Considero novembre come l’anticamera del letargo invernale: la temperatura si abbassa sempre di più, gli alberi spogli, gli uccelli che migrano, le piogge sono un po’ più frequenti ed abbondanti, i campi si avvolgono in una coltre di soffice nebbiolina: un senso di solitudine ci pervade… Sono questi gli elementi essenziali che uno tra i più celebri poeti statunitensi, Robert Frost (1874 – 1963) evidenzia nella seguente poesia:
My November guest
My Sorrow, when she’s here with me,
Thinks these dark days of autumns rain
Are beautiful as days can be;
She loves the bare, the withered tree;
She walks the sodden pasture lane.
Her pleasure will not let me stay.
She talks and I am fain to list:
She’s glad the birds are gone away,
She’s glad her simple worsted grady
Is silver now with clinging mist.
The desolate, deserted trees,
The faded earth, the heavy sky,
The beauties she so ryly sees,
She thinks I have no eye for these,
And vexes me for reason why.
Not yesterday I learned to know
The love of bare November days
Before the coming of the snow,
But it were vain to tell he so
And they are better for her praise.
E’ una poesia in rima, nel tradurla in italiano ho preferito usare il dodecasillabo: “Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti /dai boschi, dall’arse fucine stridenti, / …” (Manzoni, Adelchi ), proprio per dare l’idea del malinconico abbandono che si auto compiace, suggerito da questa atmosfera novembrina.
Ed ecco:
La mia ospite di novembre
Che pena io provo quand’è qui con me:
i giorni più grigi di pioggia per lei
stupendi e radiosi lo sono davver;
lei va passeggiando tra gli alberi spogli
tra l’erba bagnata degli erti sentier.
E’ sì capricciosa: non vuole ch’io sosti.
E mentre lei parla io lieto l’ascolto:
gli uccelli migranti… che gioia lei prova!
La rende felice, pei grigi suoi toni,
la nebbia vischiosa d’argenteo color.
Quegli alberi soli, laggiù appartati,
la terra deserta, il plumbeo del ciel,
agli occhi suoi strani son grandi bellezze,
“Ma tu non ammiri cotanta beltà?”.
Così lei mi assilla, chiedendo il perché.
Eppur non da ieri io provo l’amore
dei dì tanto vuoti del mesto novembre,
ben prima che arrivi la candida neve.
Però non importa che io glielo dica:
per giusta sua lode è meglio così.
NOTA: Robert Frost, insignito per ben 4 volte del Premio Pulitzer per la poesia, amico del poeta e saggista Ezra Pound, che l’aiutò a pubblicare alcune sue opere, fu uno dei poeti preferiti di John Fitzgerald Kennedy. ( da Wikipedia )
Di Silverio Lamonica; in condivisione con www.buongiornolatina.it