di Lino Catello Pagano
I passi sul selciato nei meriggi assolati
le lucertole a bocca aperta a respirare vita,
due cani che si rincorrono ringhiando
e il vecchio da lontano che urla per evitare la zuffa.
Ponza isola dei profumi,
sì ginestre ma pure vino,
lo respiri da lontano l’odore del raspo inacidito,
arriva dritto alle narici.
Fa parte dei tuoi profumi natii.
Tra gli scogli e il mare, una lingua di sabbia,
dove l’onda nascosta a tutti
va a rigirarsi su se stessa,
si arrotola fin nella sabbia calda,
dove orme di piedi lasciati da ragazzini,
sono di colpo cancellate.
E torna la quiete nell’arenile.
Un granchio operoso fa capolino
da un buco nella sabbia,
le sue chele svettano a mostrar la sua forza.
Un polipetto gioca con una stella marina;
allunga le sue braccia la tocca e si ritira più in là
una bottiglia dal collo lungo vuota e trasparente,
lui farà il prepotente
si appropria di quel luogo, si prepara al suo riposo,
nell’ondeggiare della marea un anemone si dondola
aspettando di agguantare con i tentacoli
cibo per sfamarsi.
Un pescatore seduto sul molo nell’attesa,
lancia la sua esca in mare,
ma anche i pesci sono a riposare,
non si muove un alito di vento
è calma piatta dappertutto,
mentre l’isola riposa, un gabbiano solitario
lancia i suoi gridi al pescatore
per un pesce in regalo.
A te isola.