la Redazione
Per dovere redazionale abbiamo pubblicato il Comunicato Stampa di Ponza Estate 2013 (leggi qui).
Molte però sono le perplessità che le manifestazioni hanno suscitato in noi, e che hanno pesato sul bilancio comunale pare per 90.000 euro, se non più (per le attività organizzate di Ponza racconta, sono stati stanziati complessivamente 1000 €, destinati ai collaboratori esterni della ‘Notte delle Stelle’).
Innanzitutto la scelta degli spettacoli che, in gran parte, poco hanno a che fare con la tradizione ponzese e con la nostra storia. Al di là di alcune manifestazioni musicali e teatrali di qualità, ci si è sentiti ancora una volta colonizzati, “costretti” a subire “il verbo” che ci veniva dettato da fuori, con poca attenzione alle produzioni locali, salvo qualche spettacolo-spot ad usum delphini.
Ci domandiamo se veramente questo tipo di intrattenimento estivo sia in grado di migliorare l’ospitalità dell’isola o piuttosto non spinga Ponza verso una deriva qualunquista e generalista che non solo la snatura, ma la falsifica.
I veri appassionati della nostra isola la amano perché vi ritrovano ancora ‘lo spirito del luogo’, vera molla perché la gente si sottoponga ancora a lunghe ed estenuanti traversate e alle scomodità di cui ancora soffriamo.
Ponza racconta sta da anni lavorando perché questa ‘anima di Ponza’ venga riscoperta, conservata e valorizzata.
La partecipazione ad alcune iniziative promosse dal nostro sito hanno trovato nel pubblico buona adesione e suscitato grande interesse.
Dalle manifestazioni di presentazione di libri, come quello di Tina Mazzella, alla presentazione dell’Erbario ponzese portato avanti con i ragazzi delle Scuole (progetto ancora in svolgimento); dalla Mostra di corredi antichi nella chiesa di Santa Maria con l’evento dell’Appriezzo; alle due “Notti delle Stelle” che si sono svolte a Calacaparra; alla recentissima manifestazione “Lettere dal confino”.
E tutto questo, fatto con la partecipazione volontaria e gratuita non solo dei redattori del sito, ma di decine di appassionati.
La nostra non è una critica preconcetta; a noi molti degli eventi presentati sembrano senza alcun filo logico che li leghi e li motivi.
Veramente gli organizzatori di Ponza Estate 2013 pensano di aver migliorato la qualità del nostro turismo e l’offerta culturale? Veramente pensano che le performance ideate e proposte, abbiano aumentato il numero dei vacanzieri e allietato significativamente la loro permanenza?
A noi non sembra, almeno ascoltando le voci di tanti, ponzesi e non, che hanno assistito agli eventi promossi.
Possibile che un’amministrazione non abbia la sensibilità – e oseremmo dire la cultura – di offrire il meglio delle nostre caratteristiche, come per esempio è avvenuto con la “Serata eno-gastronomica” del 27 luglio, con la riscoperta delle nostre tradizioni culinarie?
E poi, siamo veramente sicuri, come il comunicato stampa lascia intendere, che è aumentato il numero dei turisti in questa estate 2013?
Dai primi dati in nostro possesso sembrerebbe proprio di no; e in ogni caso la relazione con una più variegata offerta di intrattenimento sarebbe tutta da dimostrare.
Lanciamo l’invito a promuovere delle sinergie e a cercare per il futuro – attraverso una maggior collaborazione – di migliorare le proposte culturali attraverso la valorizzazione delle risorse e della creatività isolane. Eventualmente distribuite nel corso dell’anno e non concentrate solo nei mesi estivi.
vincenzo
17 Settembre 2013 at 18:54
Cara redazione, l’esordio di questo articolo è a mio avviso infelice: “Per dovere redazionale abbiamo pubblicato il Comunicato Stampa di Ponza Estate 2013”.
Si può, si deve dissentire senza ostentare di avere una discrezionalità di concedere un permesso. Lasciamo ad altri “poteri” di fare questo.
