La Redazione
Con questa scritto iniziamo la pubblicazione completa di un piccolo libro di Patricia Sandra Feola.
Patricia è l’erede di una famiglia ponzese che tra le due guerre scelse di emigrare in Argentina.
Una storia di sacrifici, di sofferenze e di abbandoni.
Eppure una storia bella, positiva; di cui abbiamo mantenuto anche il fascino del fraseggio italiano, a volte incerto.
Questa famiglia continua a vivere in Argentina, ma ha conservato intatto il legame con Ponza, malgrado siano ormai quasi cento anni che i nonni di Patricia sono approdati in Sudamerica.
Come PonzaRacconta ci siamo dati l’obiettivo di creare un ente di coordinamento e valorizzazione tra l’isola e i ponzesi nel mondo.
Abbiamo già raccolto consensi tra quanti fuori dalla nostra isola sentono il bisogno di relazionarsi costantemente con essa.
Ne abbiamo già scritto e continueremo a farlo.
Sarebbe opportuno trovare il modo di valorizzare questo progetto con il contributo importante della “Pubblica Amministrazione”.
Ce lo auguriamo.
Dedico questa opera a Blanca,
la mia cara mamma, portatrice
della mia tranquillità spirituale ogni giorno,
come direbbe un‘amica: “il mio paracadute”;
oltre Giovanni col suo amore incondizionato.
E non posso dimenticare fare
un paragrafo apparte
alla memoria di Etero, mio papà,
che anni prima di morire
mi ha incoraggiato a continuare
con lo studio di questa lingua.
Indice
Introduzione
Storia di una famiglia di immigranti …………………………… ….. 1
Parte 1
La difficile scelta del posto …………………………………. …… 3
Nel “Taormina” con un biglietto solo di andata ….. …… 6
Ingeniero White si trasforma in un‘altra Ponza …… …… 7
San Silverio, protettore dei pescatori Ponzesi ….. ….. 1 1
Come si fanno i festeggi ……………………… ….. 1 1
Parte 2
Agata resta sola a Ponza ………………………… ….. 1 3
Cosa portare …………………………………………… ….. 1 9
Il viaggio ……………………………………………….. ….. 2 0
Agata in Argentina e il trasferimento verso Ingeniero White .. 2 1
L‘immagine dipinta nella mente presto era caduta ……… ….. 2 1
Bibliografia ………………………………………………….. …… 2 4
***
INTRODUZIONE
Storia di una famiglia di immigranti
Aniellantonio, uno dei 5 fratelli Feola, è nato a Ponza nel 1887, una piccola isola d‘Italia, di appena 7.5 km., appartenente alla regione del Lazio. Dal fatto che quest‘isola è di origine vulcanico e quasi tutto lo spazio è roccioso non si poteva fare altro che andare in mare, e approfittare le risorse naturali che dava l‘acqua. Perciò, la sua proffessione era obbligatoria: pescatore.
Insieme ai suoi fratelli, era proprietario di una barca: “Cavallo bianco e cavallo nero”.
Questo nome rispondeva al soprannome che portavano loro, come segno della forza animale che mettevano al lavorare.
A Ponza i tre maschi sono stati soci della barca.
Dopo aver percorso parecchi kilometri tra il 1925-6, andare negli Stati Uniti, e al Giappone mettendosi a lavorare in una nave di carico, nel 1927 e con 40 anni Aniellantonio prende la decisione finale: scegliere Argentina. Ma il viaggio sarebbe da solo.. non si poteva portare tutta la famiglia a una terra sconosciuta. Quel viaggio era andare alla scoperta di un mondo strano, senza sapere con quello che si avrebbe potuto trovare.
Suo fratello maggiore, Silverio, ha preso la stessa decisione. Sarebbero in due i coraggiosi che si sommerebbero a tanti altri paesani che avevano già un biglietto in mano.
Trascorrono sette anni prima che Agata Piro (1899), sua moglie di appena 35 anni, e i loro figli Pasquale (1925) e Rita Giuseppa (1927), potessero viaggiare verso l‘Argentina. Nello stesso piroscafo è venuta anche sua cognata Civita Mazzella, moglie di Silverio, che era ancora a Ponza con i loro 4 figli, Giuseppe, Maria, Gemma e Lucia.
Il lungo viaggio delle donne con i figli, è durato quasi 40 giorni, però c’era la possibilità di riunirsi con i mariti, quegli uomini che si erano sacrificati per loro, cercando di progredire e di veder crescere la famiglia.
La sorpresa è stato proprio all‘arrivare al porto di Buenos Aires, nel 1934, i piccoli che aveva lasciato erano cresciuti e non riconoscevano il papà.
Dopo sette anni la famiglia era una altra volta insieme, e questa volta per non allontanarsi.
Tre anni dopo Aniellantonio e Agata (i miei nonni paterni) avevano già 3 figli in più, Ana Maria (1935), Etero (mio papà, nato nel 1936), Leonardo Roberto (1938).
Sono passate poco più di 10 anni dall‘arrivo di Agata a Ingeniero White quando resta un‘altra volta sola: vedova e con 3, dei 5 figli, minorenni, in un paese che ancora continuava ad essere sconosciuto per tutti loro.
Come si passa di una vita in famiglia, al momento della difficile decisione d‘emmigrare, la rottura della famiglia nel senso di smembramento benchè transitorio, e una mescolanza di sentimenti, dall‘allegria, al dolore la sofferenza, e la confusione, è quello che cercherò di ricostruire della storia della mia famiglia.
Patricia Sandra Feola
Gli immigranti da Ponza a Ingeniero White (1) – Continua]