di Paolo Costa
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Riceviamo da Paolo Costa questa sintesi come anticipazione di un suo libro fotografico sulla vendemmia del Fieno, che sarà pubblicato a puntate sul sito nei prossimi giorni.
A Paolo e alla moglie Antonietta Bedronici – è lei il legame con Ponza! – congratulazioni per il bel lavoro e per la passione che l’ha animato.
La Redazione.
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Insomma… quando mi hanno chiesto di andare a vendemmiare, ho storto un po’ il naso.
Un po’ perché sono in ferie sull’isola e un po’ perché tutti i vigneti che ho intorno a casa vengono spazzolati automaticamente da macchine aspiratutto, il che rende la vendemmia assai poco affascinante.
Ma sull’isola, mi dicono, è cosa diversa: e così, si va.
Anzitutto, sveglia alle sei e poi bisogna camminare un’ora lungo il costone della montagna per scendere ai terrazzamenti a vigneto.
Per fortuna, il panorama dell’isola baciato dal primo sole, è abbastanza pittoresco:
Il panorama della rada del porto, all’alba
…e non è che la vigna sia meno pittoresca, così sospesa fa cielo e mare:
I terrazzamenti sulle pendici del Monte Guardia
Dopo alcune ore di duro lavoro, alle 10 merenda a base di casatiello rustico, salame, provolone, tonno sott’olio dei pescatori locali e classica insalata di cipolle, patate e pomodori. Ovviamente vino a volontà.
Poi si riprende fino all’ora di pranzo, con questo risultato:
La raccolta dell’uva nera
Quindi tutti a tavola (questa sarebbe la “paga” dei vendemmiatori per caso come noi): scialatielli all’amatriciana, salsicce con i friarielli (veraci), parmigiana, sfogliatelle e un gigantesco babà.
Il pranzo di fine vendemmia, tutti insieme
Il resto del pomeriggio a ciuccarsi col vino della cantina, spillato a volontà dalla cisterna del “buono”, a cantare canzoni napoletane e a pensare che in fondo… la vite è bella!
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