Ambiente e Natura

La Posta dei Lettori. Tesi di Laurea su Ponza

Francesco De Luca (Franco) – La Redazione 

Postaa

 .

Riceviamo da un lettore, Antonio Stavole:
“Buonasera, stavo scrivendo la mia tesi di laura su Ponza quando il professore mi ha chiesto di specificare perché località come ‘il Core’, ‘Tre Venti’, ‘Monte Pagliaro’, ‘Cala Fonte’, ecc… si chiamino col nome che hanno.
Conoscete qualche manuale che posso consultare a riguardo?
Grazie!”

Da: la Redazione
Gent. Antonio,
abbiamo passato la sua richiesta a un amico e collaboratore che ne sa più di noi.
Se è una tesi che riguarda Ponza, in che disciplina? su quale argomento? Perché non ne propone un riassunto al sito, quando sarà finita? Intanto auguri per i suoi lavori e studi…

Da Antonio Stavole
Devo laurearmi in Lettere Moderne, la tesi ho preferito darla in Geografia per motivi di crediti che potrebbero servire successivamente. Devo illustrare ponza nella sua geografia fisica (primo capitolo che ho già consegnato), elencarne la storia (con accenno anche alla preistoria ed a San Silverio) ed illustrarne problemi risolti ed irrisolti, sviluppo economico, tipo di vita e fare un’ampia panoramica sui terrazzamenti di Ponza (a parte qualche kmq nella penisola sorrentina, sono gli unici in italia per tipologia). Ovviamente inserirò molta memoria fotografica. Se puo farvi piacere quando i tempi saranno maturi ve ne manderò copia!

Risponde Franco De Luca
Egregio signor Stavole,
con piacere rispondo alle sue domande inviate al sito Ponza-racconta.

Non esiste un  “manuale” in cui le denominazioni trovino spiegazioni. Esse sono disseminate in vari libri che hanno trattato del territorio di Ponza e dei risvolti culturali.
Alcuni chiarimenti sono contenuti anche nell’archivio del Sito: basta porre la parola-chiave nello spazio: CERCA NEL SITO.
Se la sua attenzione è rivolta esclusivamente ai luoghi nominati nella richiesta la ricerca si semplifica ulteriormente.

Il Core – Prende nome dall’immagine di un cuore sanguinante, di color rosso, in evidenza sulla roccia bianca che delimita la cala della spiaggia del  “core” appunto;
Tre Venti – Prende nome dal fatto che l’altura è aperta a tre venti escluso quello proveniente dal nord;
Monte Pagliaro – Prende nome dal fatto che quel colle è privo di vegetazione alta e per questo poteva essere sfruttato soltanto come fattore di erba per gli animali, di paglia appunto;
Cala Fonte – Prende nome dal fatto che nella parte bassa della falesia era presente una grotta in cui si raccoglieva acqua proveniente dalla collina sovrastante. Di ciò è rimasto, oggi, un pertugio da cui fuoriesce acqua dolce (la Fonte appunto ).
Tale acqua fu dirottata, tramite acquedotto, alla parte opposta dell’isola (a Cala Inferno).
Furono i Greci ad iniziare tale lavoro al fine di portare l’acqua dalla sorgente al porto. I Romani definirono l’opera con l’acquedotto che, a partire da Cala Inferno, giungeva fino a Santa Maria, sede di uno dei porti. Si trasportava con un cunicolo (di cui alcuni resti sono visibili nella roccia), che seguiva le coste rocciose della baia.
Altre informazioni può trovare sul sito, digitando – Impianti idraulici romani – nella funzione di ricerca.

Leo-Lombardi.-Copertina-libro.-Ponza.-Impianti-idraulici-romani

Questo in breve; per altre informazioni sul tema rimando a :

– Grecità toponomastica  – R. Castrichino  – Caramanica, Scauri 1988;
– Ponza, perla di Roma  – L.M.Dies  – Roma 1950;
– L’arcipelago ponziano  – P. Mattej  – Napoli 1857;
– Le isole pontine  – Istituto di Storia e  di Arte del Lazio Meridionale- G. Guidotti Editori, Roma 1986;
– Pontio l’isola di Pilato  – V. Bonifacio  –  Vianello Libri, Treviso 2011.

Buone cose.
Francesco  De Luca

3 Comments

3 Comments

  1. Francesco De Luca

    5 Novembre 2013 at 10:16

    Tesi di laurea ed errori da penna rossa

    Mi riporto a quanto scritto ad Antonio Stavole su questo Sito, in aiuto alla sua tesi di laurea su Ponza.
    Nella fretta di rispondere ho commesso un errore madornale: ho confuso Cala Fonte con Cala dell’Acqua.
    Quello che ho scritto infatti per Cala Fonte è da attribuire solo ed esclusivamente a Cala dell’Acqua.
    Essa ha menzione nell’opera di Pasquale Mattej (pag. 51), è stata oggetto di studio (Le Isole Pontine attraverso i secoli, pag. 57), e, per ultimo Vincenzo Bonifacio ha fatto notare come i due tronconi dell’acquedotto (quello che da Cala dell’Acqua va a Cala Inferno, e l’altro che da Cala Inferno va a Santa Maria abbiano caratteristiche costruttive diverse: una greca e una romana.
    Preso io questo brutto voto, devo invece ringraziare Silverio Avellino e Corvo Rosso (nomi da Facebook) che hanno evidenziato come Cala Fonte sia un’altra cala con caratteristiche storico-morfologiche diverse da Cala dell’Acqua (dove ancora oggi si va a prendere acqua).
    Concordo con l’ipotesi che Cala Fonte sia così chiamata perché si presenta come una bacinella superprotetta dai marosi e simile a quegli anfratti, negli scogli, dove è possibile, nei mesi invernali, da terra, fare “fonte ‘a murena” (ossia spargere ‘a mangianza e insieme l’amo per catturare la murena).

