di Giuliano Massari
Ho visto su Ponza racconta del 10.07.2013 l’interessante foto panoramica della cisterna della Dragonara ed ho letto il commento della sig.ra Rita Bosso integrato dalle planimetrie di alcune cisterne esistenti sull’isola.
Di quella della Dragonara esiste anche un raffinato disegno attribuito al Winspeare.
Ho appreso che l’inaugurazione e l’accesso al pubblico sono previsti per la fine del corrente mese di luglio.
Se la Redazione ritiene di ospitare queste mie considerazioni, mi sia permesso di dire: FINALMENTE! e di complimentarmi con l’Amministrazione comunale e nella fattispecie con il suo Sindaco che sono riusciti a dare questo importante segnale di intelligenza nei confronti delle emergenze archeologiche esistenti sull’isola, di cui rappresentano ancora un patrimonio: quelle che sono riuscite a scampare alla ignoranza della popolazione e soprattutto alla indifferenza irresponsabile delle passate amministrazioni, ben diversamente impegnate, fatte salve rare eccezioni quale il mandato agli studi sugli impianti idraulici eseguito da Leonardo Lombardi.
Per anni, salvo rarissime pubblicazioni, tra le quali quella della Regione Lazio, i ponzesi ed i turisti interessati hanno conosciuto l’esistenza delle cisterne romane e le relative planimetrie soltanto nel museo di Ventotene!
Una volta, alla mia sorpresa il sindaco Beniamino Verde mi rispose che “Ponza era una frazione di Ventotene”. Sic!
Planimetria della grande Cisterna in via Parata: in giallo i pozzi di luce e di presa d’acqua; in marrone le strutture moderne, elevate per ricavare vani abitabili a ridosso della cisterna; in verde le murature antiche di rinforzo (“Le Isole Pontine attraverso i tempi” a cura di G. M. De Rossi, 1986 – Guido Guidotti Editore)
È stato saggio cominciare dalla cisterna della Dragonara che, pur non essendo tra le più grandi del sistema di raccolta idrica dei Romani, probabilmente è la meglio conservata ed è tra le più “centrali” del paese e forse per questo ha resistito, a differenza di altre, ad alcuni tentativi di manomissione: allora le relative denunce ovviamente caddero nel vuoto.
Ricordo che i proprietari confinanti, miei amici, mi raccontavano come alcuni anni fa nella cisterna ci fossero ancora parecchi centimetri d’acqua e ci si potesse navigare con una piccola imbarcazione.
Bene. La mia speranza ed il mio invito è di non interrompere questa lodevole e importantissima opera di recupero.
Credo di conoscere le enormi difficoltà del percorso, rese ardue anche dagli scarsi mezzi disponibili.
A questo proposito mi permetto di suggerire alla Amministrazione la redazione di fascicoli illustrativi di ognuna di queste restituzioni: potranno sicuramente destare l’interesse di molta gente e forse avere anche un importante ritorno turistico.
Gennaro Di Fazio
11 Luglio 2013 at 00:58
Sig. Massari,
quell’affermazione “…ignoranza della popolazione e soprattutto alla indifferenza irresponsabile delle passate amministrazioni” se la poteva anche risparmiare. Non credo che con questa affermazione si sia elevato a alto critico d’arte o amante dell’archeologia che benché lo fosse, comunque non ha diritto di offendere una popolazione interna né quelle delle passate amministrazioni senza peraltro conoscere tutte le varie vicende che hanno portato a tale situazione. Inoltre non ho capito cosa volesse intendere con il riferimento al sindaco di Ventotene: “Una volta, alla mia sorpresa il sindaco Beniamino Verde mi rispose che Ponza era una frazione di Ventotene. Sic”. Anche questa, mi permetta, mi sembra di basso profilo intellettuale; pertanto la prossima volte che tenta di fare un commento, cerchi di essere più rispettoso di tutti, anche perché di persone come lei noi ponzesi ne abbiamo le scatole piene.
Gennaro Di Fazio
Rita Bosso
11 Luglio 2013 at 08:41
Caro Gennaro,
consentimi di non condividere i toni ed il contenuto del tuo commento. Come membro della redazione del sito – di cui tu sei stato fondatore – sono onorata di avere tra i lettori l’arch. Massari, e spero in altri suoi interventi; ritengo che il suo libro “E’ stata dura” sia tra i maggiori contributi alla conoscenza della storia dell’isola, per rigore nella trattazione e per chiarezza espositiva. Che della Cisterna della Parata sia stato fatto scempio (da ponzesi e non) è un’evidenza; altrettanto evidente è che il recupero del sito stia a cuore a tutti (o quasi). Sarà pur vero che l’architetto Massari sta “sulle scatole” a qualche ponzese (ma non si può dire lo stesso di ciascuno di noi?), tuttavia è innegabile che gode della stima e dell’amicizia dei più.
