Erano altri tempi… a parte la propaganda politica fatta nel solito bar (o dal barbiere), i comizi erano il sistema più nobile per fare politica: il “casa per casa” lo facevano i democristiani, noi di sinistra “ci confrontavamo con la piazza”.
Eravamo negli anni ’80 circa (non sono mai in grado di essere preciso con le date) e ci presentavamo nella lista “Alleanza Democratica” in competizione per amministrare Ponza.
Noi giovani, la nuova leva ponzese, tutti freschi di studi universitari – qualcuno come me già lavorava come insegnante – ci sentivamo pronti ad amministrare questo paese con tante idee nuove da mettere in pratica: idee sociali di eguaglianza, ecc… ecc…
Per una fortunata coincidenza anche Silverio Corvisieri si presentava come candidato alla Camera dei Deputati nelle liste del P.C.I.
Questo rafforzava la nostra forza politica; eravamo orgogliosi di avere un Deputato che ci sosteneva. In realtà era stato lui che era venuto a chiedere voti perché aveva capito che correva il rischio di non essere rieletto (…e allora se non si facevano tre mandati non si pigliava la “pensione” da parlamentare).
Dopo aver fatto ‘megafonaggio’ per una settimana intera annunciando l’arrivo dell’Onorevole, tutto era pronto per l’atto finale.
Andando al dunque della questione, ci riunimmo in una casa per pianificare il comizio che doveva tenersi alle Forna poiché quella ‘piazza’ è ed è sempre stata ‘ostica’ e soprattutto difficile da convincere a votare a sinistra.
Io che allora insegnavo anche alle Forna, chiesi subito a Silverio di anticiparci il suo comizio (’u spieg’) in modo da potergli dare qualche consiglio su ciò che era meglio dire e soprattutto non dire, visto che noi conoscevamo bene il territorio.
Qui prendemmo il primo schiaffo politico, così brusco che ancora me lo ricordo. La sua affermazione: “A me neanche Berlinguer si permette di chiedere quello che dirò! …se volete saperlo venite al comizio!”.
Per noi, giovani di begli ideali, fu proprio una doccia gelata: noi che condividevamo tutto non ci aspettavamo proprio una frase del genere.
Piuttosto imbarazzati parlammo del più e del meno per far passare il tempo, aspettando l’ora giusta per andare alle Forna.
La mia macchina (una vecchia seicento bianca con le porte a vento) era quella ufficialmente usata per la campagna elettorale. Portai Silverio alla Calacaparra davanti al ristorante ‘Angelino’, luogo prescelto di allora e ancora adesso per i comizi.
Non c’era nessuno!
Corvisieri ci disse: “Piazza molto affollata” e senza scomporsi comincio a parlare al sole.
A quella battuta a tutti noi venne da ridere, ma con molta fatica riuscimmo a trattenerci; poi venne un cane bastardino che si mise davanti a Silverio e lui iniziò a parlare al cane.
Una scena simile a quei film western. Sotto al sole, la strada polverosa: silenzio totale, a parte la voce che si perdeva nell’aria mentre noi, con le lacrime agli occhi, stringevamo le gambe per non farcela sotto dalle risate trattenute.
vincenzo
11 Gennaio 2015 at 11:22
Caro Domenico era il 1975 ma qual è la morale della favola?
I Comunisti sapevano parlare ai proletari delle fabbriche ma non alla gente di Cala Caparra?
L”arroganza non paga mai?
Il potere del dottore era fortissimo lui poteva perdonare il voto a Don Mario ma mai che la sua gente potesse assistere ad un comizio di un mangiapreti?
Oppure al posto di “una risata vi seppellirà” “una risata vi farà pisciare sotto?”
Silverio Tomeo
11 Gennaio 2015 at 12:15
Meglio le favole senza morale, e questo ricordo che ci regala Domenico è per me molto gustoso… Corvisieri è stato deputato dal 1976 al 1984. Questa la succinta voce di Wikipedia, utile per la bibliografia e per ricordare il suo lavoro di giornalista, oltre che di storico: http://it.wikipedia.org/wiki/Silverio_Corvisieri. A me è capitato, nei primi anni ’80, di fare comizi per il PDUP in paesoni e paesini dove i boss democristiani avevano ingiunto alla popolazione di non partecipare in alcun modo: fu surreale, davanti alle piazze deserte, ma per orgoglio li feci lo stesso! In un paesino un popolano prese la sedia da casa e venne ad ascoltare da solo il comizio, per dignità e con coraggio. In città e in altri paesi, invece, nello stesso periodo, la piazza era partecipata e attenta. Ora quei vecchi blocchi di potere sono abbastanza decostruiti, l’alternanza e la democrazia competitiva vanno lisci come l’olio extravergine.
Domenico Musco
11 Gennaio 2015 at 21:26
Non è una favola. È un racconto di vita vissuta relativo ad un determinato momento storico che non ha nessuna morale e nessun sottinteso. È la cronaca di un comizio fatto a Calacaparra. Punto.
Una cosa però ricordo: di sicuro non era il 1975 perché allora mi ero appena laureato e non insegnavo ancora; credo che fosse veramente il 1980 in quanto ero già insegnante a Ponza ed mi ero candidato nella lista di sinistra con capolista Silverio Lamonica, contro la D.C. capeggiata da Franco Ferraiuolo. Se non ricordo male, fui 11esimo eletto su venti consiglieri; una vittoria con un margine sugli avversari di solo 29 voti.
A Ponza quel numero fu motivo di tanta ironia, in quanto nella tombola napoletana rappresenta una parte del corpo maschile di forte personalità…
Il sindaco Sandolo allora già stava fuori da tutti i giochi .
Grazie comunque, Vincenzo, per i tuoi commenti che ravvivano molto le pagine di questo giornale.
Sandro Vitiello
11 Gennaio 2015 at 23:54
Non era il 75 perchè venni anch’io da Milano, a fare lo scrutatore.
Corvisieri non aveva ancora ripreso a frequentare Ponza.
Lo incontrai alla fine di quell’anno al Teatro dell’Arte a Milano a festeggiare il primo anno del Quotidiano dei Lavoratori di cui lui era direttore.
Gli parlai di Ponza e mi disse che sarebbe ritornato.
vincenzo
12 Gennaio 2015 at 12:10
Subito dopo averlo scritto mi sono ricordato che veramente era l’elezione amministrativa del 1980. L’unità che si era costituita contro Sandalo era da tempo scomparsa. Nuove personalità politiche erano finalmente capaci di muovere da soli i propri passi. Farraiuolo vinse quelle elezioni rimettendo ordine nelle gerarchie del consenso popolare sull’isola e ripristinando l’egemonia democristiana dopo la parentesi del Comitato di Liberazione ponzese rappresentato dall’Alleanza Democratica del 1975.
Caro Domenico io so che tu non ami la polemica ma in tutto c’è una morale anche se involontaria, comunque ti ringrazio per aver capito che la mia grafomania è necessaria, anche le polemiche ideologiche di Silverio Tomeo sono necessarie, in questo sito. Io, a differenza di Silverio Guarino, invito tutti a dissentire oppure ad esprimere il consenso ai miei articoli e anche a quelli degli altri con più continuità e passione.
Ripeto: non serve a nessuno il silenzio.
Anche io ho apprezzato l’Epicrisi in pigiama, per cui leggera, di Rita; ci provai anche io dall’esterno di Ponzaracconta (qualcuno si ricorderà) e quindi condivido che la Redazione ogni settimana faccia il punto dei pensieri espressi: è un modo per dare continuità al dibattito.
Grazie Rita.