Per quanto riguarda il contenuto dell’articolo della redazione io non mi soffermerei sui costi ma certo sui contenuti, e soprattutto sugli scopi e i fini di queste manifestazioni.
Che cosa rimane di concreto, stabile per cui riproducibile, migliorandola, della organizzazione di Ponza Estate 2013?
Che cosa rimane all’isola in termini di offerta culturale che possa includere, stimolare e coinvolge altri potenziali attori a partecipare rendendo le manifestazioni più aderenti agli scopi che per me rimangono quelli di dare al turismo una funzione che migliori la qualità della vita dei residenti.
L’errore è invece quella di servire questo turismo, questo commercio turistico che rimane opportunità da sfruttare per cui anche le manifestazioni estive, diventano un passatempo da consumare.
Ci sono nell’organizzazione di Ponza Estate persone di valore, ricordo per esempio Cordella, persona di grande passione per l’isola e cultura, che possono essere un ottimo punto di riferimento per chi vuole ampliare, migliorare e dare al turismo una funzione economico-sociale-culturale e non solo “prendi il malloppo e scappa/consuma e dimentica”.
Ma su questo penso siamo tutti d’accordo, dopotutto il Sindaco ha detto che vuole un’altra isola. Cerchiamola insieme con azioni coerenti e costanti nel tempo.
Ponza racconta con la sua redazione e con le sue manifestazioni ha detto fin da oggi, agli organizzatori di Ponza Estate, che è pronta a collaborare: mi sembra una buona cosa.
Francesco Ambrosino
18 Settembre 2013 at 13:55
L’amministrazione da sempre ha aperto al dialogo e alla partecipazione con tutte le realtà dell’isola. Nella fase organizzativa di Ponza Estate, nel marzo scorso, ha chiesto per iscritto ed anche con incontri pubblici alle varie associazioni dell’isola, di partecipare alla rassegna. A tutte quelle che si sono proposte ha riconosciuto un contributo.
Ogni azione pensata o realizzata è stata quindi, anticipata da una nota informativa che spesso è stata veicolata all’esterno tramite proprio il sito ponzaracconta.
C’è stata da sempre una nostra partecipazione e attenzione all’attività del sito scevra da pregiudizi e indifferente alle diverse posizioni ideologiche.
L’ultimo redazionale però, ci pone degli interrogativi sulla opportunità di continuare su questa strada. Non ci preoccupa ovviamente la divergenza di opinioni ma quello che ha evidenziato prontamente Vincenzo nella sua risposta e cioè la vostra presunzione di poter arbitrariamente censurare note ufficiali dell’Amministrazione. Ci consta che lo avete già fatto in altre occasioni. Di soppiatto, senza dirlo a nessuno. Adesso, invece, addirittura lo dichiarate, ne fate un manifesto pubblico o sarebbe più opportuno dire politico. Fossi in voi me ne vergognerei. Non sono il Sindaco e non mi posso arrogare simili libertà ma dipendesse da me, eviterei totalmente di considerarvi.
Questo ve lo dice uno che a Ponza è nato, ci ha vissuto e ci continua a vivere e non venitemi a raccontare chiacchiere sul vostro attaccamento all’isola, alle sue tradizioni e al disagio di vivere sull’isola…. aria fritta, facilmente dimostrabile.
Silverio Tomeo
18 Settembre 2013 at 15:58
A me che un sito impegnato culturalmente critichi con ampia argomentazione la sciatteria e l’approssimazione del programma dell’Amministrazione comunale su Ponza Estate 2013 e sul ridicolo Premio Caletta mi sembra ampiamente ragionevole e legittimo. Avrebbe detto il sindaco Vigorelli che vuole “un’altra isola”, ebbene nell’Egeo ne può trovare quante ne vuole…
Luisa Guarino
18 Settembre 2013 at 20:12
Se c’è una parola che non conosciamo è proprio ‘censura’, poiché consideriamo primario il diritto-dovere d’informazione; quindi abbiamo pubblicato e continuiamo a pubblicare anche le cose che non condividiamo. Proprio come nel caso del comunicato stampa ‘autocelebrativo’ inviato dall’ufficio stampa di Ponza Estate.
