proposto da Michela Petruccioli
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Il secondo interessante filmato della nostra lista – leggi qui – riguarda un evento sportivo significativo che si svolse nel 1951, filmato e documentato dall’occhio attento dell’Istituto LUCE.
Si svolgevano in quell’anno i Campionati Nazionali di pesca subacquea, erano i primi di agosto e le bellezze di Ponza, ancora sconosciute ai turisti, facevano da sfondo agli entusiasmi dei partecipanti, perché, come dice la voce narrante: “cacciatori, anche sottomarini, si nasce”.
Il porto era vestito a festa con bandierine e striscioni: riconoscibile quello del Circolo Subacquei Napoletani Massimo D’Asti.
Il Circolo nacque agli inizi del 1949 e si iscrisse alla FIPS nel 1950 (oggi forse è il più antico circolo iscritto alla Federazione) ed esso ha annoverato al suo interno, come Soci-Atleti, i più grandi campioni dell’attività subacquea degli anni ’50, ’60, e ’70, tra cui, alcuni protagonisti nel nostro filmato.
Dopo “accurate” visite mediche, e preparazione dell’attrezzatura, i partecipanti si imbarcano alla volta della località di gara, le acque di Palmarola, su gozzi trainati dai “lupi di mare” del rimorchiatore.
Il direttore di gara dà il via col suo rudimentale megafono ed i nostri subacquei si preparano all’immersione.
Un operatore filma i momenti salienti delle immersioni: è l’inviato speciale della Settimana Incom, Victor Aldo De Sanctis.
De Sanctis, nato a Pistoia, fu sportivo e atleta di prim’ordine, amante soprattutto degli sport d’acqua, fu direttore tecnico della Torino Nuoto. Nel 1937 fu pioniere del nuoto pinnato e nel 1949 della pesca subacquea di cui diventò atleta di 1° categoria nel 1958.
Durante la guerra fu Ufficiale di Marina ed inviato per l’Istituto Luce a fare riprese cinematografiche. Le sue prime riprese subacquee risalgono al ’35, nella piscina dello stadio comunale di Torino, dove riprese il suoi amici di squadra durante un allenamento; il filmato fu realizzato con una custodia autocostruita, questo fu probabilmente il primo filmato subacqueo italiano e sicuramente fra i primi al mondo (*).
Nel 1939 iniziò ad occuparsi di televisione e fondò anche una casa cinematografica “Vi.de.Si”; ma non trascurò certo la sua passione per le immersioni, infatti tra il 1948 ed il 1952 costruì una custodia subacquea in ottone cadmiato e una nuova custodia di acciaio. Progettò anche il sistema di illuminazione subacquea del batiscafo Trieste del Prof. Auguste Piccard – per l’immersione di Piccard, sul sito, leggi qui) – e per primo portò a bordo una cinepresa Caneflex ed un registratore Nagra ad oltre 1000 metri, nella acque di Ischia (nel 1953 fu il 6° uomo al mondo a scendere a tale profondità).
Insomma, siamo davanti ad uno dei padri fondatori della cinematografia subacquea insieme a grandi nomi come Folco Quilici e Bruno Vailati, quest’ultimo famoso anche per “La Battaglia di Maratona” ed “Il ladro di Bagdad” entrambi del 1961 e entrambi girati a Ponza.
Quilici e Vailati nel ‘52 organizzarono e diressero la famosa Spedizione Subacquea Nazionale nel Mar Rosso che diede poi vita al lungometraggio “Sesto Continente” a cui parteciparono il ponzese Silverio Zecca e l’ungherese Raimondo Bucher.
Eccoli allora, due dei nostri protagonisti ai campionati di pesca subacquea del ’51. Il ponzese Silverio Zecca, docente di Educazione Fisica presso l’allora Scuola di Avviamento Professionale di Ponza, esperto pescatore subacqueo, anche in questa occasione mostrò il suo talento arrivando terzo. Secondo classificato fu il giovanissimo Ennio Falco; diventò campione italiano nel ’53-’57 e ’58 ma, a 38 anni, riemergerà privo di vita da un’immersione, era il 1969.
Primo classificato, con un “bottino” di 64 kg è Raimondo Bucher. Ungherese di nascita, trascorse la sua giovinezza in Austria. Nel 1932 si traferì in Italia ed entrò nella Regia Aeronautica diventando poi istruttore di volo. Nel ’37 i suoi allievi del corso di aviazione gli regalarono una maschera subacquea ed un fucile subacqueo a molla. Bucher iniziò quindi a fare i primi tuffi pescando cefali lungo la scogliera di Via Caracciolo a Napoli; modificò poi le sue attrezzature: aggiunge al fucile subacqueo una leva di carico che annulla lo sforzo e sostituisce la molla originale con tre molle concentriche, di spessore diverso, che annullano la perdita di potenza dovuta all’attrito. Con Massimo D’Asta, suo compagno di pesca, perfezionò la manovra della compensazione con lo stringinaso che gli permise di scendere fino a -25 metri.
Durante la seconda guerra mondiale partecipò a numerose azioni belliche; il suo avvicinamento alla fotografia subacquea lo abbiamo nel 1942, quando recuperò da un aereo abbattuto la macchina fotografica di bordo “Robot” che, avendo la carica con pellicola automatica, ben si prestava ad un utilizzo marino. Ben presto quindi le costruì uno scafandro ed iniziò a fare le prime foto subacquee. Negli anni a seguire progetterà e costruirà con successo numerosi scafandri e flash subacquei per diverse macchine fotografiche e cineprese. Nel 1950, accettando la sfida del Circolo Subacquei Napoletani, scese a -30 metri, questo fu il primo record mondiale ufficiale di immersione in apnea e nel ’52 fu Campione del Mondo d’immersione in apnea, – 39 metri. Medaglia d’oro al valore sportivo, Medaglia d’oro al valore militare, quest’uomo non abbandonerà mai la sua passione, anche ultranovantenne continuò a praticare immersioni ad aria.
Il Comandante Raimondo Bucher, ormai vincitore del Campionato nazionale di pesca subacquea con i suoi compagni, Zecca, Falco, Boccia Stuart, Dies, e gli altri, con le prede ammucchiate sul fondo delle piccole imbarcazioni, venivano trainati dal rimorchiatore d’altomare Tenace, verso il Porto di Ponza, giovani pionieri in quel 6 agosto 1951.
(*) – Nota su Jean Vigo
Tra i pionieri e maestri delle riprese subacquee – non dal versante sportivo ma da quello cinematografico – non si può qui non ricordare Jean Vigo (Parigi, 1905 –1934).
E’ stato un regista francese, da molti considerato uno dei massimi maestri del cinema, nonostante la sua breve vita.
Nel 1931 gira Taris, roi de l’eau, un elegante documentario di 11 minuti sul campione di nuoto Jean Taris, tra le prime opere con riprese subacquee.
Gli altri suoi film sono: À propos de Nice (del 1929); Zéro de conduite (1933); e il suo ultimo, L’Atalante (1934): uno dei film più amati, citati e studiati della storia del Cinema.