di Michele Rispoli
Nei giorni seguenti ai funerali del povero Ciro, ne commentavo con un amico più maturo di me, l’assurda morte. Se… se… se…
Però purtroppo era successo e non esistevano più se…
Questo amico mi raccontava che anche lui soffriva degli stessi disturbi di Ciro e che cinque anni prima, si era ricoverato in un ospedale di Bari per controlli ed eventuale cura.
Era ricoverato da circa una settimana quando, un giovedì pomeriggio, passò l’infermiera nella sua cameretta a quattro posti e gli disse: – Signor M. si prepari, perché domani mattina l’operiamo al cuore.
Quando l’amico mi raccontava il fatto, sembrava di vivere quel momento.
Mi diceva: – Michele, io non sapevo più cosa fare, volevo, parlare, ma non trovavo cosa dire, volevo leggere ma non ci riuscivo, volevo alzarmi ed andare via, ma avevo paura. Il mio pensiero era sempre l’operazione, l’intervento al cuore.
Non mi davo pace, avevo paura, per circa due ore sono stato all’inferno, tutto il mondo mi crollava addosso.
Pensavo sempre al peggio. Non pensavo minimamente che potessi guarire.
Ad un certo punto, in un momento di lucidità, pensai:
– Ma chi me lo fa fare di preoccuparmi..! Se mi operano, prima di operarmi dovranno addormentarmi, quindi se sono addormentato e l’operazione dovesse andare male, non mi sveglierei più.
Personalmente non avrei saputo niente, perchè dormivo, e quindi non avrei saputo della mia morte. Tu capisci?