di Vincenzo Ambrosino
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Legambiente: “VOLER BENE PONZA”
Con questo slogan il 7 luglio del 2012 Goletta Verde si presenta a Ponza e incontra il neo Sindaco Piero Vigorelli “per riprendere i discorsi troppo spesso finiti nelle nebbie della precedente amministrazione, caduta a fronte di alcuni arresti su presunti appalti truccati”.
Legambiente consegna al Sindaco un decalogo di proposte, di idee e di iniziative da rilanciare per il bene dell’isola: “Un patto tra Amministratori di Ponza, associazioni e comitati, per lavorare insieme, ognuno secondo le proprie prerogative e con il proprio specifico ruolo, per affrontare i punti di crisi e raggiungere presto risultati positivi per la meravigliosa isola del Lazio”.
Ma vediamo quali sono i problemi ambientali da affrontare secondo Legambiente:
1. Più attenzione agli scarichi e subito depurazione al 100%.
Qui si ribadisce l’importanza di una depurazione delle acque reflue e quindi del problema della pre-trattamento delle acque prima dell’immissione in mare.
“Eppure un depuratore a Le Forna è stato costruito ma non è mai entrato in funzione, così come è stata sospesa l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue urbane nel depuratore di Cala Feola ma sono appaltati, ed in parte realizzati, i lavori per l’acquedotto e la fognatura. Lavori che non possono sempre essere rinviati per una conclusione sempre più lontana dal traguardo e ai quali va data finalmente priorità”.
A tale proposito si dichiarava “positivo, lo stanziamento di 2,6 milioni di euro per interventi in zona Le Forna per chiudere due fogne a cielo aperto e rendere operativo il depuratore”.
“Grande attenzione va poi posta agli scarichi irregolari: negli scorsi anni sono stati diversi i casi di scarichi irregolari segnalati alla Legambiente Lazio dai turisti, a Cala Cavone, nell’area di Cala Cecata, addirittura lungo la scalinata che conduce alle piscine naturali…”
Oltre alla depurazione si chiedeva al Comune di investire “sui sistemi per il risparmio idrico, soprattutto nelle strutture ricettive (“albergo ecologico”, coinvolgendo le imprese turistiche locali), oltre alle opere già programmate quali impianti dissalatori e riassetti della rete”.
Commento: su questo piano di investimenti strutturali, depurazione e risparmio energetico tutti possiamo essere d’accordo; sembra che anche l’Amministrazione l’abbia valutato positivamente e sottoscritto nella “Mozione Le Forna” come una delle priorità per recuperare il gap tra le due frazioni. In questo campo l’unico problema sono i tempi negli iter procedurali che dobbiamo rendere snelli con un pressante impegno politico sulla Regione.
2. Stop al cemento e mantenere tutela del paesaggio.
E qui Legambiente ci ricorda tutti i vincoli e le norme a tutela del paesaggio:
a) Il territorio dell’isola di Ponza fin dal 1988 è disciplinato dal Piano Territoriale Paesistico n. 24/25, ambito n. 14…
L’intera Isola di Ponza è soggetta a un regime di “tutela di beni di valore strategico nell’ambito del comprensorio”.
b) tutte le aree costiere delle isole sono classificate con vincolo derivante dall’art. 136 del decreto legislativo 42/2004 – Codice Urbani, lett. c) e d) “beni d’insieme: vaste località con valore estetico tradizionale, bellezze panoramiche”.
c) l’area del Porto di Ponza , grazie all’ art. 59 e 60 della Legge Regionale 38/99 – legge urbanistica Regione Lazio – e della legge regionale 27/2001, è disciplinata quale “insediamenti storici e territori contermini compresi in una fascia della profondità di 150 metri”.
d) Inoltre il territorio comunale è compreso nella ZPS…
e) Nel Comune di Ponza ricade il SIC IT6000016 “Fondali circostanti l’Isola di Ponza”.
f) Il Piano Regolatore Generale,( adottato nel 1982 dal Consiglio Comunale di Ponza e approvato dalla G.R. nel 1983), classifica la totalità delle aree costiere al di fuori dei centri abitati come aree rurali, mentre la zona del porto ha destinazione a “Zona per servizi portuali”.
