di Gabriella Nardacci
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Molto bello il Progetto “Natale azzurro” di cui la collega Irene Mazzella ci ha così ben parlato su queste pagine di Ponzaracconta (leggi qui). A lei e a Tina Amato faccio i miei complimenti per la poesia e il coinvolgimento dei bambini in essa. Auguro a loro e a tutti della Redazione e collaboratori del sito, un sereno Natale e un Felice Anno Nuovo.
Gabriella Nardacci
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Abbiamo fatto un presepe nell’atrio della nostra scuola.
Nello sfondo, il cielo ha delle sfumature tali che sembra davvero di vedere i colori del crepuscolo o dell’alba (secondo che umore si è, forse).
Le statuine sono miste in altezza e per quanto siano state messe in prospettiva, è evidente però che non sono proprio in scala con il paesaggio intorno… ma ormai si sa che la scuola pubblica si regge in piedi da sola e questo è il meno… Ai bambini comunque, questi dettagli non sembrano interessare. Il presepe è grande e solo i materiali usati per il paesaggio come gli animali attirano la loro attenzione.
Quest’anno ho una prima elementare. Nell’osservare il presepe, Luca guarda le pecorelle in cammino verso la grotta e chiede: – Anche loro vanno a riscaldare Gesù con il fiato come il bue e l’asinello?
E’ una domanda che mi coglie in contropiede e la giro a lui che mi risponde: – Per me sì perché mica sono persone che possono portare qualcosa da mangiare! Loro portano il fiato come il bue e l’asinello!
A una logica così, cosa vai a rispondere?
Tutti gli altri alunni concordano e si entusiasmano nel vedere come certi rami raccolti in giardino siano diventati alberi e come la carta-cellophan sia simile all’acqua nella cascata che poi diventa fiume che tutt’a un tratto sfocia (alla fine del piano che contiene tutto il presepe) in una distesa d’acqua lasciata alla fantasia…
Qualcuno dice che il fiume sembra vero e i pareri sono contrari quando si chiedono se il fiume arriva nel lago o nel mare …e chissà se sotto l’acqua si può fare il presepe così che pure i pesciolini possano fare festa a Natale!?
Rispondo di sì, che anche nelle profondità marine ci sono statue religiose e presepi, così come sulle spiagge o galleggianti.
Mostro loro una carta geografica su cui è disegnata la nostra bella Italia politica e indico alcune delle località, dove c’è la tradizione del presepe sommerso.
Così racconto loro che nel lontano 1954, fu inaugurata a 15 metri di profondità, una statua del Cristo degli Abissi.
Il Cristo degli abissi è una statua di bronzo posta sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino all’interno dell’Area naturale marina protetta Portofino
Anche a Bracciano c’è la statua di un Cristo sommerso e in altri mari, anche non italiani, grandi statue della Madonna, sono state messe nelle profondità marine per chi rischia la vita in mare.
Il Cristo sommerso del lago di Bracciano
Parlo di presepi sommersi a Cattolica, a Varese, nel lago Maggiore. Dei presepi nell’acquario di Cala Gonone nel golfo di Orosei in Sardegna. Qualcuno mi chiede, dove hanno messo i pesci che stavano nell’acquario e sono contenti di sapere che i pesci (tra l’altro di specie ittiche sorprendenti) sono rimasti dentro e nuotano intorno alla grotta di Gesù.
Il presepe sommerso dell’acquario di Cattolica
Dico loro che nel parco di Brescia c’è un tunnel subacqueo dove hanno fatto, un presepe così come esiste nella Grotta dello Smeraldo ad Amalfi e nella Grotta del Presepe delle isole Egadi, dove le stalattiti e le stalagmiti sembrano abbiano la forma delle statuine.
La grotta cosiddetta ‘del Presepe’, alle isole Egadi
La Grotta del Presepe, chiamata così per la presenza delle stalattiti e delle stalagmiti che, con molta fantasia, ricordano le figure del presepe
Dico che ci sono alcune imbarcazioni da pesca antiche, come la Paranza, la Bragazzi e altre che galleggiano sull’acqua e che in un gioco di luci e musica, mostrano fantasiosi presepi nel loro interno così com’è galleggiante quello nel porto di Rimini mentre allestito sulla spiaggia, si può ammirare un presepe di sabbia a grandezza naturale.
I bambini ascoltano rapiti questo “raccontare” di realtà che sembrano storie magiche quasi come quelle di Babbo Natale in Lapponia.
Mi chiedono se sotto le statuine ci mettono la colla per farle attaccare al fondo del mare e se i pesci grossi provano a mangiarle. Qualcuno si dispiace perché questi presepi non possono avere la musica. Alcuni di loro sorridono e altri rimangono con lo sguardo perso nel vuoto a cercare d’immaginare questo spettacolo sommerso dove gli angeli e i pastorelli, fluttuando, sembrano muoversi senza meccanismi.
Ad altri bambini dispiace di non abitare al mare che anche a loro piacerebbe partecipare a questo spettacolo sommerso.
Allora racconto dei bambini della scuola di Ponza e del Progetto “Natale Azzurro”, del presepe sottomarino nei pressi dei Faraglioni della Madonna e dei messaggi in bottiglia così come del loro percorso fino alle risposte dei riceventi.
Sono meravigliati e meravigliosi nelle loro espressioni. Qualcuno azzarda e mi dice:- Questi bambini hanno la nostra età? – Rispondo di sì e loro battono le mani e dicono: – Evvai! – quasi che questa suggestiva operazione fosse possibile anche per loro.
– Mae’? Ma perché non lo facciamo pure noi il presepe sul fiume Tevere? –
Rispondo che ci si potrebbe anche pensare… Tutti tacciono e “ascoltano” il mio silenzio. Mi chiedono a cosa sto pensando e io rispondo che sto pensando alle stesse cose che pensano loro.
Arianna mi dice: – Sarebbe bello, vero mae’?
– Sì. Sarebbe bello… – rispondo.