Preparato e proposto dall’“Associazione Cala Felci” – Organizzatrice Premio Ponziano Benemerito 2013
Chiunque un giorno vorrà compiere la meritoria opera di scrivere una storia della marineria ponzese della seconda metà del ‘900, non potrà prescindere dalla figura di Cristo Buonarino, che ne è stato uno dei protagonisti di spicco.
Classe 1922, comincia quasi bambino, come tanti in quell’epoca, ad andare a pescare aragoste in giro per i mari di Corsica, Sardegna e Toscana.
Servizio Militare ovviamente in marina. Richiamato allo scoppio della guerra è imbarcato sulla nave trasporto truppe “Lombardia”, colpita a Napoli durante un bombardamento aereo e semiaffondata il 4 aprile del ’43. Colpita nuovamente il 4 agosto fu poi affondata dai tedeschi nel settembre 1943.
Dopo la guerra Buonarino torna a fare il pescatore ed in Toscana, a Marina di Campo, si specializza nella pesca della “cianciola” diventando presto un apprezzato capo pesca richiesto da tutti gli armatori. Nel 1956 si mette in proprio acquistando una barca siciliana di 22 metri: la Maria Provvidenza, che diventa la più grande cianciola ponzese dell’epoca, in cui ancora si lavora senza eco-scandaglio e la pesca delle sardine prevale nettamente su quella delle alici.
Nel 1965, insieme all’amico-socio americano Geppino Morlè, fa costruire a Castellammare di Stabia il M/P Geppino che prende il posto del Maria Provvidenza. Sono gli anni in cui l’uso dell’eco-scandaglio permette un grande sviluppo della pesca delle alici.
I pescatori ponzesi – sempre all’avanguardia – sfruttano questo filone e nel giro di un decennio finiranno col diventare una delle maggiori flotte di cianciole italiane, che arriverà a metà degli anni 70, ad armare ben 14 unità(1). Unite in cooperativa diedero vita anche a uno stabilimento per la lavorazione del pesce azzurro con sede in Anzio.
Cristo Buonarino scompare prematuramente nel 1983 e non ci sono dubbi che egli possa essere – a pieno titolo – individuato come uno dei precursori e dei massimi esponenti della marineria ponzese nel suo periodo di massimo splendore. La sua scomparsa, per una singolare coincidenza coincide con il declino di questo tipo di pesca.
Il M/p Geppino, che all’epoca era spesso tra le barche col maggior bottino di pesca, è una delle due cianciole sopravvissute al periodo d’oro. L’opera di Buonarino oggi ancora continua attraverso i figli Antonio e Luigi.
Dice di lui Augusto, uno degli ex giovani che hanno avuto la ventura di essere imbarcati sulla sua barca: “Era un capo pesca eccezionale! Uomo buono e sincero con un grandissimo rispetto e riguardo per gli uomini che formavano il suo equipaggio dal quale era quasi venerato. Nonostante fosse il padrone e il comandante era sempre il primo nei lavori più pesanti. Ricordo – aggiunge Augusto – che una volta decise di lasciare fuori dalla rete una buona metà delle oltre 1500 cassette di alici che marcava lo scandaglio, per risparmiare un super lavoro al suo equipaggio che veniva da un periodo di pesca particolarmente fruttuoso e quindi pesante. Si accontentò della metà del pesce disponibile, nonostante sapesse di andare contro la credenza dei pescatori che diceva che la barca che lasciava volontariamente del pescato a mare sarebbe stata punita dalla Provvidenza. Forse fu un caso – conclude Augusto – ma rimanemmo circa dieci giorni senza poter calare la rete in mare”.
Cristo Buonarino era anche questo: innovatore nella tradizione.
La barca di Cristo Buonarino con il titolare (a sin.) contrassegnato con un ovale
(1) Nota
M/P (Moto Pesca) nel periodo d’oro (dalla metà degli anni ’60 fino ai primi anni ’80 circa)
Nome dell’imbarcazione Proprietario/i – Capopesca
1. Pola – Pola II Fratelli Feola
2. Fratelli Feola Giuseppe, Peppe e Vittorio
3. Geppino Cristo Buonarino
4. Zaza Gennaro Di Meglio detto Portazero*
5. Michelangelo “idem”
6. Apollo 12 Franco Di Meglio detto Portazero*
7. Giosuè Di Scala Tommasino
8. Isabella Scotto di Sandolo Ciro detto Girotto ’i Moisé
9. S. Luca – S. Silverio Pagano Biagio
10. Pompea Salvatore Mazzella detto Cummarella
11. Astor Verbini Silverio detto Curzechese
12. Marea Ambrogio di Anzio
13. Nadia Avv. Guido Porru
14. Alessandra “idem” (comandata da Peppe Feola)
(*) – Portazero era il soprannome del papà di Gennaro e Franco i quali di conseguenza sono “i Portazero”