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In seguito alla documentazione gentilmente trasmessaci dal Sindaco e riportata nel precedente “redazionale” (leggi qui), siamo andati ad approfondire alcuni aspetti che riguardano da vicino la complessa situazione giuridica del Faro della Guardia e la non meno complicata legislazione in materia di federalismo demaniale.
I punti da sottolineare sono diversi e presentano non poche questioni dubbie; di esse proviamo ad affrontare solo gli aspetti che in questa fase appaiono più rilevanti.
Primo aspetto.
Il Faro della Guardia con alloggi relativi rientra nell’elenco (aggiornato al 2/3/2011) dei beni esclusi dal trasferimento per la legge sul federalismo demaniale – ex D.Lgs. 85-2010 art. 5 c 3 – con cui il Ministero della Difesa se ne riservava l’uso (e non è il solo bene ‘riservato’ di Ponza).
Ricordiamo che in un altro elenco dell’Agenzia del Demanio, sempre nello stesso periodo, il “Faro della Guardia” – così definito in modo generico, senza numeri di particelle o altro – veniva invece dichiarato in vendita (!).
Il Comune di Ponza, tramite il Sindaco, ha comunque presentato la richiesta di acquisizione. In ciò confortato da quel che hanno fatto diversi altri Comuni.
Il supplemento “Edilizia e Territorio” del Sole 24 Ore, nel riferire dell’incontro che il 5 u.s. si è svolto tra enti locali e Governo per fare il punto dell’applicazione delle norme sul federalismo demaniale, ha sottolineato che gli Enti Locali non si sono limitati a scegliere all’interno dei circa 10mila beni inclusi nell’elenco diffuso dal Demanio, ma si sono ‘allargati’, chiedendo allo Stato anche altri beni fuori elenco, tra cui beni del Ministero della Difesa.
Secondo aspetto
Entrando nel merito della richiesta di acquisizione, vi sono aspetti che a nostro parere appaiono poco chiari.
Laddove il questionario chiede quali ne siano le finalità, si poteva scegliere tra tre opzioni:
1) bene già destinato o da destinare a finalità pubblico-istituzionali
2) bene già destinato o da destinare a finalità pubblico-sociali ad uso diretto o indiretto della collettività (scuole, musei, biblioteche, parchi, etc….)
3) bene da valorizzare in ottica di mercato ai fini della messa a reddito o dell’alienazione, anche mediante il conferimento ai fondi immobiliari, nell’interesse diretto o indiretto della collettività.
Nella richiesta del Comune di Ponza la scelta è caduta sulla terza opzione, che ci sembra in netto contrasto con gli obbiettivi della campagna FAI e delle sue 31.000 firme.
Non riusciamo a capire perché sia stata scartata la seconda ipotesi a favore della terza; possiamo solo augurarci che la scelta fatta dia maggiori possibilità di raggiungere lo scopo e che una volta acquisito il bene, la sua valorizzazione passi attraverso un utilizzo che prevede la fruibilità da parte di tutti.
D’altra parte pensare di vendere un bene acquisito con queste modalità per ‘far cassa’ a fronte di difficoltà finanziarie, non è semplice; la legge pone diversi paletti.
Lo stesso spirito della legge sul federalismo fiscale in alcuni convegni di qualche tempo fa è stato così riassunto dal Presidente di ANCI Liguria, Marta Vincenzi: “Il federalismo demaniale e l’housing sociale rappresentano due strumenti fondamentali per i Comuni per riqualificare il proprio territorio, combattere lo spopolamento e rilanciare l’economia locale.
Terzo aspetto
Sui documenti acquisiti rileviamo anche diverse incongruenze nella specifica delle particelle.
L’elenco completo, per ciò che ci è stato possibile appurare delle particelle relativo al faro (ricordiamo che lo stesso faraglione fa parte della proprietà al momento vincolata) sono le seguenti:
Cfr. in appendice i dati rilevati ad una recente visura catastale
Da quanto si può rilevare dai documenti inviati dal Comune ,sulla prima domanda veniva citato il foglio 24 part 275. Poiché è stato fatto notare dal Demanio che l’elenco era incompleto, al secondo invio sono citate: foglio 24 part. 273 e 276 (si presuppone quindi che il secondo invio sia un complemento del primo, non un nuovo invio, altrimenti bisognava riportare di nuovo anche la 275 – NdR).
