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Il diavolo/denaro ha inventato la Troika : Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea, Banca Centrale Europea.“Oggi le nazioni sono come delle diligenze tirate da cavalli che corrono a gran velocità: c’è un Tizio che tira le redini, ma essi non rispondono e continuano a galoppare guidati da forze occulte. “I Tizio che fanno finta di guidare i cavalli sono i nuovi mediatori di interessi, i capi di governo non più votati ma imposti con sistemi antidemocratici. Ma anche le elezioni rimangono delle farse perché chiunque le vinca dovrà omologarsi ai voleri sovranazionali. Siamo circondati da finti guidatori ma che hanno una ottima formazione nell’apparire capaci. Gli uomini spot, i fotogenici, quelli che sanno ammiccare, camminare, twittare, muoversi e quindi comunicare. Dopotutto i nuovi leader si sono formati in televisione.Il capo del governo Renzi, è un campione “della ruota della fortuna” del Mike Bongiorno, il capo dell’opposizione Salvini bazzicava dalle parti del “pranzo è servito”, non dimentichiamo che siamo stati governati per venti anni da Sua Emittenza che ancora non molla il “posto in prima fila” in parlamento e infine il talebano Grillo, il comico che per anni ha avuto casa nella Rai a guidare quelli che stanno “oltre” per cui impossibile da raggiungere.
Tutti fuoriclasse della comunicazione: frasi giuste, misurate, facili da bersi come aperitivi, pensieri in pillole da ingurgitare prima e dopo ii pasti, messaggi rassicuranti come tisane per conciliare il sonno, parabole ottimiste per cominciare la giornata col piglio giusto.
E tutti: dal Sindaco di un piccolo comune, all’assessore regionale, al semplice parlamentare, per non parlare del capo gruppo e quindi del sottosegretario devono sintonizzarsi alla personalità del capo.
La carriera all’interno di questi contenitori, che si chiamano ancora partiti, è stabilità dalla capacità di omologazione.
Io mi immagino questi nuovi arrampicatori politici d’avanti allo specchio a imparare le frasi, a curare la camminata, lo sguardo, magari con l’aiuto di un tutor specializzato in comunicazione per le nuove tecnologie…
L’ultima vittima di questa mutazioni genetica della comunicazione politica è stato Pier Luigi Bersani.
Bersani l’ex segretario del PD, ha vinto di misura le ultime elezioni, che doveva stravincere, aveva un buon programma di governo ma la sfida televisiva con Sua Emittenza Berlusconi non la poteva vincere per cui ha perso molti consensi. Non c’è stato confronto contro il rapper della politica italiana, quello che spara le parole a mitraglia, specializzato a vendere in pochi secondi centinaia di prodotti politici usa e getta.
Dobbiamo concludere che il tempo dei Bersani è finito: il tempo dei ragionamenti che spiegano la complessità della risoluzione dei problemi, che partono da analisi ponderate, che inseriscono il problema nel suo contesto politico, sociale ed economico. Questi politici sono stati rottamati, asfaltati, messi in un museo insieme ai dinosauri.
Infatti la gente non ha tempo da perdere per capire, per lottare, per partecipare quindi delega e questi nuovi guru “cadono a fagiolo” a offrire i loro miracolistici prodotti.
I nostri nuovi eroi si pongono in continuazione obiettivi da raggiungere e questi vengono “Annunciati”. Una vera epidemia la “annuncite” ha colpito i politici d’Italia.
Per dar credibilità a quello che dicono e fanno si impongono dei tempi, fissano in continuazione d’avanti alle telecamere delle scadenze: “Fra una settimane completeremo questo, fra un mese andremo a risolvere quell’altro, entro sei mesi avremo cambiamenti epocali”. E quando le cose non vanno secondo le previsioni il bravo politico dice: “Ci sono gufi che stanno tramando contro di noi ma state tranquilli perché quello che altri non sono riusciti a fare in venti anni noi lo faremo prima della fine della scadenza del nostro mandato”.
Ma per essere ancora più credibili dicono: “Sono pronto a scommettere che fra qualche anno tutti saranno in grado di capire” …e: “Noi non siamo legati alla poltrona, noi abbiamo delle idee e le vogliamo mettere a disposizione dopodiché andiamo a casa”; “Due mandati è il massimo che si può concedere ad un politico per dimostrare le sue capacità”.
Due mandati come se dipendesse da loro, oppure dal popolo?
Una volta c’era il popolo sovrano adesso questi affabulatori, al servizio dell’occulto, hanno trasformato il popolo in pubblico pagante tasse e consumatore avido di sogni e di incubi.
I capi delle opposizioni per competere in questa continua televendita di false prospettive politiche o sono capaci di rispondere con strumenti strabilianti oppure finiscono dal psichiatra a raccontare il loro folgorante passato.
E infatti l’altro Matteo, il Salvini si reinventa la marcia su Roma, passando poi dai campi rom ai salotti razzisti, si fa ricevere prima da Le Pen e poi da Putin, con toni perentori, con le sue tutine, inventa sempre nuovi slogan e cavalca le ingiustizie dell’altra Italia, nell’altra Europa, nell’altro mondo cacciando a manate le soluzioni da uno zaino pieno zeppo di meraviglie.
Che bravi questi nuovi politici, sanno essere semplici e chiari, fanno esempi calzanti partendo dalla vita quotidiana: “Mio nonno mi ha insegnato a giocare a carte e mi ha detto che non sempre arrivano le carte giuste e spesso per vincere bisogna bluffare”. La saggezza dei nonni al servizio dei nipoti capi di stato: che meraviglia!
I Matteo, non importa se di governo e di opposizione si lasciano clonare e si moltiplicano dappertutto: sorridenti, ottimisti, possibilisti, con la soluzione pronta nel taschino o nello zaino e la gente ammira questi neonati che senza aver avuto bisogno di essere allattati dall’esperienza già twittano in politichese.
Siamo in una vera “deriva autoritaria”: siamo diventati passeggeri in un autobus che non hanno diritto di chiedere all’autista quale sia l’itinerario. Magari, tra i passeggeri c’è qualcuno che conosce la strada oppure può in qualche modo collaborare a cambiare la ruota che intanto si è bucata.
Impossibile “mettere becco”: chi chiede di sapere oppure chi vuole collaborare diventa un sabotatore, se va bene un piagnone. I passeggeri devono stare fermi ai loro posti e fidarsi ciecamente dei nuovi conducator.
C’è ancora qualche cittadino che non si rassegna a credere nella importanza della partecipazione, che crede ancora nella democrazia diretta e questi “indiani” sono relegati in riserve a fare Comitati di Quartiere o Associazioni Culturali e ricreative buone solo per l’elemosina di qualche TAR attento ai diritti delle minoranze.
Non ci resta che ARRENZERCI aspettando il miracolo del buco dell’ozono che si risucchi questi telegenici politici e se li porta nello spazio e magari un marziano gentile ci riporti in vita gli uomini che hanno scritto la costituzione e il manifesto di Ventotene.
Nota della Redazione – Vignette di Emilio Giannelli, disegnatore del ‘Corriere della Sera’ e autore della fortunata definizione “asinistra”