Gennaro Di Fazio
11 Luglio 2013 at 11:53
Cara Rita,
il mio commento era semplicemente a difesa della popolazione Ponzese (a cui io sono affettuosamente legato e so di appartenere e non solo per esserci nato e vissuto, ma per i legami ed i ricordi che con essa mi stringono) e delle passate amministrazioni (di cui io ho fatto parte), non contro l’architetto Massari in quanto professionista, ma come persona che, come tanti, si dicono amanti dell’isola e poi denigrano una popolazione intera o tutte le amministrazioni precedenti, senza differenziare i furbi dalle persone perbene.
Il mio commento potrebbe continuare ed allargarsi su tanti altri argomenti e situazioni similari, diventerei polemico e noioso, tuttavia per rendere meglio l’idea del mio pensiero, mi sia concesso ricordare un passo della poesia “Forse la mia ultima lettera” di Nazim Hikmet dedicata al figlio
……………………………..
Non vivere su questa terra
come un inquilino
oppure in villeggiatura
nella natura
vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre
credi al grano al mare alla terra
ma soprattutto all’uomo.
Ama la nuvola la macchina il libro
ma innanzitutto ama l’uomo.
Senti la tristezza
del ramo che si secca
del pianeta che si spegne
dell’animale infermo
ma innanzitutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terrestri
ti diano gioia
che l’ombra e il chiaro
ti diano gioia
ma che soprattutto l’uomo
ti dia gioia.
…………………………
P.S.
Mi dispiacerebbe molto se questa discussione rimanesse solo tra noi due, gradirei che si allargasse tra i tanti che amano veramente questo “scoglio”, soprattutto in inverno, e quella popolazione “ignorante” che vi è costretta a vivere in condizioni sempre più difficili.
Gennaro Di Fazio
vincenzo
11 Luglio 2013 at 16:07
Cara Rita, invece di prendere le distanze da Gennaro dovresti mostrare il cartellino giallo a Giuliano, che tutti noi conosciamo essere persona di cultura, conoscitore profondo della ponzesità nel tempo, quella ponzesità che lui ha amato, cercandola nelle particolarità antropologiche isolane.
La generalizzazione fatta in questo articolo da Giuliano: “quelle che sono riuscite a scampare alla ignoranza della popolazione e soprattutto alla indifferenza irresponsabile delle passate amministrazioni”, lo pone in modo molto tardivo a prendere le distanze da uomini con i quali, Lui, nel tempo, ha stretto una profonda amicizia, esaltando doti e condividendone valori. Non faccio l’elenco volutamente.
Il popolo ignorante delega il potere da almeno 300 anni alla politica in “libere elezioni” ed elegge amministratori, che a volte possono scegliere di aprire uno ospedale o fare un porto e un altra volta scelgono di aprire una cisterna romana.
Caro Giuliano io amo i politici che hanno un progetto generale e organico e ogni loro azione amministrativa ha una logica di sviluppo complessiva.
Hai parlato di Beniamino Verde, quello sì che aveva un progetto complessivo: aveva il potere, si dimise, per ripresentarsi con un progetto diverso e innovativo, fu rieletto e quindi coerentemente, con il consenso dei cittadini, attuò la riserva marina e tutto quello che è venuto dopo.
Bene la cisterna Romana, bene sarà la prosecuzione di questa azione amministrativa, aprendo e liberando altri siti archeologici inglobati in interessi privati, ma tutto questo deve essere sostenuto dal consenso; è solo il consenso che dà la forza per avere un successo duraturo che cambia le sorti di un paese.
Ciao Vincenzo
Michele Rispoli
11 Luglio 2013 at 19:30
Sicuramente è interessante la partecipazione e la voglia di salvare le cisterne romane ponzesi: il Rifugio della Parata in particolare.
Siamo certi della titolarità?
Sappiamo di chi sono?
Abbiamo titoli validi?
Oppure tutti questi siti appartengono a quel ‘Demanio’ usucapibile ed alienabile?
Luigi Di Meglio
11 Luglio 2013 at 22:13
Siamo all’inizio di un percorso che, se ben organizzato e finanziato, potrà dare ulteriore respiro all’economia isolana. Non sono molto interessato alle cause che hanno portato ad un quasi totale abbandono delle risorse archeologiche ponzesi. Credo, piuttosto, che sia utile capire come recuperare ulteriori pezzi della nostra storia. Sarebbe utile, ad esempio, focalizzare l’attenzione sull’iter amministrativo relativo alla gestione del futuro museo comunale o dello stato di conservazione del Mitreo.
susyscarpati
21 Luglio 2013 at 04:23
Arrivo un pò in ritardo sulla discussione e sinceramente l’affermazione di Giuliano mi lascia molto stupita… lo conosco da anni e mi addolora che una persona che i ponzesi considerano “amico di lunga data” faccia delle affermazioni così leggere.
Ponza e i ponzesi ti hanno sempre fatto sentire a casa e non è questa la “moneta” che ci spetta di ricompensa.