In sostanza, considerata la “struttura vincolistica” che caratterizza Ponza, il campo di applicazione del Piano Casa regionale è per fortuna quasi impossibile, limitato ad aree minime (le zone D del porto), ma solo previo accordo con il Ministero dei Beni Culturali.
g) Le recenti cronache parlano di revoca del PUA (Piano di Utilizzo degli Arenili), del PUOC (Piano Urbanistico Operativo Comunale) e del Piano per il commercio, facendo piazza pulita delle norme che sono state causa stessa di molte delle illegalità commesse nel passato…
h) Positivi i progetti per mitigare le «zone a rischio» individuate dal Pai (Piano di riassetto idrogeologico) a partire dalla messa in sicurezza dell’area di Frontone, così come per il monte Guardia e il tunnel romano di Chiaia di Luna, la rocca del Cimitero, le aree di cala Feola e cala Fonte, per un totale di 5,7 milioni di euro.
i) Sulla Spiaggia di Frontone, dove sono state chiuse le attività (bar, ristorantini, affitta sdraio e ombrelloni), con atto del Commissario confermato dal Sindaco e da sentenze, sono da affrontare le illegalità che si protraggono da anni. Su quella spiaggia si affaccia anche un’abitazione di circa 150 metri quadrati realizzata all’interno di una grotta, per la quale sono stati condannati i proprietari, e il giudice ha disposto l’abbattimento del manufatti, pur se i reati risulterebbero poi caduti in prescrizione.
Commento: Legambiente ci elenca tutte le leggi e i vincoli che regola una parte della vita nell’isola e, coerentemente, ci fa sapere che sul piano dell’edilizia niente è possibile toccare e dove è stato toccato è stato fatto contravvenendo le leggi. Ma se non si contravvenivano in qualche modo queste leggi Ponza poteva ospitare le venti mila presenze d’estate? E si poteva fare il turismo che si fa oggi?
Legambiente non ci spiega come convertire tutte quelle attività legate all’edilizia in attività più ecosostenibili: non possiamo solo dire dei no!
3) Sulle coste non solo barche, verificare e mettere a norma pontili e attracchi, no al nuovo porto a cala dell’Acqua
“Legambiente chiede la verifica costante delle modalità per le autorizzazioni nonché una attenta vigilanza sulla regolarità delle stesse.
Se da una parte l’attenzione deve essere concentrata ai molteplici abusi che si reiterano per l’approdo di piccole barche, dall’altra non è certo quello del nuovo diluvio di cemento per la costruzione di nuovi porti a Cala dell’Acqua con le strutture connesse, una soluzione sostenibile”.
Commento: Secondo Legambiente il porto a Cala Dell’Acqua non si deve fare! L’Amministrazione, ma non solo questa di Vigorelli, i cittadini di Le Forna in particolare, vogliono che venga guarita la ferita inferta dalla Miniera e riequilibrati i flussi turistici con Ponza-Centro risanando la zona Mineraria e costruendo un porto turistico.
Secondo me la discussione per essere proficua nell’interesse della salvaguardia ambientale, ma nel contempo delle aspettative dei residenti, deve passare dalla teoria alla pratica, passare a valutare progetti di fattibilità concreti e realizzabili.
4) Sì alla protezione del territorio
“Ponza ha scelto, diversamente da Ventotene, di rimanere fuori da tutte le possibili aree protette, dal Parco Nazionale del Circeo, tranne che per Zannone. Una scelta che ha dell’insensato, rimanendo comunque tutti i vincoli dovuti alle caratteristiche dell’isola, ma perdendo gran parte delle opportunità.
