di Vincenzo Ambrosino
Il giorno 28 maggio il comitato “Ponza nel Cuore” ha organizzato una riunione pubblica alle ore 18,30 presso “Le Querce” per discutere della imminente prossima stagione turistica. Penso che il comitato voglia illustrare l’azione di opposizione e controllo che Ferraiuolo (consigliere di minoranza e il direttivo) stiano portando avanti.
Il giorno 29 il Sindaco Vigorelli ha invitato presso i locali del Museo gli operatori economici e i cittadini per illustrare le azioni concrete che l’Amministrazione metterà in campo per far fronte alle emergenze organizzative e strutturali nell’imminenza dell’estate.
Ben vengano le riunioni, ma nella preparazione di queste, ho ascoltato affermazioni che non mi fanno stare tranquillo:
- il Sindaco ha affermato e scritto che a Ponza ci “sono due concezioni che si scontrano. C’è chi crede che il turismo a Ponza sia legato alla nautica da diporto e chi, al contrario, al turista prevalentemente terrestre.”
- le opposizioni per contrapporsi al Sindaco ho paura che facciano un’azione di retroguardia difendendo l’esistente senza sfidare l’Amministrazione alla ricerca di un nuovo che è necessario per il futuro dell’isola.
Visto che comunque si parlerà di sviluppo economico e quindi di turismo, voglio dare un mio contributo al dibattito che spero interessante e propositivo si svilupperà nei vostri incontri.
Questa esposizione è il frutto di una rielaborazione di uno studio inchiesta effettuato a Ponza nel recente passato.
Offerta turistica
– dal punto di vista dell’offerta si evidenza che è la domanda che ha influenzato le dinamiche di evoluzione dell’offerta;
– l’isola è ben posizionata in provincia sia come turisticità che come tasso di ricettività;
– vi è una notevole stagionalità delle presenze concentrata nel mese di Agosto;
– offerta essenzialmente di tipo nautico-balneare;
– quasi tutte le strutture utilizzano internet oltre al classico passaparola;
– individualismo commerciale e promozionale; non vi è una coordinata e opportuna veicolazione dell’arcipelago su internet;
– carenze nei servizi e nella professionalità per un turismo di alto livello.
Domanda turistica
– vi è un’alta percentuale di turisti abituali;
– vi è un target (fascia di mercato) della domanda variegato;
– c’è una presenza più fugace, soprattutto nelle strutture alberghiere (si rileva una mancanza di volontà degli operatori di pacchettizzare e fare marketing);
– le critiche maggiori raccolte riguardano i servizi strutturali: pulizia, trasporti, traffico, parcheggi ecc;
– molto positivi i dati sulla “customer retention” ovvero sulla capacità di fidelizzare il fruitore facendolo ritornare o consigliando a terzi il soggiorno.
A conclusione dell’inchiesta-studio, si è fatta questa domanda agli operatori turistici: cosa spinge, il turista a scegliere l’isola?
La quasi totalità ha affermato che il motivo è il mare e le risorse naturali-paesistiche; allora come mai pur consapevoli dell’importanza della variabile ambientale non si fa una scelta per proteggere e valorizzare questa risorsa?
A questa richiesta – ovvia deduzione – bisogna dare una risposta!
Fattibilità economica
‘Destagionalizzazione’ ed ampliamento del mercato turistico.
Il processo di destagionalizzazione non può essere semplicemente ridotto ad inseguire segmenti alternativi di domanda, al contrario una offerta composita va considerata in termini di una progressivo cambiamento dell’immagine dell’isola che deve vedere protagonisti e consapevoli le istituzioni locali, gli operatori commerciali, i cittadini residenti e i turisti abituali.
