di Francesco De Luca
Sono caduti mille petali di rose, strappati dal vento o lievemente staccati.
Il cespo persiste, nonostante il calore martellante, e si orna di qualche bocciolo. Orgoglioso e meschino.
A questa stagione subentrerà un’altra; al levante imperante farà lo sgambetto il grecale. Affinché ogni vento abbia il suo sfogo e ogni sfogo il suo naturale processo.
Cadono i petali, avvizziti e deformi, giacciono in terra, simulacri di amori.
Vi ronzano i calabroni, e la rugiada imperla al mattino, e la farfalla svolazza gioiosa.
I petali delle rose cadranno ancora e questo lembo di terra li accoglierà. Come ha fatto con le speranze infrante e le attese disilluse.
Arida è la terra e spinoso ogni gambo, ma la bellezza della rosa permane, seppure reclusa e reietta, per deflagrare di meraviglia, domani.