Attualità

La Chiesa di San Giuseppe, a Santa Maria (2)

di Martina Carannante

La chiesa di Santa Maria. Facciata

 .

Per  la prima parte di questo articolo, leggi qui

 

Ma questa situazione diciamo pure idilliaca, di una Chiesa come punto focale e di incontro tra tutta la comunità dei fedeli, si è recentemente incrinata per una brutta storia di rivendicazioni di proprietà e diritti che ha avuto ampia risonanza nella comunità locale ed è giunta fino ai giornali provinciali.
Riprendiamo in proposito da un articolo di Latina Oggi uscito il 6 agosto 2013:

“In passato – come raccontano i fedeli – per risollevare la Chiesa di San Giuseppe dalle spese, in particolar modo dalle tassazioni statali, il parroco intestò a fin di bene la saletta al fratello, all’epoca celibe, sostenendo in ogni caso le spese con le entrate della Chiesa. Alla morte del fratello, del nostro ormai anch’egli defunto caro Parroco, l’“eredità” vale a dire la suddetta saletta, è finita nelle mani del figlio illegittimo che ad oggi, tramite anche una causa legale, vuole impossessarsi realmente e totalmente dell’immobile.
Da qualche mese, anche un medico di zona, vorrebbe “riappropriarsi” del famoso passaggio e del grottino che conduce alla saletta.
Dopo quest’ ultimo caso, i fedeli e devoti di San Giuseppe si sono molto indignati, tanto che nel mese di febbraio ci fu una vera e propria manifestazione, appoggiata dal Parroco della SS. Trinità e assistiti dai Carabinieri della squadra mobile di Ponza, poiché il suddetto passaggio fu transennato e chiuso con assi di legno e quant’altro. Il Parroco rassicurò e disse che si sarebbe interessato personalmente dell’accaduto, tuttavia ad oggi la sua affermazione non rispecchia la realtà dei fatti.
Basti pensare che nel mese di febbraio in occasione dei festeggiamenti in onore di San Silverio dei pescatori, sua Eccellenza il Vescovo di Gaeta, fece visita alla Chiesa di Santa Maria. I fedeli devoti, che preparavano ad accogliere l’inizio dei festeggiamenti in onore di San Giuseppe, in quell’occasione gli espressero le loro preoccupazioni in merito a quanto stava verificandosi nella loro Chiesa.
Il Vescovo rincuorò i fedeli dicendogli di tener duro, di incrementare le attività, di ripulire e fare manutenzione oltre che alla Chiesa anche alla saletta ed al sentiero che l’affianca. Per il resto nulla è stato possibile mettere in pratica, poiché il Parroco, così come fece Pilato: se ne lavò le mani”.

Fatto sta che, da febbraio in poi, il Catechismo è stato svolto al Porto e le Sante Messe serali, che durante il periodo estivo si svolgevano all’aperto, per dare la possibilità a tutti quelli che di giorno lavorano di santificare il giorno del Signore, da inizio Luglio, si è costretti a celebrarle in Chiesa impedendo, così, soprattutto a molti anziani che soffrono il caldo, di poter prendere parte alla Santa Messa.

Se in passato si è lottato tanto per ottenere una Chiesa salda e forte nella fede, da qualche tempo a Santa Maria non vi è più una costanza nel provvedere a difendere le anime che continuano a tormentarsi affinché sia fatta giustizia là dove non ce n’è più.

Perché è scritto:

 “Chi pianta e chi innaffia non contano nulla: chi conta è Dio che fa crescere.
Ognuno di loro riceverà la ricompensa per il lavoro svolto.
Siamo, infatti, collaboratori di Dio nel suo campo e voi siete il campo di Dio.
Voi siete anche l’edificio di Dio.
Dio mi ha dato il compito e il privilegio di mettere qualche fondamento; un altro poi vi costruisce sopra.
Ciascuno badi bene a come costruisce: il fondamento già posto è Gesù Cristo”.
(1Lettera ai Corinzi: 3,8-11)

La proprietà controversa

Il file .pdf  della pagina di Latina Oggi relativa all’evento riportato: Latina Oggi. 6 Agosto. Pag. 33

[La chiesa di San Giuseppe, a Santa Maria. (2) – Fine]

 

1 Comment

1 Comments

  1. vincenzo

    26 Agosto 2013 at 08:08

    Perché è scritto: “Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.

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