e per tanto, rivendicata”.
Mie conclusioni
La ricerca, la cultura, la scienza, la ricerca marketing-oriented, non possono che arrivare alle stesse conclusioni: un territorio che ha ancora un’anima non può inseguire gli istinti di selezioni naturali per la propria sopravvivenza ma deve coltivare la cultura, il bello, l’educazione.
L’Amministrazione Comunale deve conoscere il grande patrimonio storico, archeologico, antropologico e ambientale e comprenderne l’estrema vulnerabilità.
L’amministrazione deve essere consapevole che non si salva l’isola senza bloccare e invertire l’esodo invernale; per questo tutte le sue iniziative devono essere tese a dare continuità alla vita sull’isola.
L’Amministrazione Comunale non può fermarsi a fotografare che per esempio alla fine di settembre tutte le attività turistiche chiudono ma deve fare in modo che restare a Ponza con le attività aperte convenga.
L’Amministrazione deve comprendere che solo con i residenti, quelli che hanno scelto di vivere l’isola, si può prospettare il nuovo.
L’Amministrazione Comunale deve essere consapevole che le iniziative innovative e in linea con lo sviluppo “dell’economia del bene” sull’isola, non nascono dal basso e spontaneamente ma vanno indotte.
Il turismo è un opportunità ma che va orientato, ripensato, ristrutturato dall’Amministrazione Comunale con l’applicazione del“marketing-oriented”, per dare all’isola un’offerta turistica a misura della sua “anima”.
Spendere denaro pubblico: per creare le nuove competenze, per coinvolgere i cittadini nel processo di sviluppo economico, per promuovere la cooperazione, per stabilizzare e migliorare l’economia tradizionale e inventare nuove forme economiche, per ridistribuire la ricchezza tra i residenti, per salvaguardare le risorse naturali e quelle archeologiche rimane il più lungimirante degli investimenti politici per l’isola.
Da ciò si capisce che ogni scelta amministrativa che si programma, che si finanzia, che si progetta, che va da una semplice assunzione o dal rifacimento di una strada per arrivare ad una realizzazione di una struttura strategica, deve essere coerente con il progetto che anche la professoressa Ruini ha individuato nel suo studio: applicando il marketing-oriented al servizio dell’economia del bene.
Per un altro articolo sul marketing territoriale, del febbraio 2013, di Paolo Iannuccelli, leggi qui – NdR
arturogallia
23 Novembre 2015 at 07:24
Interessante. Dove si può trovare l’opuscolo?