Ho ‘scoperto’ la giornata commemorativa dell’affondamento del piroscafo Santa Lucia in una circostanza molto dolorosa. Era il 1993, mia madre era morta da pochi giorni e io ero rimasta a Ponza per sistemare alcune pratiche burocratiche. Poco prima del 24 luglio da parenti e conoscenti ho sentito parlare di quella circostanza, quell’anno particolarmente solenne e sentita perché era il 50° anniversario. Ricordo che da Ponza raggiungemmo Ventotene su una nave in servizio piuttosto antiquata (i contorni sono un po’ sbiaditi). Una volta arrivati sul posto, al largo dell’isola fu celebrata una messa all’interno della nave stessa.
C’era tanta gente, ma quella di cui ho più vivo il ricordo è la famiglia Sandolo (quella di Salvatore ‘Panzatuosto’ per capirci, di cui Rita Bosso ha appena scritto). In particolare la mamma Elena, che come noi viveva a Latina: una donna arguta e piena di spirito, simpatica e generosa, con il sorriso e la battuta sempre pronti. Anche suo marito, Benedetto, è morto in quella tragica circostanza, il 24 luglio del 1943. Con la nascita dell’Associazione famiglie vittime del Santa Lucia presieduta dall’intrepida Mirella Romano, che nel piroscafo affondato ha perso piccolissima il papà Carmine, questi viaggi di commemorazione si sono fatti regolari, organizzati nei dettagli e ogni anno, specialmente nelle ricorrenze decennali, si sono arricchiti di circostanze e spunti nuovi.
Dai collegamenti in nave si passò col tempo all’aliscafo Caremar, poi alla nave Carloforte della compagnia Snip Snap, e negli ultimi anni al mezzo veloce jet che collega Ponza a Terracina, con un comandante di origine ponzese, Amedeo Mastropietro. Lì si può restare a bordo da Ponza in poi, fino sul luogo dell’affondamento, mentre in passato a volte bisognava trasbordare su barconi e gozzi. Il mezzo è comodo e confortevole e quando si arriva sul luogo dell’affondamento non serve sporgersi troppo per gettare in mare i garofani multicolori in omaggio alle vittime.
Sono due anni che per motivi diversi non riesco ad essere a Ponza per quella giornata, che però rivivo momento per momento, dai preparativi per la partenza sulla banchina di Ponza, all’arrivo sull’isola accolti dal sindaco Assenso; e poi via via tutte le tappe della ricorrenza.
Così, l’altra mattina, giovedì 24 luglio, con un nodo in gola ho telefonato a Mirella per salutarla e assicurarle la mia vicinanza, costante e affettuosa, anche se solo con il pensiero.
“Ci mancherai” mi ha detto.
Sapessi quanto mi siete mancati tutti voi, e il mare blu di Ventotene tempestato di fiori.
Ghirlanda e fiori sul relitto in fondo al mare
Foto inizio articolo: la cerimonia dello scorso anno, 24 luglio 2013, a Ventotene