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Assistere al rito della consacrazione di una chiesa e di un altare non è cosa di tutti i giorni.
E’ avvenuto ieri, 19 giugno, a Ponza nella chiesa della SS. Trinità dove, in occasione della celebrazione dei 240 anni della nascita della Parrocchia di S. Silverio e S. Domitilla, istituita come Regio Patronato da Ferdinando IV di Borbone nel 1775, il parroco, don Ramon Fajardo, ha voluto festeggiare l’evento completando la consacrazione dell’edificio sacro avvenuta il 4 settembre 1778. Allora, secondo quanto annota nei registri parrocchiali nel marzo del 1848 don Antonio Vitiello, Vicario foraneo, fu consacrato solo l’altare maggiore, mentre negli altri due, quelli dedicati attualmente all’Addolorata e a San Silverio, fu posta solo la pietra sacra.
Non essendoci traccia di una consacrazione della chiesa nella sua interezza né essendo mai stato consacrato l’altare su cui da dopo il Concilio si celebra messa, don Ramon ha ritenuto giusto e necessario procedere alla funzione di ieri.
Prima, col sostegno della famiglia Vitiello, ha provveduto a rimodulare l’altare nelle dimensioni e nella struttura architettonica, posizionandolo più indietro, verso l’altare maggiore, in modo da far riemergere le punta della stella configurata dai marmi del pavimento.
Accanto all’altare ha fatto erigere un ambone, anch’esso di marmo che, come previsto dalle prescrizioni conciliari, ha l’esclusiva funzione di essere il luogo da cui vengono lette e illustrate le letture sacre, mentre sull’altare maggiore, dove prende posto l’officiante, ha inserito il sedile, sempre di marmo.
Oltre a queste innovazioni, sono state sostituite le vecchie stazioni della via crucis, con delle semplici croci di marmo poste lungo le pareti dell’emiciclo e della navata.
La consacrazione di tutti questi elementi è stata oggetto della funzione officiata dal monsignore Fabio D’Onorio, Arcivescovo di Gaeta.
Alle 18.00 è iniziata la celebrazione con l’Arcivescovo che, uscito all’esterno dalla sagrestia e seguito dai sacerdoti locali, dagli altri officianti e dai fedeli presenti sul sagrato, ha aperto le porte della chiesa dopo aver invitato tutti i presenti ad ascoltare la parola di Dio.
La cerimonia di consacrazione, piuttosto lunga, ma non priva di momenti emozionanti, si è svolta, all’interno della liturgia della messa, mediante i tradizionali atti religiosi del lavacro attraverso la benedizione, della consacrazione attraverso l’unzione, dell’omaggio dell’adorazione attraverso l’offerta dell’incenso e della simbologia della luce che Cristo porta alle coscienze con la sua parola e il dono della sua vita attraverso l’illuminazione della chiesa.
Così, nella parte iniziale c’è stata la benedizione dell’acqua con cui monsignor D’Onorio ha asperso tutta la chiesa, i fedeli e l’altare.
Dopo le letture e l’omelia, c’è stata la litania dei Santi, seguita dalla deposizione in un cuore di metallo delle reliquie dei santi Biagio, Rosa da Lima, Rosa da Viterbo, Rosalia, Angela Merici, Francesca Romana, Lucia e Teresa del Bambino Gesù, a cui è stata aggiunta anche la pergamena con l’elenco dei nomi. Quindi il tutto è stato sigillato con l’uso della fiamma ossidrica e posto in una piccola nicchia ai piedi dell’altare che, subito dopo, è stato dedicato espressamente come luogo del sacrificio della messa mediante specifica preghiera dell’Arcivescovo.
E’ iniziata, poi, la fase dell’unzione col crisma sia dell’altare che delle pareti che sono state unte là dove erano poste le nuove croci della via crucis.
Al termine, lavate le mani, c’è stato il momento in cui si è reso l’altare luogo dell’offerta del sacrificio di Cristo, come avviene nella messa, attraverso piccoli bracieri in cui si è posto dell’incenso e, successivamente, con l’incensiere uno dei concelebranti ha incensato i fedeli e la navata della chiesa.
Spenti i piccoli fuochi, si è ripulito l’altare su cui sono stati posti una fine tovaglia di lino, un moderno candeliere con gli oggetti sacri per la celebrazione della messa, e si è illuminata la chiesa partendo dalle due piccole candele sull’altare fino alle luci nelle nicchie dei santi, alle lampade distribuite nel sacro edificio.
Dopo la Comunione, c’è stata l’antifona all’Eucarestia e, poi, la pisside che raccoglieva le ostie consacrate, è stata riposta nel tabernacolo rimasto vuoto e aperto fino a questo momento.
La funzione è stata registrata sul libro parrocchiale e su quello diocesano; ambedue sono stati firmati dall’Arcivescovo e da 7 fedeli: Salvatore Mazzella, Ornella Migliaccio, Giovanni D’Arco, Eva Mazzella, Flavia Vitiello, Luigi Ambrosino, Silverio Mazzella detto Peppe o’ Cafone.
Al termine della funzioni, sul sagrato, si è festeggiato con la bella e sempre molto gradita voce del soprano Giulia Sensati accompagnata dalla sapiente pianola del maestro Luca Spinosa, mentre tutti i partecipanti hanno goduto anche delle piccole prelibatezze della nostra cucina offerte dai ristoranti ponzesi e distribuite dalle donne della parrocchia.