Ma ciò non esclude naturalmente poi il nostro diritto di critica a una manifestazione-contenitore come la rassegna che ha occupato l’estate 2013 di Ponza.
Un cartellone che, come hanno avuto modo di constatare tutti, tranne qualche eccezione, ha inglobato iniziative e manifestazioni che si programmano da anni e anni.
Un esempio per tutti? Addirittura la festività di San Silverio. Per quanto riguarda poi alcune ‘scoperte’ più recenti, ricordiamo a chi ha la memoria corta che ad esempio Francesco Cordella, lo spettacolo dei burattini e altre forme di animazione, hanno già fatto parte a suo tempo insieme a tanti altri momenti anche della manifestazione “Ponza Stellata”, una sorta di notte bianca organizzata, non ricordo se nel 2009 o 2010, dall’allora delegata al turismo Maria Pagano.
Martina Carannante
19 Settembre 2013 at 10:09
Ho riletto attentamente l’articolo pubblicato dalla Redazione, che approvo non solo parchè ne faccio parte, ma soprattutto perché dice delle cose lecite e che ho sostenuto tutta l’estate: Ponza Estate è stato solo un diversivo per distogliere tutti dai veri problemi; la si poteva chiamare benissimo Estate 2013 perchè di Ponza c’era poco o niente, su 60 serate di ponzese abbiamo: festa di S. Silverio, sono secoli che si festeggia così come la festa dell’Assunta; eventi Ponza racconta: n° 5-6, eventi Cala Felci, n° 2, serata dedicata ad Ernesto, teatro: n° 6 serate: un unico libro ponzese presentato nelle serate di “Ponza d’Autore”; “Premio Caletta: nella serata conclusiva la banda ha suonato 15 minuti…
Signor Vincenzo, Professore, è inutile che tiri la pietra e nasconda la mano, parli chiaro, visto che, tra l’altro, di queste pagine se ne serve ampiamente. Cosa vuol dire: “Si può, si deve dissentire senza ostentare di avere una discrezionalità di concedere un permesso. Lasciamo ad altri “poteri” di fare questo”
Siamo di parte?? Di chi?? Alcuni conoscenti ci accusano di essere “Vigorelliani”; Ambrosino jr. addirittura ci addita come “Balzaniani!; Professore lei ci accusa di essere di parte??
Spiegateci di chi, perché a me risulta che l’unica parte da cui stiamo è quella di Ponza.
Mi chiedo: quando si apre questo sito, il frontespizio lo si legge o si controllano solo gli articoli? Proprio lì è spiegato l’intento del sito.
Poi, se si è abituati a esser subdoli o a vedere il marcio dappertutto, allora è un’altra cosa.
Professore: lei sproloquia, ma noi popolo, che leggiamo e cerchiamo di capire i suoi scritti, vorremmo comprendere la sua idea di turismo, vorremmo realmente sapere lei per Ponza cosa vuole fare, per ora poco abbiamo visto e ancor meno abbiamo capito.
Assessore: non immagina neanche quante cose vorrei dirle, ma di certo non lo farò qui, rispetto troppo questo luogo e le persone che collaborano con me. Una domanda però vorrei fargliela: – Lei ama Ponza?
Sicuramente ci vive tutto l’anno, e questo già è apprezzabile, ma quello che scrive qui proprio non lo riesco a condividere. Noi ci dovremmo vergognare? Di cosa?? Di non nasconderci dietro un dito? Di dar la possibilità a tutti di parlare e discutere?
Le dirò di più, proprio perchè per me la trasparenza è la prima cosa. Lei parla di censura, io molti sproloqui elogiativi li avrei debellati e non censurati, ma proprio perchè siamo in una democrazia (a molti il concetto non è chiaro) questo non è stato possibile e con il senno di poi capisco che è stata la scelta giusta. I ponzesi devono sapere, si devono rendere conto ed essere liberi di ragionare dopo aver valutato tutte le possibilità.
