Mafia Capitale, Vigorelli: “Con Ferraiuolo e D’Arco ci vediamo in Tribunale”
Articolo ripreso integralmente dal giornale on-line http://www.h24notizie.com
Attualità
12 dicembre 2014 – 19:37 Comunicato Stampa
“Ho letto una lettera dei due consiglieri di minoranza e ho provato vergogna per loro”, commenta il sindaco di Ponza Piero Vigorelli. “Come molti sanno, non solo a Ponza, io sono stato condannato a morte dalla mafia e per molti anni, su disposizione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ho vissuto sotto scorta, anche durante le mie vacanze a Ponza. Quei due signori (si fa per dire), prima di gettarsi in spericolate speculazioni politiche, lanciando sospetti velenosi nei miei riguardi, farebbero bene a sciacquarsi la bocca. Qui di infamante c’è solo la loro infamia.
Anche a ragione di ciò, ho dato mandato ai miei legali di procedere penalmente nei confronti dei due consiglieri di minoranza, ed anche nei confronti del cosiddetto ‘Comitato Ponza nel Cuore’ e del sito web ‘Ponza racconta’, diventati ormai specialisti in diffamazione e calunnie nei confronti dell’Amministrazione che sta ripulendo l’isola dal malaffare sul quale ha galleggiato per anni.
Quanto alle vicende emerse da un articolo del quotidiano Il Messaggero, dove ho lavorato per 15 anni, sono evidenti tre cose.
La prima è che il Sig. (si fa per dire) Carminati aveva amicizie a Ponza, se non altro perché nel 1983 (o giù di lì) era stato mandato sull’isola in domicilio coatto. Da fascista qual è, come vendetta della storia che aveva visto i fascisti confinare a Ponza i loro avversari politici. La seconda è che il Carminati aveva sognato di acquisire un bar a Ponza perché, per via delle pregresse amicizie, il titolare aveva acceso un prestito con lui. Per fortuna il debito era stato saldato e quindi non era scattata la ritorsione. Circostanza che l’Amministrazione ha comunque appreso dalla lettura del Messaggero. La terza è che i delinquenti di Mafia Capitale sognavano di realizzare una speculazione edilizia a Ponza, su un manufatto con una bella vista sul mare e Palmarola.
Leggendo il nome riportato nell’articolo del Messaggero, quello di Mario Zurlo, l’Amministrazione ritiene che il sogno di coloro era un immobile che è stato oggetto di misure repressive da parte dell’Arma dei Carabinieri e dell’Amministrazione comunale dal 2010 fino al 2014. Da notare che l’intero cantiere era stato posto sotto sequestro da parte della Procura di Latina nel 2011. Il Zurlo era il procuratore della ‘Supermario Gestioni Immobiliari srl’, insieme al Sig. Giovanni Dies in qualità di procuratore speciale.
Questa società il 4 maggio 2010 aveva acquisito un immobile in località Cuore di Gesù e, successivamente, il 20 ottobre 2010, un attiguo terreno di proprietà del vicesindaco del Comune di Ponza quando il sindaco era Franco Ferraiuolo. Sta di fatto, in ogni caso, che la precedente Amministrazione e l’attuale hanno sempre contrastato le operazioni illegali di quella società, che continuava a presentare progetti a firma del geom. Pietro D’Andrea. Successivamente alla ‘Supermario’ è subentrata la società ‘Pontos srl’ che, ad esempio, il 13 dicembre del 2013 è stata oggetto di una diffida da parte dell’Ufficio Tecnico di Ponza.
Tutto questo, in breve sintesi, emerge da una rapida lettura delle carte in possesso del Comune.
Ovviamente il Comune è assolutamente pronto a collaborare con la Procura di Roma per fornire tutti gli elementi e gli atti che riguardano questa vicenda, che vede coinvolte persone e personaggi che certamente non hanno mai avuto a che fare con l’attuale amministrazione e che, forse, hanno avuto favori e mangiato l’aragosta in altri tempi e in più sinistre circostanze amministrative.
Nello stesso tempo il Comune di Ponza, se all’udienza preliminare sarà chiamato dalla Procura di Roma come parte offesa, si costituirà Parte Civile nel procedimento. Così come ha già fatto in altri procedimenti penali che riguardano ex sindaci e ex amministratori”, conclude il Sindaco Piero Vigorelli.
Silverio Tomeo
14 Dicembre 2014 at 17:00
Da Guido Neppi Modona, illustre giurista, leggo: “Il domicilio coatto, che ora assume la denominazione di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno in un determinato comune ed è applicato soprattutto agli indiziati di appartenere ad associazioni mafiose (legge 31 maggio 1965, n. 575), viene esteso anche a forme di pericolosità politica (legge 22 maggio 1975, n. 152), e cioè a coloro che hanno fatto parte di associazioni politiche neofasciste o hanno compiuto atti preparatori diretti alla ricostituzione del partito fascista o a commettere reati con finalità di terrorismo”. Nelle numerose biografie in rete, ad esempio: http://www.faustoeiaio.org/html/carminati.htm e da quelle cartacee, ad esempio in “Destra estrema criminale” di Mario Caprara e Gianluca Semprini (Newton Compton, 2014), non risulta questo provvedimento per Massimo Carminati a Ponza. Risulta che nel 1983 era in libertà vigilata per motivi di salute, grazie anche alla campagna d’opinione dei radicali e del MSI a suo sostegno, e che nel 1984 venne rinviato a giudizio e poi assolto dal giudice Fernando Imposimato. Nel 1982 era stato in carcere preventivo a Roma, dove conobbe Salvatore Buzzi e tramite Peppe Dimitri probabilmente anche il giovane Gianni Alemanno, vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/12/mafia-capitale-rebibbia-1982-buzzi-carminati-alemanno-dividevano-galera/1268295/. Carminati sorvegliato speciale a Ponza nel 1983 o giù di lì? E qual’è la fonte? O se – nel caso – ci venne solo in vacanza, per quanto più o meno sorvegliato, o con obbligo di firma? Così come altri criminali neofascisti in quegli anni? Come, pare, anche uno degli assassini del Circeo che ci sarebbe venuto da latitante nel 1977 in barca a vela dalla Corsica?