– Allora l’hai vista, la prima puntata di Un’altra vita? Che te ne pare? – continuo a chiedere in giro.
Giuann’, come al solito, formula un giudizio ampio e articolato: – Io farei anche un paragone con un’altra fiction, Capri, dove attori molto bravi e brillanti hanno reso assai avvincente la trama, di per sé più consistente. Ma il paesaggio di Capri di fronte a quello di Ponza, così ben descritto dalla regista, sfigura e parecchio. Lì non c’era lo stereotipo dell’isolano diffidente e curiosone, ma appariva maggiormente il tessuto sociale degli abitanti di quell’isola, cosa che forse noteremo nelle prossime puntate.
– Il paragone con Capri non esiste – dice Luisa – lì hanno girato tutto altrove, e ogni tanto inserivano un’immagine stereotipata dell’isola, tipo spot pubblicitario.
– Ponza non tiene ciorta – si lamenta Margherita – Procida è stata location de Il Postino, visto in tutto il mondo anche perché ha vinto un Oscar. A Ventotene è stato girato un film bellissimo, Sul Mare, tratto da un libro ancora più bello, che raccontava una vicenda credibile in un contesto reale.
– Bellissimo, d’accordo, ma quanti lo hanno visto? – interviene Gigino.
– E la fiction in Tv, quanti la vedono? I numeri ci dicono solo quanta gente tiene il televisore acceso e sintonizzato su rai1 – ribatte Margherita.
– L’ho vista, l’ho vista – conferma Giovanna – nel frattempo preparavo i calamari ripieni per l’indomani, i miei nipoti ne vanno pazzi.
– Qual è il giudizio della tua famiglia? – chiedo.
– Dipende. Io dico “ottimo”, mio marito “insipido”.
– E i bambini?
– I bambini si sono allegriati: hanno fatto il bis sia della pasta che delle fette di calamaro-.
Disagio e preoccupazione ha suscitato la dichiarazione della regista Cinzia Th Torrini: “E’ stata un’esperienza unica come regista avere Ponza tutta per noi. Un centinaio di persone, tra troupe e attori, sbarcati con camion e attrezzature in pieno inverno, tre ristoranti e un albergo aperti apposta per noi. Dove sono gli abitanti? Come facciamo con le comparse? Sembrava di essere noi stessi dentro la trama del nostro film. Da dietro le finestre ci guardavano con sospetto. Sembrava che si chiedessero: che ci fanno qui? Hanno sbagliato stagione
…Poi siamo riusciti a farli uscire dalle loro case. Li abbiamo convinti a far parte del film. A loro è piaciuto e alla fine ci hanno ringraziato per aver “svegliato” l’isola, accorciando il lungo periodo di attesa per la buona stagione, quando finalmente tutto si anima e si apre”.
Dietro le finestre… Janare? Munacielli? Ladri? La cugina con cui si è in causa, che si è installata in casa e prima o poi farà valere l’usu capione? Il vino del Fieno?
Nulla di tutto questo: è risaputo che le osservazioni dalla finestra, da che Ponza è Ponza, da Galilei in poi, vengono fatte con l’ausilio del binocolo, che la registra non menziona; anzi attribuisce espressioni sospettose e interrogative che mai avrebbe potuto cogliere su visi semicoperti dagli strumenti ottici.
Sto maturando la convinzione che la fiction, più che un genere televisivo, sia uno stato dell’anima, una tela su cui ognuno proietta ciò che vuole: nel caso di Giuann’ prendono corpo Loretta Goggi dei tempi de La Freccia Nera o il conturbante flamenco di Natalia Estrada; l’immaginario della th Torrini proietta invece lugubri donne ammantate di nero, mute, ostili, che escono di casa solo per andare in chiesa; cariatidi che dopo tre giorni – dallo sbarco della troupe – resuscitarono.
Consenso unanime sull’uso dei droni: le riprese aeree sono semplicemente spettacolari. Vincenzo se li è visti roteare sulla testa mentre stava zappando e gli è preso un colpo: aveva apparato pure cocche trappulella e il pensiero è andato immediatamente a un controllo della forestale…
I colori sono “troppo saturi; in alcune riprese sono irreali, quasi ‘nquacchiuse. Evidentemente hanno utilizzato dei filtri” – secondo Enzo Di Fazio, appassionato di fotografia.
– E’ giusta questa osservazione sui colori ma potrebbe essere positiva – dice Sandro Vitiello, altro bravo fotografo dilettante – e le riprese con i droni sono eccezionali.
Silverio Mazzella del Brigantino è entusiasta; secondo Luigi Di Meglio i filtri ci sono, oramai sono inevitabili, li usa anche chi fotografa col cellulare o fa il filmino amatoriale.
Maurizio Musella, che ha accompagnato diverse troupe televisive in giro per l’isola, assicura che non c’è trucco e non c’è inganno, i colori sono quelli delle giornate primaverili, in cui il maestrale spazza ogni traccia di foschia.
Adriano Madonna
18 Settembre 2014 at 08:37
Che vi devo dire? Per quanto mi riguarda, io mi sono “arrecriato” nel vedere la “mia” Ponza e i miei vent’anni, tant’è che, come un ragazzino, ogni volta che si vedevano quei panorami battevo le mani. Non ho vergogna nel dire che mi sono quasi commosso.
Ovviamente, per me “Un’altra vita” suscita sensazioni diverse da quelle che può provare un milanese che a Ponza non è mai stato. Sono certo che quando “Un’altra vita” sarà terminato, mi dispiacerà e mi mancherà qualcosa.
I commenti sulla vicenda e su altre cose facciamoli alla fine: può darsi, infatti, che venga fuori una trama con la “T” maiuscola!
Un saluto a tutti
Adriano Madonna
Luisa Guarino
18 Settembre 2014 at 19:49
Dante, mio marito per chi non ci conosce, che attualmente è in Tanzania, mi ha telefonato emozionatissimo perché stava vedendo in tv, su Rai Italia, la prima puntata della fiction ‘in differita’. Non stava nella pelle. Quest’estate non è riuscito a venire a Ponza, e vedere quegli scorci e quell’acqua trasparente lo ha insieme ‘arricreato’ e fatto venire tanta nostalgia. E ora, più di tutti noi, aspetta con ansia le prossime puntate. Ma c’è altro. Mi ha detto anche che il famoso attore Denzel Washington, in un’intervista al Tg Uno delle 20 ha menzionato Ponza tra i luoghi più belli da vedere, insieme a Roma e altre meraviglie di casa nostra. Meritiamocela quest’isola, amici miei!