Ormai l’estate si è conclusa, Ponza è di nuovo nella desolazione e con i medesimi problemi di sempre; nulla è cambiato e questa è l’unica cosa chiara e visibile a tutti.
Enzo Di Giovanni
19 Settembre 2013 at 12:09
Sto leggendo e rileggendo questa discussione, ma faccio fatica a trovare un bandolo.
In verità la matassa non è neanche troppo intricata: i punti focali sono pochi.
Uno.
Ponza racconta è un sito che nei suoi 3 anni di vita ha mantenuto una costante: quella di riuscire a rappresentare le voci di tutti, pur avendo una redazione e di conseguenza una “poetica” di fondo (il che non vuol dire avere le stesse opinioni, anzi).
Impresa titanica, in un paese controverso come Ponza, ma riuscita, anche se per mantenere questa rotta abbiamo dovuto incassare critiche a destra e a manca, come giustamente rimarca Martina.
Ma queste critiche sono il segno tangibile del nostro successo: quando molti frequentatori del sito ci accusano di essere “filobalzaniani” ed altrettanti di essere “filovigorelliani”, o “filoferraiuolo”, vuol dire che l’obbiettivo (che ripetiamolo fino alla nausea è quello di dar voce a PONZA) è stato raggiunto.
E la riprova del successo sta nel sempre maggior numero di frequentazioni, di chi cioè frequenta il sito apprezzando, oltre ai contenuti, il nostro non essere di parte in una comunità da sempre lacerata da divisioni epocali.
No, non faccio fatica a trovare un bandolo. In realtà sono solo molto amareggiato.
Posso capire gli obblighi che il “ruolo” gli impone, ma vorrei ricordare a Franco, a cui mi legano anni di amicizia e di comune sentire, che essere amministratore è una situazione incidentale che soprattutto in un paese piccolo come Ponza capita a tanti, ma è appunto una condizione temporanea. Prima di tutto siamo uomini.
Quando è capitato a me di essere consigliere comunale, ho sempre accettato di buon grado le eventuali critiche, anche (e forse soprattutto) quelle che ritenevo essere assolutamente ingiuste.
Alle critiche si risponde in merito: è questo il sale della democrazia.
Invece Franco cosa fa? Additando un ipotetico atteggiamento censorio (che Ponza racconta non ha MAI tenuto) confonde (e questo è grave!) il diritto di critica (legittimo) con la censura (che non c’è stata): di fatto il bavaglio della censura lo mette lui su questa discussione. Senza di conseguenza entrare nel merito di alcuna questione.
La mia non è una sfida, caro Franco, ma piuttosto un invito a riconsiderare quanto da te scritto, forse in un momento di rabbia. Ci sta.
Sai benissimo che bisogna guardare la luna, non il dito. E la nostra luna è aiutare a fare di Ponza una comunità unita e solidale, in cui le eventuali divergenze servano solo a migliorare la qualità della vita, ad offrire nuove opportunità di lavoro e di servizi per chi a Ponza vive e per i nostri ospiti.
E’ questo il nostro scopo, lo scopo di Ponza racconta. Mi auguro che sia anche il tuo.
Con immutata stima,
Enzo.
vincenzo
19 Settembre 2013 at 17:19
Cara Luisa, cara Martina, caro Enzo, io scrivo molto su Ponza racconta e non sono mai stato censurato ed io credo di scrivere e non certo in versi.
Ma cari amici, io non ho detto che Ponza racconta fa e ha fatto censura per essere poi additata come essere filo-Balzaniana, almeno io non ho le prove di ciò; quello che ho sottolineato è l’apertura di quell’articolo cioè quella frase: “Per dovere redazionale abbiamo pubblicato il Comunicato Stampa di Ponza Estate 2013”.