Una scelta sulla quale riflettere e avviare un’inversione di tendenza, individuando alcune aree più pregiate da proteggere con l’istituzione di un parco, con alcune parti a mare e alcune parti a terra, per tutelare in modo più forte alcuni luoghi e allo stesso tempo cogliere le opportunità di un’area protetta. È noto agli operatori e ai cittadini di Ponza che la maggior parte delle immersioni in Italia avvengono proprio nelle aree marine protette? Sarà un caso?”
Commento: Legambiente dice: “Ponzesi avete tutti i vincoli di un territorio protetto, ma non sfruttate le opportunità in termini di finanziamenti, di organizzazione e di immagine che la realizzazione di un Parco comporta. Ma qui ritorniamo al discorso fatto prima per l’edilizia: è difficile convincere i cittadini a rinunciare a giuste esigenze economiche e culturali, se non si capovolge l’approccio all’analisi teorica . Per salvaguardare le isole minori, gli ecosistemi ambientali marini e terrestri, bisogna salvaguardare una residenza stabile e per tutto l’anno. Intorno a questa, creare le strutture socio-economiche adeguate agli standard di qualità della vita europea. Solo una residenza stabile che si sente protetta e motivata a vivere in questi ecosistemi, può proteggerli, altrimenti si correrà il rischio di perdere residenza e sostituirla con colonizzatori esterni interessati solo agli affari.
5) Riaprire Chiaia di Luna…
“Interdetta alla balneazione, costantemente monitorata da congegni elettronici per evitare il ripetersi di gravi incidenti. Risultato: da 18 lunghi anni a questa parte, una delle spiagge simbolo dell’isola è ancora a grave rischio frane, inaccessibile per legge, e tra vincoli e limitazioni nessun intervento fino ad oggi è stato in grado di rimetterla in sicurezza e restituirla alla libera fruizione di abitanti e turisti.
Chiaia di Luna non è purtroppo nemmeno risparmiata dal fenomeno dell’erosione: il mare con le sue correnti continua a ridurre l’estensione della spiaggia di anno in anno, e le attività di ripascimento sembrano non essere ancora sufficienti. Ancora, il tunnel romano di accesso, opera di oltre duemila anni fa e, come tale, patrimonio culturale, a distanza di anni dall’inizio dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, è ancora un cantiere aperto dove “progettare”.
Commento: Ma di chi è la colpa? Delle Amministrazioni locali? Dei finanziamenti che non arrivano? Dalla velleità della messa in sicurezza con rete sulle falesie che non danno sicurezza definitiva? Se sono stati spesi svariati milioni di euro, con questo sistema di messa in sicurezza e la spiaggia resta chiusa ci sarà sicuramente un motivo!
[Idee di isola. (1) – Continua]
vincenzo
30 Ottobre 2013 at 17:49
Notizie dell’Amministrazione sui temi trattati da Legambiente
Fogne le Forna: il 12 novembre prossimo è convocata a Roma, presso la Regione, la Conferenza dei Servizi per la questione depuratore e fogne Ponza Nord (cioè Le Forna).
Centrale elettrica: oggi si è chiusa la Conferenza dei Servizi per la centrale elettrica provvisoria sul Monte Pagliaro con esito assolutamente positivo, da ciò si deve dedurre che a più presto arriverà l’autorizzazione a realizzarla. Questo significa che quella di Giancos si chiuderà definitivamente e quella di Le Forna sarà in funzione solo in Luglio/Agosto. Quando l’istallazione della nuova centrale sul Monte Pagliaio sarà terminata a questo punto anche i gruppi elettrogeni di Le Forna verranno smantellati.
Voci di corridoio mi informano anche che l’amministrazione sta per convocare una conferenza dei servizi per il porto a Cala Dell’Acqua.
Quindi sulla questione ‘porto a Cala dell’Acqua’ c’è netto contrasto tra la visione politica dell’Amministrazione Comunale che vuole il porto a Cala dell’Acqua e quella di Legambiente che dice no a nuovi porti.
la Redazione
4 Novembre 2013 at 13:57
In seguito alle segnalazioni di diversi lettori, a nostra volta chiediamo notizie del persistente malfunzionamento del sito web del Comune di Ponza
la Redazione