Quell’estate Giorgio, mio figlio, aveva tre anni. Andando a fare il bagno alla “Parata”, stavamo passando davanti alla casa dove oggi dimora, al primo piano, la famiglia Iacono; quel palazzo a due piani, imponente e maestoso, che si vede bene entrando nel porto di Ponza.
Lì io nascevo alle 11.45 del 29 aprile 1949.
Passando davanti al portone che si apre sopra un gradino di marmo, feci notare a Giorgio un cartello che era attaccato allo stesso portone: “Vedi – gli dissi – sul cartello si legge: “Qui nacque il grande”, per ricordare la mia nascita.
Con stupore e con un certo orgoglio Giorgio mi osservò e mi sorrise compiaciuto, proseguendo per la “Parata” e volgendosi spesso indietro per gustare meglio quel cartello.
Giorgio imparò a leggere e a scrivere e scoprì con malcelato disappunto che il cartello diceva solo: “Affittasi camere per i mesi estivi, rivolgersi a…”
Quando il tutto fu scoperto scoppiammo in una risata liberatoria pensando che forse lì era nato solo un grande… bugiardo.
Certe frasi, soprattutto quelle belle, si scrivono solo dopo la morte.
vincenzo
4 Ottobre 2014 at 08:53
“L’ombra di mio padre due volte la mia, lui camminava ed io correvo” (da: La Casa di Hilde di Francesco De Gregori; 1973)
Penso che per Giorgio quell’omone che lo conduceva alla Parata già era il suo grande eroe, aldilà dei falsi cartelli.