Noi tutti siamo riusciti ad avere nel nostro dibattito, anche l’amministrazione comunale, la quale è stata fino ad oggi un interlocutore attento e partecipe.
Questa scelta redazionale, che a suo tempo è stata criticata da molti lettori, è stata sicuramente un bene perché ha messo al centro del dibattito locale proprio Ponza racconta.
Ritengo che, non nel nome della politica, ma nel nome della cultura – pro e contro la quale un’amministrazione comunale al potere può incidere notevolmente – una redazione come Ponza racconta, che non solo vuole fare testimonianza ma soprattutto agire direttamente sul territorio, non possa fare a meno, per portare aventi le sue idee, dell’Amministrazione Comunale.
Franco, che di solito è un moderato, avrà avuto i suoi motivi per parlare e scrivere in quei toni; e sembrano toni, Caro Enzo, che non chiedono conciliazioni, sembrano dire in termini perentori: “che si vada ognuno per la propria strada”.
rosanna
19 Settembre 2013 at 22:35
Caro Vincenzo
come tu stesso dici, non sei stato mai censurato, né la redazione ha mai pensato di censurare, caso mai si pone e si è posto talvolta il problema della tutela di terzi, quando la richiesta di pubblicare informazioni in realtà fa passare giudizi e discrezionalità, sulle qualità delle persone e non nel merito dei fatti, che non possono essere considerate informazioni.
Richieste del genere, ce lo concedi, ci lasciano un po’ interdetti sia perché ci chiediamo se il nostro interlocutore ci considera degli sprovveduti della scrittura sia perché riteniamo che noi non possiamo essere un canale di comodo per far veicolare comportamenti che potrebbero sfociare in piazzate.
Naturalmente un’istituzione comunica nel merito dei fatti e noi non ci siamo mai sottratti alle comunicazioni ufficiali, del resto il pezzo in questione, che è più di propaganda che semplice rendicontazione finale, pur esulando da questo ambito, è stato pubblicato per lasciare comunque spazio ad una voce che nell’istituzione trova la sua origine. L’etica di chi può fare informazione ripudia la censura delle idee che non piacciono e forse anche delle parole, ma contemporaneamente, come dice Luisa, va tutelata la libertà del dissenso. Quindi non comprendo la diatriba che pare sia nata sulla locuzione “per dovere redazionale”.
Per quanto attiene alla collaborazione con l’amministrazione non vedo perché non possa continuare. Se Ponza racconta ha dato, pur dissentendo, spazio alla voce dell’istituzione, non riesco a capire perché l’amministrazione ritenga di non poter continuare a dialogare con noi.
sciarra monia
19 Settembre 2013 at 23:17
Scrivo a nome dell’Ass. Cala Felci.
Quando ho letto l’articolo sono rimasta impietrita xchè i nostri eventi non erano menzionati, con l’istinto che mi contraddistingue ho immediatamente chiesto spiegazioni, che sinceramente non ho lodato, ma nell’immediato mi sono rallegrata di non esserci come eventi, in quanto non sono ideati da Ponza Estate, ma bensì dall’associazione Cala Felci.
Per “Ponza in Tavola” c’è stato un lavoro enorme dietro, fatto di squadra e collaborazioni; con questo mio dire non voglio sminuire il lavoro di Ponza Estate, ma penso che in un articolo che parla di una stagione estiva ponzese 2013, fosse giusto e onesto dare onore a chi ha partecipato indirettamente e direttamente al progetto Ponza Estate, precisando gli ideatori dei vari eventi.
Anche xchè così facendo passa un messaggio sbagliato, cioè che a Ponza, prima di Ponza Estate, non si sia fatto mai niente; non è così, x es. l’ass. Cala Felci organizza la gara delle bancarelle sulla chiesa di Le Forna dal 2009 con la mitica Maddy.
Con questo dico che comprendo la Redazione fatta di ponzesi che non si vogliono sentire inferiori a nessuno.
Ponza ha bisogno di collaborazione e non di “prime donne”, io preferisco fare la regista. monia sciarra