Diavolo di un Sandro Russo, che riesce a farti ricordare le cose più belle ed indimenticabili della tua gioventù. Ma perché, proprio noi che abbiamo vissuto a Ponza le nostre verdi estati abbiamo questo amore “viscerale” per Jacques Brel?
Intanto, la nostra generazione, sceglieva, come lingua straniera, solo ed esclusivamente il francese (inglese: Bleah!, come avrebbe pensato Snoopy) e anche chi come me aveva frequentato il Liceo Classico (lingua straniera solo quattro anni: II e III media e poi in IV e V Ginnasio) rispetto alle altre scuole, in cui la lingua straniera veniva studiata per tutti e cinque gli anni superiori (quattro per le magistrali), vivendo a Ponza d’estate, si aveva il modo di perfezionare il francese e la sua conoscenza: anche parlata e scritta.
Alla fine degli anni ’50 ed agli inizi degli anni ’60 il “Club Azur”, con i suoi turisti d’oltralpe, riempiva la nostra isola da giugno a settembre; la loro sede preferita era l’hotel Bellavista, dove la zia Linda Verde (una vera e propria imprenditrice “ante litteram”), era riuscita ad ottenere una residenza preferita.
Col profumo (o puzza?) delle loro sigarette “Gitanes” o “Gauloises”, gli ospiti francesi del “Club Azur” riempivano le nostre strade e le nostre spiagge; con le risa spensierate dei vari “Dédé” o “Louisette”, noi vivevamo con loro quel 14 luglio (festa della repubblica francese), che, sull’isola, diventava più rumoroso e solenne di quello degli Champs-Elysées di Parigi.
E poi, dopo il mare, nei pomeriggi oziosi delle estati dorate: “opération marsala”; si gustava un quartino di marsala seduti ai tavolini della osteria di mia nonna Fortunatina e di mia zia Concettina, il “Rifugio dei naviganti”, vero ed unico locale ad avere questo nome prima che (purtroppo non c’era l’iscrizione alla SIAE) un’altra attività di ristorazione se ne appropriasse successivamente.
Il “Rifugio dei naviganti” era sotto la Chiesa a Ponza, in via Roma 1; mia zia Concettina ostentava orgogliosamente sulla porta dell’osteria un manifesto dipinto e firmato “Club Azur”, che garantiva la qualità del marsala offerto e che il contiguo bar Amato (da chi?), non aveva.
E così tutti passavano al “Rifugio dei naviganti”; i turisti riempivano di “coccole” le due proprietarie che si godevano questa gioiosa popolarità.
Prima della salita che li avrebbe portati all’hotel Bellavista, i turisti francesi si fermavano infatti a gustare il marsala, ed io, che li servivo a tavola, arrotavo la mia “erre” moscia e miglioravo la mia dizione (rimediando le prime mance da cameriere)
La mia professione (e le mie vacanze) mi ha portato successivamente a Parigi in più occasioni (la scuola medica ematologica europea è nata infatti a Parigi, per opera del prof. Jean Bernard presso l’Hopital Saint-Louis) e il mio francese è andato sempre meglio.
Jacques Brel: diavolo di un Sandro Russo!
Lo abbiamo amato, cantato e tanto tanto ascoltato (ne conservo i 33 giri in “vinile”).
A parte i pezzi meravigliosi da te riportati, ricordo – e a questo punto ti chiedo di aggiungerla in video – anche una di quelle sue canzoni dolcissime e divertenti, come “Madeleine” (dixieland che narra di uno sfigatissimo e speranzosissimo innamorato che, a cantarla, migliorava la nostra “erre” moscia con quel: “on prendra le tram trente-trois”)… Oltre a “La valse à mille-temps” che ha riempito le nostre serate estive ponzesi passate a parlare, giocare, pensare e ad amare in rigorosa lingua francese.
Do you remember?
YouTube , Madeleine, registrazione del 1966 – Jacques Brel – Amsterdam (Live officiel Les Adieux à l’Olympia 1966)
.
.
Ce soir j’attends Madeleine
J’ai apporté du lilas
J’en apporte toutes les semaines
Madeleine elle aime bien ça
Ce soir j’attends Madeleine
On prendra le tram trente-trois
Pour manger des frites chez Eugène
Madeleine elle aime tant ça
Madeleine c’est mon Noël
C’est mon Amérique à moi
Même qu’elle est trop bien pour moi
Comme dit son cousin Joël
Mais ce soir j’attends Madeleine
On ira au cinéma
Je lui dirai des “je t’aime”
Madeleine elle aime tant ça
Elle est tellement jolie
Elle est tellement tout ça
Elle est toute ma vie
Madeleine que j’attends là là
Ce soir j’attends Madeleine
Mais il pleut sur mes lilas
Il pleut comme toutes les semaines
Et Madeleine n’arrive pas
Ce soir j’attends Madeleine
C’est trop tard pour le tram trente-trois
Trop tard pour les frites d’Eugène
Madeleine n’arrive pas
Madeleine c’est mon horizon
C’est mon Amérique à moi
Même qu’elle est trop bien pour moi
Comme dit son cousin Gaston
Mais ce soir j’attends Madeleine
Il me reste le cinéma
Je pourrai lui dire des “je t’aime”
Madeleine elle aime tant ça
Elle est tellement jolie
Elle est tellement tout ça
Elle est toute ma vie
Madeleine qui n’arrive pas
Ce soir j’attendais Madeleine
Mais j’ai jeté mes lilas
Je les ai jetés comme toutes les semaines
Madeleine ne viendra pas
Ce soir j’attendais Madeleine
C’est fichu pour le cinéma
Je reste avec mes “je t’aime”
Madeleine ne viendra pas
Madeleine c’est mon espoir
C’est mon Amérique à moi
Mais sûr qu’elle est trop bien pour moi
Comme dit son cousin Gaspard
Ce soir j’attendais Madeleine
Tiens le dernier tram s’en va
On doit fermer chez Eugène
Madeleine ne viendra pas
Elle est elle est pourtant tellement jolie
Elle est pourtant tellement tout ça
Elle est pourtant toute ma vie
Madeleine qui ne viendra pas
Mais demain j’attendrai Madeleine
Je rapporterai du lilas
J’en rapporterai toute la semaine
Madeleine elle aimera ça
Demain j’attendrai Madeleine
On prendra le tram trente-trois
Pour manger des frites chez Eugène
Madeleine elle aimera ça
Madeleine c’est mon espoir
C’est mon Amérique à moi
Tant pis si elle est trop bien pour moi
Comme dit son cousin Gaspard
Demain j’attendrai Madeleine
On ira au cinéma
Je lui dirai des “je t’aime”
Et Madeleine elle aimera ça.
Sandro Russo
12 Dicembre 2014 at 09:57
Proprio così, caro Silverio.
L’infanzia e l’adolescenza! Tutto comincia da lì… La letteratura in proposito è sterminata…
Ponza è stato il nostro romanzo di formazione (bildungsroman).
Ecco perché malgrado tutto quel che ci può essere successo, alla fine smettiamo di combatterci contro e ci arrendiamo. Non siamo i primi e non saremo gli ultimi: è più forte di noi!