recensione di Silverio Lamonica
Probabilmente molti lettori di Ponza Racconta si domanderanno: “Zocchi, chi è costui? Uno dei tanti “forestieri” che amano l’isola e da questo “scoglio” dove vengono sprecate tante parole al vento, giusto per dire qualcosa – pinzillacchere per l’appunto – ha tratto ispirazione per questa sua opera?
Ebbene, Raffaele Zocchi è napoletano doc ma nello stesso tempo è anche ponzese. Non voglio tirarla per le lunghe, Raffaele è il marito di Angela Di Monaco, quindi genero del Dr: Francesco (Ciccillo) Di Monaco, già funzionario della Prefettura di Latina. Uno dei racconti, “Un viaggio pericoloso”, nella sezione “Un’isola racconta”, ha come protagonista appunto suo suocero.
Ora che abbiamo chiarito di chi si tratta, esaminiamo senza superficialità i suoi racconti, il cui titolo potrebbe trarre in inganno. In realtà l’amico Zocchi con sottile ironia, denuncia le assurdità in cui tutti siamo coinvolti nel nostro vivere quotidiano a causa di leggi e regolamenti, codici e codicilli, commi e sotto-commi assurdi e contraddittori. In questa selva oscura cerca di districarsi, come meglio può, la sua creatura, il solerte Ragionier Lo Turco, che sotto alcuni aspetti ci rimanda a Monsù Travet di Vittorio Bersezio , però mentre quel grigio e rassegnato impiegatuccio statale si ribella, alla fine, alle vessazioni del suo capo sezione, il nostro ragioniere reagisce a modo suo e in maniera altrettanto decisa, allo stalking di quel groviglio di norme, ma viene – suo malgrado – sopraffatto. Però, una volta “appresa la lezione” riesce a piegare certe assurdità al proprio vantaggio, come nel caso del “terzo trasportato”, tanto da indurre l’avversario, ossia chi le promulga, a modificarle, come in un’avvincente partita a scacchi, in cui però chi detta legge ha sempre la meglio, salvo forse un’eccezione che lascio al lettore scoprire.
Nel capitolo “Un’isola racconta” l’autore descrive fatti e personaggi che vivono ad “Eleuteria”, un luogo immaginario, ma fino ad un certo punto, dal momento che si tratta di persone ed eventi reali, come quel “viaggio pericoloso” di cui abbiamo parlato all’inizio, oppure “Odisseo moderno”; in realtà qualche nome ispirato all’antica Grecia e ad Omero, a Ponza esiste. Appunto nel segno di questa “classicità”, nel medesimo racconto, il personaggio saggiamente cerca di far convivere le sue esigenze abitative con le tracce di una civiltà antica presenti nella sua proprietà, traendone profitto. Ma tutti sappiamo che una cosa del genere è una chimera, dal momento che – in genere – non sappiamo apprezzare e valorizzare il patrimonio archeologico che possediamo. Non è mancata e non manca a Ponza-Eleuteria la visita di qualche personaggio illustre, come il Re del Belgio, per l’appunto, che Minicuccio, incurante del “protocollo”, omaggia a modo suo.
Inoltre senza alcuna difficoltà identifichiamo “le guaritrici” nostrane di un tempo: dalle levatrici all’acconcia ossa, alla leva spine… Quante volte ci siamo affidati alle loro cure, provandone sicuro giovamento?
Ma, prima di lasciare questa parte della presentazione vorrei soffermarmi sul significato della parola “Eleuteria”, che in greco antico significa “libertà”. Perché questo vocabolo? Forse perché in quest’isola ci si sente veramente liberi da qualsiasi condizionamento? Oppure il termine è posto in senso ironico, dal momento che oggi Ponza è assoggettata ad una miriade di vincoli e di divieti? Ma, leggendo con attenzione i racconti, in entrambi i casi l’autore ne subisce il fascino.
Nell’ultima parte “Altri racconti”, prevalgono ancora l’assurdo e l’inverosimile, scaturiti di nuovo da leggi paradossali, questa volta da certe famigerate direttive europee che mettono a repentaglio l’esistenza della pizza, come in “Una storia probabile” . Sol perché dopo la moneta unica, la Comunità Europea pretenderebbe di introdurre il cibo unico, forse il wurstel . Ma la scappatoia il nostro bravo autore, da napoletano verace qual è, l’avrebbe già architettata.
Molto stimolanti sono i racconti relativi allo sport, le “Neodisolimpiadi” in modo particolare, dove l’autore descrive le difficoltà dei diversamente abili nel superare barriere architettoniche a volte invalicabili: è una denuncia, tanto più efficace, proprio perché espressa in chiave ironica. E sempre a proposito di sport, l’ironia, a mio avviso, raggiunge il suo apice nel racconto “Calcide” in cui il tifo per le squadre di calcio degli pseudo- sportivi, affetti da “ira funesta” nei confronti dell’avversario, ispira all’amico Raffaele una gustosa parodia di alcuni versi dell’Iliade, infarcita da vocaboli tratti direttamente dalle opere di Omero.
Il volume, in sostanza, come nota la stessa Vittoria Caso nella prefazione, si snoda all’insegna del classico castigat ridendo mores , ed è scritto in forma chiara e lineare, grazie alla preparazione umanistica dell’autore che, pur essendo un ingegnere meccanico, sa leggere di greco e di latino, per dirla alla Carducci.
Note
La copertina del libro è del pittore Richard Dadd: “The Fairy Feller’s Master-Stroke
Immagine della copertina in .pdf ad alta risoluzione: Pinzillacchere. Copertina libro di R. Zocchi
Il quadro “The Fairy Feller’s Master-Stroke – Il colpo da maestro del boscaiolo fatato” di Richard Dadd, pittore inglese (1817-1886). Il quadro è esposto alla Tate Gallery di Londra e rappresenta un taglialegna fatato che sta per spazzere in due una noce, mentre intorno fate, elfi e strani personaggi aspettano di vedere il suo colpo da maestro.
raffaele zocchi
7 Agosto 2014 at 13:28
Desidero ringraziare gli amici Silverio e Rosanna, che hanno affettuosamente e con maestria presentato il libro e tutti gli altri amici che hanno partecipanto all’evento ieri pomeriggio.Un particolare ringraziamento a Mariano che ci ha ospitati al Winspeare. Altre copie del libro sono disponbili presso la libreria Il Brigantino. Spero che il libro piaccia a quelli che lo leggeranno e mi aspetto i loro commenti. Grazie Raffaele Zocchi