di Antonio Impagliazzo
Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato la petizione che la CISL Scuola di Latina ha inviato ai responsabili scolastici della Provincia di Latina nonché ai sindaci di Ponza e Ventotene in merito ad alcuni problemi derivanti dall’applicazione del piano di ridimensionamento scolastico A.S. 2016/2017 (leggi qui)
Sull’argomento il prof. Antonio Impagliazzo ci fa pervenire alcune sue considerazioni che di seguito riportiamo.
La Redazione
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Le motivazioni esposte dalla CISL Scuola di Latina sono fondate e meritano attenzione, ma la proposta che viene formulata nella petizione, a firma del prof. Franco Maddalena, per un nuovo “dimensionamento scolastico” non tiene conto della trascorsa esperienza didattica, sociale e culturale poco stimolante che docenti e alunni delle isole hanno vissuto nei diversi anni.
Allo stato attuale, quasi tutti gli alunni che hanno frequentato le scuole elementari e medie nelle isole Pontine, per il proseguimento degli studi hanno deciso di indicare, per semplicità logistica e per affinità ambientale, la cittadina di Formia.
A tale proposito occorre evidenziare:
- I collegamenti marittimi delle due isole Pontine (Ponza e Ventotene), nel periodo invernale sono convergenti e coordinati, in modo prevalente, con la cittadina di Formia .
- Allo stato attuale non esiste alcun collegamento marittimo tra le isole di Ponza e Ventotene; l’esperienza della Comunità di Arcipelago è da ritenersi naufragata da troppi anni.
- I cittadini delle isole, da molti anni, utilizzano la città di Formia per i servizi socio-sanitari, l’assistenza specialistica medica, la sosta invernale, le attività commerciali e gli acquisti, i servizi per l’attività turistica, del raccordo ferroviario/stradale e del completamento scolastico .
Riproporre la stessa minestra riscaldata per gli anni futuri, vuole significare uno sguardo miope sulla finestra della storia dell’attualità, la quale deve tendere più alla rinascita sociale, economica e culturale delle isole che ad una visione limitata del comprensorio.
E’ opportuno che il mondo della scuola moduli il dimensionamento scolastico, relativamente alle tre realtà locali la terraferma (Formia) e le isole Pontine (Ponza e Ventotene) facendole coincidere con il comprensorio, ciascuna destinataria di pari opportunità e di pari dignità, pur riconoscendo alla cittadina di Formia il ruolo del coordinamento e della convergenza.
La recente riforma 107/2015, sul tema del trasferimento e delle supplenze degli insegnanti, assegna la competenza ai Dirigenti scolastici, i quali non devono disconoscere la realtà di ciascuna comunità e, tra queste, quella delle piccole isole, con i fenomeni connessi al disagio sociale, all’invecchiamento demografico ed allo spopolamento, ma devono promuovere e consentire a queste, una selezione di docenti e ausiliari destinati alle attività didattiche e di assistenza in loco, in grado di mantenere integro il fragile tessuto sociale e familiare di ciascuna realtà.
E’ necessario ed opportuno:
– riconoscere risorse finanziarie aggiuntive ai territori delle piccole isole per attuare una pluralità di attività didattico-culturali-formative al fine di poter rimuovere quel disagio socio-culturale-ambientale degli alunni e dei giovani, così come riconosciuto dalla Comunità Europea;
– assegnare al trasporto marittimo il compito di transfert di area, per la conoscenza dei luoghi ricchi di eccellenze, di valori culturali, di prodotti turistici ed ambientali, nell’intento di attuare un veicolo di interconnessione culturale e turistico del comprensorio.
Soltanto una visione complessiva della realtà, potrà consentirci di conoscere e scoprire i bellissimi monumenti della terraferma e le eccellenze delle isole: un tesoro racchiuso in uno scrigno, che ogni mattina, ci chiede di essere conosciuto e custodito.
L’ ipotesi di un “dimensionamento scolastico” così come proposto dal prof. Maddalena, non trova ampio consenso per le osservazioni elencate con la presente nota. E’ necessaria ogni premurosa attenzione e valutazione da parte dei soggetti politici, delle forze sociali e sindacali e di quelle economiche delle isole e della terraferma, al fine di attuare un dimensionamento di area rispettoso della cultura, della storia e dei valori naturali ed ambientali di ciascun territorio, assegnando ad ognuno di essi pari dignità di rappresentanza.
vincenzo
12 Novembre 2015 at 18:14
Ovviamente il discorso di Antonio è un discorso appassionato, idealista, qualcun altro direbbe “ideologico” ma le riforme anche scolastiche, parlano una lingua diversa, fatta essenzialmente di numeri; mi chiedo: “se non sono i Sindaci delle isole a fare di questi discorsi appassionati che speranza hanno le sempre più esili comunità isolane?”
Gli “idealisti” parlano di attenzione ai problemi strutturali per le isole, propongono per esempio che almeno per la gestione dell’acqua pubblica si costituisca un sub-ambito territoriale per le isole in modo che i Sindaci possano difendere meglio i diritti acquisiti e quelli da acquisire nei confronti di Acqualatina.
I “pragmatici” invece dicono non rompiamo accordi, non ci inventiamo niente, non irritiamo chi è deputato per legge e per volontà politica a gestire queste cose: con l’intelligenza e tra uomini pratici ci si intende per cui andiamo avanti così.
Gli “idealisti” chiedono linee di collegamento che facciano sentire gli isolani veramente cittadini d’Italia;
i “pragmatici” in Regione e in Comune dicono: questi privati hanno vinto il bando pubblico per cui si va avanti cercando di migliorare l’esistente gradualmente.
Gli “idealisti” che cercano di diventare “realisti” chiedono almeno il rispetto del contratto; i “pragmatici” dicono che la pazienza è la virtù dei forti al potere.
Gli “idealisti” chiedono per la scuola la piena occupazione dei residenti saltando i vincoli delle leggi, anzi maggior finanziamenti per progetti alternativi; i “pragmatici” si accontentano di avere almeno una scuola che resista alle fughe costanti di alunni e famiglie perché dopo tutto sanno che le loro responsabilità durano il tempo di un mandato elettorale o due.
Hai detto bene Caro Antonio, “La Comunità dell’Arcipelago Ponziano”, da tempo naufragata non ha mai avuto una autorevolezza politica, però è ancora in piedi. Rappresentanti, consiglieri e assessori delle due amministrazioni si incontrano periodicamente, in questo Ente per fare che cosa? Se sono solo i Sindaci a comandare almeno si istituzionalizzi questo coordinamento fra politiche e interessi delle due isole al massimo livello nella Comunità dell’Arcipelago in modo almeno di avere un appuntamento e un’agenda che riguardi il coordinamento della politica delle due isole e che abbia una vera autorevolezza decisionale.