Ci siamo. Le orde dei cavalieri bianchi stanno arrivando da levante. Per ora gli stendardi sono minuscoli e circondano l’isola.
L’assedio sta prendendo corpo nel tempo che la luce va adombrandosi nel pomeriggio ceruleo. La massa del mare è tutta un tremore di onde che vanno organizzandosi per sferzare l’attacco in modo ordinato e compatto. Convogliano l’enorme energia delle onde i cavalloni le cui bande bianche si srotolano all’incalzare del vento, e si innalzano.
La prima difesa, quella delle coste, già rompe ogni tentativo d’assalto e le orde delle onde in collera si rompono, sbruffano, si sfaldano in schiuma bianca. Le marine soffrono di più l’attacco, lo si nota dalla linea bianca della schiuma sulla battigia, dove si frangono i marosi, non senza aver gridato la rabbia al vento. E le conche di Frontone, del Core, amplificano il mugghìo e atterriscono, ma non cedono.
La bassa ramaglia delle ginestre e delle eriche sibilano alla violenza del vento, emettono i mugolii con cui solitamente sopportano l’infuriare degli elementi.
Il paese sembra raggrumarsi su se stesso. Le luci delle strade assemblano le case che paiono ergere una muraglia contro tutto quanto può intimorire il cuore. È qui che si combatte la battaglia più acre. Chi vincerà ? Lo scuro del cielo che cela le insidie del mare e del vento o l’animo che, imperterrito, persegue le sue idealità ?
La notte incombente sospende ogni giudizio.
Foto qui sopra: di William Prandi
Immagine di copertina: foto di Massimiliano Fattorini