di Michele Rispoli
Picicco Silverio, impiegato delle Poste Italiane e reggente dell’Ufficio postale di S. Stefano, nel periodo in cui il penitenziario di S. Stefano era all’apice della popolarità.
Picicco, appassionato cacciatore, aveva un’intera isola a disposizione, essendo colà l’unico cacciatore: quaglie, tortore, beccacce, ecc.
Un giorno arrivò a comando delle Guardie Carcerarie un maresciallo che poco amava la caccia e quindi trovava tutti i pretesti per bloccare l’attività venatoria di Picicco.
…Troppo vicino alle case …troppo vicino alla costa, ecc…
Un giorno, vista la giornata ed il momento favorevole, Picicco, chiese al militare:
– Comandante, se un cittadino come me, manda a quel paese un maresciallo in divisa, che reato compie?
– Silverio – rispose il Comandante grave –, non scherzare! …C’è l’arresto immediato!
Picicco: – E se invece di mandarlo a quel paese ad alta voce, ‘pensa’ di mandarlo a quel paese, è pure reato?
Il Comandante: – E no, in questo caso non c’è reato, perché nessun sente niente.
Da quel giorno, Picicco, tutte le volte che incontrava il Comandante, lo salutava e gli diceva: – Comanda’, io vi sto pensando, eh!
silverio lamonica1
17 Giugno 2013 at 22:42
Ferragosto di diversi anni fa. Silverio Picicco decide di portare la sua famigliola su una spiaggetta per il rituale bagno e colazione. Silverio dirige la barchetta verso una simpatica caletta nei pressi del Calzone Muto.
A terra c’è però una coppietta e il ragazzo, un po’ infastidito, gli fa: “Veramente siamo arrivati prima noi”. Come a dire “Per piacere se ne vada”. Ma Picicco, tomo tomo replica: “Da quando tempo state qui?”
“Oltre mezz’ora”, risponde il giovane un po’ piccato.
“Io invece sto qui da quasi cinquan’anni, perciò sono arrivato prima di lei!”