a cura della Redazione, in collaborazione con Linda Mastropietro e Simone Casalino
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’A cammumille – camomilla, Matricaria chamomilla, Fam. Compositae (o Asteraceae) – è una pianta erbacea annuale, molto diffusa, conosciuta ed usata a Ponza e ovunque in Italia.
La pianta ha radici a fittone e un portamento cespitoso (cioè a piccolo cespuglio, con più fusti che partono dalla base, più o meno ramificati nella porzione superiore). L’altezza non supera in genere i 50 cm nelle forme spontanee.
Poiché ci sono diverse specie di margherite, grandi e piccole con i petali bianchi e il cuore giallo arancio, per essere sicuri che si tratti proprio della camomilla conviene stropicciare il capolino tra le dita; l’odore è del tutto caratteristico.
La camomilla – ma qualunque altra umile margherita – ci dà l’occasione di approfondire la struttura di tutte le Compositae e contemporaneamente, fornisce la spiegazione del nome di Famiglia. Il fiore è infatti costituito da numerosi elementi a formare una struttura più grande (a volte anche molto grande; basti pensare al girasole! – v. ultima foto). Così come la forma radiata dei petali intorno ad un cuore centrale spiega l’altro nome (sinonimo) – Asteraceae – della Famiglia.
I fiori sono riuniti in capolini che costituiscono un’infiorescenza composita (da cui il nome dell’intera Famiglia) e sono di due tipi (vedi nelle tre immagini che seguono): quelli marginali, provvisti di una ligula bianca e quelli interni, piccoli e giallastri)
L’infiorescenza è costituita da un gran numero di veri fiori, di due tipi : quelli marginali, provvisti di una ligula bianca e quelli interni, piccoli e giallastri, che nelle immagini schematiche di sopra e qui sotto si vedono aperti e in boccio.
Della camomilla, per gli usi casalinghi, vengono in genere raccolti le infiorescenze, preferibilmente dopo che hanno perso i petali ma prima si essicchino sulla pianta stessa. La comune modalità di raccolta consiste nel far passare fra le dita gli steli della pianta in maniera tale da raccogliere solamente i fiori, evitando una lunga fase di pulitura. I capolini quindi si essiccano disponendoli in strato sottilo all’ombra; si conservano poi in recipienti ermetici di vetro al riparo da luce e umidità.
Da questi fiori si producono infusi che notoriamente vengono utilizzati per i loro effetti leggermente sedativi. Oltre che alla somministrazione orale, è possibile ricorrere all’uso di preparati di camomilla anche per nebulizzazioni, linimenti anti-stress, impacchi, colliri e collutori (questi ultimi anche assieme alla malva).
La camomilla è anche dotata di buone proprietà anti-infiammatorie, locali ed interne, e costituisce un blando rimedio calmante per i fenomeni nevralgici (sciatica, trigemino lombaggine e torcicollo).
Le combinazioni di principi attivi contenuti nella camomilla ne fanno un buon risolvente nei crampi intestinali dei soggetti nervosi, negli spasmi muscolari e per i dolori femminili
Sono infine note le proprietà nutrizionali della camomilla nei confronti dei capelli e del cuoio capelluto; l’infuso si utilizza anche per schiarire i capelli biondi che con il tempo tendono al castano.
Un contenitore con i fiori essiccati non manca mai nelle dispense degli isolani; questa consuetudine è riportata anche dal Tricoli che ne scriveva nel 1855.
Ernesto Prudente in uno dei suoi libri – ’A sporta d’u tarallare; 1994 – riporta: – “Il decotto di camomilla veniva e viene dato come calmante ai bambini. Mischiata con la ruta e il rosmarino se ne ricava un infuso utile a combattere l’ubriachezza”.
Particolare dell’infiorescenza del girasole (Helianthus annuus – Fam. Compositae). I veri fiori
