di Giuseppe e Silverio Mazzella
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Riproponiamo, quasi a titolo di preziosità bibliofila, ma sempre attuale, il breve ritratto che di Zi’ Innàr’ ‘u Mago hanno tracciato i Fratelli Mazzella, quasi quarant’anni fa.
la Redazione
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Naturale che in un’isola come Ponza, dove la magia è di casa dai tempi di Circe, nascesse e operasse un mago.
Zi’ Innàr’ (zio Gennaro) è il mago per eccellenza di Ponza, e benchè vissuto parecchi lustri fa viene ricordato vivamente dagli ormai pochi che lo conobbero personalmente e venerato dagli altri che ne tramandano il ricordo.
Si racconta che fosse iniziato all’arte della guarigione da un esule capitato nell’isola, di ignota provenienza. E nella proporzione che approfondiva le magiche conoscenze, in tale misura diveniva cieco, fino a perdere completamente la vista.
Degli innumerevoli esempi strabilianti della sua vita, uno ha il fascino delle cose appartenute ad un’altra epoca; irrimediabilmente, ad un altro mondo.
Nei primi anni del novecento alcune imbarcazioni da pesca isolane subirono un violento naufragio alla Galita, nei pressi di Tunisi.
Da ogni parte dell’isola le mogli e le madri dei pescatori accorsero a lui per una parola di conforto.
Zi’ Innàr’ confortò e rassicurò, predicendo la salvezza di tutti i Ponzesi e persino di un cane ospite di uno di quei battelli.
Dopo circa un mese – erano allora i tempi molto più lenti di oggi – si seppe che il mago aveva avuto ragione. Il cane, salvo anch’esso, tornò col padrone a salutare Zi’ Innàr’ e alla vista del mago scodinzolò di gioia. Tempi beati in cui anche gli animali nella loro misura partecipavano alla vita degli uomini!
Boicottato dai medici locali, si racconta che venisse continuamente minacciato di denuncia per le sue cure non legali, perché non sostenute da nessuna autorizzazione.
Un bel giorno però, uno dei medici dell’Isola, forse il suo più agguerrito nemico, si slogò una mano e per quanto facesse egli stesso o i colleghi medici non riuscì a guarire della slogatura. Forse aizzato o consigliato, forse per provocazione si presentò da Zi’ Innàr’ e si sottopose alle sue cure. In pochissimi giorni la mano tornò normale!
Alla sua morte, avvenuta nelle prime luci del mattino, si racconta che una scia luminosa solcasse il cielo partendo dalla sua casa. I contadini che sugli asini si recavano nelle terrazze coltivate a vigneti a lavorare, vedendo lo spettacolo e intuendo il trapasso del “loro” mago, scesero dalle bardature e si inginocchiarono.
Fu l’ultimo vero grande miracolo di Zi’ Innàr’.
[Da “Ponza Magica” – Guida turistica; Marzo 1976]