Cosa ancora più controversa è quando l’Agenzia del Demanio (2° documento in .pdf) scrive al Ministero della Difesa citando il bene “Faro della Guardia distinto al foglio 29 particella 275 e 276”.
Questi errori possono comportare qualche pregiudizio alla risoluzione del problema?
Inoltre da nessuna parte viene presa in considerazione l’eventuale frazionamento dell’immobile, tra la zona indispensabile all’apparato di segnalazione per la navigazione, e un’altra ampia parte che potrebbe essere libera all’accesso e alla fruibilità comune.
I termini che la legge pone sono stringenti, nel nostro caso il 23/12/2013.
Ci auguriamo che il Sindaco voglia prontamente tenerci aggiornati sulle decisioni del Ministero della Difesa, come pure su quel che potrebbe comportare qualora la risposta sia negativa in merito ai tre punti che l’Agenzia del Demanio sottopone alla Difesa:
– la conferma motivata della necessità del bene per il soddisfacimento delle proprie finalità istituzionali o, in alternativa, l’assenza al mantenimento in uso governativo dell’immobile.
– nelle ipotesi in cui il bene in questione non sia concretamente utilizzato ma sia comunque necessario alle esigenze governative, la tempistica entro la quale si prevede che codesta Amministrazione inizierà ad utitizzado, con la puntuale indicazione di tutte le occupazioni che potranno essere rilasciate in conseguenza del trasferimento presso l’immobile di proprietà dello Stato per il quale si chiede la conferma all’attualità dell’interesse.
– nei casi in cui l’immobile necessiti di interventi edilizi, la confema della disponibilità di risorse adeguate a finanziare i lavori e la tempistica prevista per l’esecuzione degli interventi.
La lettera del Demanio certamente tende a smuovere la situazione di stallo in cui versa il faro.
L’assenza di riscontro entro il 23 dicembre p.v. da parte del Ministero della Difesa si intenderà come mancato interesse al mantenimento in uso dell’immobile e, come recita la nota stessa, “costituirà presupposto per i successivi adempimenti in materia di federalismo demaniale”.
La conferma che il bene sia comunque necessario alle esigenze governative (…e per quanto attiene al funzionamento del faro come segnalamento luminoso, lo è), impone al Ministero della Difesa l’assunzione di comportamenti impegnativi.
L’11 dicembre p.v. il FAI, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali, ci farà conoscere l’esito della nostra richiesta di intervento rivolto alla tutela del faro. Sarà l’occasione per sapere se c’è stata coesione e volontà nel sostenimento della causa che abbiamo portato avanti e se possiamo ancora sperare.
Appendice 1. Visure catastali
Ecco quello che risulta dalle visure catastali (data ricerca 27/9/2013):
– per il faro (intestato a Demanio dello Stato): partita 432 – foglio 24 particella 275 – categoria E/6 – indirizzo: Via Scampata piano T-1-2;
risultano poi intestate a Demanio dello Stato Antico Demanio Ministero della Marina:
– fabbricato rurale della superficie di are 1. 38 – partita 495 – foglio 24 particella 273 (come da impianto meccanografico dell’1/1/1976)
– area rurale della superficie di are 1.36 (136 metri quadrati) – foglio 24 particella 273 (come da riordino fondiario del 14/10/1999)
[dovrebbero essere la stessa cosa. C’è sulla visura un’annotazione “VASCA”.
Per sapere di cosa si tratta si dovrebbe consultare il foglio di mappa sul Comune (da lì si vede dove è posizionato)]
Risultano poi dei terreni così identificati:
intestato a Demanio Pubblico dello Stato Ramo Marina Militare
– orto irriguo di are 1.18 (118 mt.quadrati) – partita 553 foglio 24 particella 276 (dovrebbe essere il giardino sul piazzale del Faro)
intestato a Demanio dello Stato Antico Demanio Ministero della Marina (lo stesso dell’area rurale)
– incolto sterrato di ha 3.50.24 – partita 495 – foglio 24 particella 274 (dovrebbe essere l’aera asservita al faro, forse tutto il faraglione visto che sono 35.000 metri quadrati)
Il Comune ha quindi inoltrato la richiesta per il Faro (particella 275) e per l’orto (particella 276).
Il numero di foglio indicato dal Demanio nella lettera al Ministero della Difesa è verosimilmente errato: riporta 29 anzichè 24.
Faro della Guardia. Vista verso i Faraglioni del Calzone Muto