    A chiusura:
    – mi scuso con Stavole per l’abbaglio (credo di aver rimediato);
    – mi complimento con i giovani lettori di Le Forna;
    – ringrazio Martina Carannante senza la quale… cosa mai faremmo? …e Ponza racconta che offre possibilità di dialogo oltre ogni limite.
    Francesco De Luca

  2. arturogallia

    6 Novembre 2013 at 17:54

    Mi si permetta di integrare un po’ la bibliografia per aiutare il nostro amico Antonio.

    – Anzalone B., Caputo M., Flora e vegetazione nelle Isole pontine, Napoli, Rappolla Editore, 1974

    – Baldacci O., Le Isole Ponziane, in «Memorie della Società Geografica Italiana», Roma, 1954 (FONDAMENTALE PER UNA RICERCA DI GEOGRAFIA)

    – Biagiotti M., Aspetti dell’economia idrica nel Mediterraneo Italiano: l’Isola di Ponza, in La Sardegna nel mondo mediterraneo. 6. Per una storia dell’acqua in Sardegna, a cura di Brigaglia M., Sassari, Edizioni Gallizzi, 1990, pp. 299-316

    – Corvisieri S., All’isola di Ponza. Regno borbonico e Italia nella storia di un’isola. 1734-1984, Roma, Il mare, 1985

    – Haller C., Topografia e storia delle isole di Ischia, Ponza, Ventotene, Procida, Nisida e di Capo Miseno e del Monte Posillipo, Napoli, Grimaldi, 2005

    – Lemme R., Morlacchi M., Ponza. L’immagine di un’isola. Architettura colore arredo, Roma, Gangemi, 2005

    – Lombardi L., Ponza. Impianti idraulici romani, Roma, Palombi, 1996
    Lombardi L., Livi V., Una diga romana a Ponza, in «Romana Gens», anno LXXXII, n. 3-4 luglio-dicembre 1994, pp. 32-

    – Racheli G., Le Isole Ponziane. Rose dei venti. Natura, storia, arte, Milano, Mursia, 1987

    – Riggio A. (2006), “Le “catene” di Ponza e le “macerie” di Vallecorsa. Paesaggi terrazzati, trasformazioni territoriali e mutamenti culturali nell’Italia centrale Tirrenica”, Geotema, 29 : 107-112

    – Rombai L., Le isole minori italiane. Studi comparati di geografia della popolazione, Atti dell’Istituto di Geografia, Quaderno 6, Università di Firenze, 1977

    – Segre A.G., Il golfo di Gaeta e l’arcipelago ponziano, in «Rend. Accad. Naz. dei Lincei», 1953-54, XL, vol. 76-77

    – Segre A.G., Rilevamento al 10.000 delle Isole Pontine. Appunti stratigrafici su Ponza, in «Boll. serv. Geol.», LXXIX, 1957

    – Tosel P., L’isola di Ponza, in «L’Universo», vol. XLV, n. 4, luglio-agosto 1965, pp. 683-690

    – Tricoli G., Monografia per le isole del gruppo ponziano, Napoli, Stamperia vico S. Marcellino 4, 1855

    – Veri L., Valva V., Caputo G., Carta della vegetazione delle isole Ponziane, Roma, CNR, 1980

    Mi si permetta, infine, di citare alcuni miei interventi, non per autoesaltazione, ma perché recentissimi:

    – Gallia A. (2012), “La valorizzazione dei beni culturali e ambientali per lo sviluppo delle isole minori italiane”, Rivista Giuridica del Mezzogiorno, 4 : 929-959.

    – Gallia A. (2012), “Il porto come elemento di trasformazione e di continuità nel paesaggio costiero dell’isola di Ponza”, Benincasa F. (a cura di), Atti del Quarto Simposio Internazionale “Il Monitoraggio Costiero Mediterraneo: problematiche e tecniche di misura”, Livorno 12-14 giugno 2012, Firenze, CNR- Istituto di Biometeorologia : 729-738.

  3. Antonio Stavole

    8 Novembre 2013 at 11:56

    Buongiorno. Ci tenevo a ringraziare Franco per i preziosi consigli. Ringrazio anche Arturo. In realtà “Le Isole Ponziane” di Baldacci è il mio manuale di riferimento ed attorno a quello devo sviluppare i primi capitoli. Poi dovrò discostarmene quando parlerò dello sviluppo turistico perchè l’opera è datata 1955 ed è singolare leggere nelle parole dello stesso autore e geografo (Baldacci è unanimemente riconosciuto come il numero uno della geografia italiana) la previsione di un futuro turistico inevitabile per le nostre isole. Sperando di portare a termine questo lavoro, vi ringrazio ancora!

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