Rivedere l’organizzazione commerciale promuovendo l’associazionismo e la aggregazione delle categorie degli operatori economici:
– noleggiatori, tassisti, albergatori, ristoratori, agenzie, affittacamere, ormeggiatori, ecc., devono organizzarsi in associazioni;
– organizzare dove possibile i consorzi tra ditte che sviluppano le stesse attività;
– garantire una offerta commerciale meno aleatoria e possibilmente di qualità;
– aggregare l’offerta esistente in modo da raggiungere una dimensione tale da garantire condizioni di economicità alle attività di promozione;
– creare un centro di riferimento capace di accedere come operatore economico (nelle varie fiere nazionali) laddove l’offerta turistica incontra la domanda organizzata anche straniera;
– sviluppare la cooperazione e la fiducia tra gli operatori dei vari settori in un’ottica di ‘pacchetto turistico integrato’ quindi individuare una presenza locale adeguata ad operare per vendere il pacchetto in concorrenza con gli altri produttori dei servizi turistici.
Valorizzare e/o indirizzare la nuova offerta turistica verso:
Turismo nautico-balneare:
– Il problema dei problemi: mitigazione del PAI;
– proteggere il Porto di Ponza con scogliere frangiflutti;
– sviluppare un consorzio di tutte le attività di noleggio e ormeggio;
– sviluppare un PUA (piano di utilizzo arenili; regolarizzare le attività di affitto ombrelloni, sdraio e pedalò);
– trovare soluzioni definitiva per Chiaia di Luna e Frontone;
– trovare soluzioni alle problematiche di Cala Feola (convivenza diportisti-noleggiatori ed esigenze balneari); integrare in prospettiva le aspettative portuali di Cala dell’Acqua con la destinazione definitiva da Cala Feola di essere adibita alla balneazione;
– sviluppare una offerta alla domanda di tipo crocieristico.
– turismo culturale e scolastico
– organizzare itinerari paesistici e archeologici;
– allestire un Centro visite;
– rafforzare l’immagine del Museo;
Turismo verde
– migliorare l’arredo urbano;
– mimetizzare i depositi esistenti e non più concedere più autorizzazioni per quelli lungo le zone panoramica;
– ricerca e valorizzazione dei prodotti tipici e della tradizione culturale;
– prospettare un accordo con il Parco del Circeo per sviluppare una fruizione turistica ambientale con l’isola di Zannone;
Turismo giovanile
I giovani che si recano in vacanza tra i 18 e i 25 anni sono circa cinque milioni.
Una domanda formativa-culturale che a Ponza può essere colmata con una attenzione all’ambiente, alla tradizione, alla cultura.
Turismo sociale (approfondimento)
Le nuove opportunità suggerite non devono prevedere soluzioni ricettive prestabilite; le isole non possono essere visitate come compartimenti stagni ma fissati gli itinerari, i costi, possono essere integrati da tutte una serie di iniziative promosse in ambito insulare:
Birdwatching – Trekking a cavallo- Ciclo-turismo- Stage residenziale di vegetazione e flora mediterranea – Circum-navigazione di breve raggio – Corsi di acquerello – Stage di biologia marina.
Conclusioni
1) tutti i ponzesi fanno turismo sfruttando le bellezze naturali dell’isola, ma esse, quotidianamente inquinate e deturpate, presto perderanno la loro funzione attrattiva se non valorizzate e conservate;
2) l’offerta turistico-commerciale, principalmente balneare, concentrata nei mesi estivi, mostra una serie di specifiche problematiche che non le permettono di penetrare nel più ampio mercato turistico nazionale:
– individualizzazione e improvvisazione commerciale;
– assenza di organizzazione commerciale;
– mancanza di un centro visite;
– assenza di zona verde attrezzata;
– assenza di un parco giochi;
– carenze nei servizi (traffico, parcheggi, trasporti, fogne, depuratori, dissesto idrogeologico);
Occorre un progetto organico di riqualificazione turistica
1) Tutela dell’ambiente marino e delle coste;
2) Conservazione e fruizione dei beni naturalistici in ambiente terrestre;
3) Conservazione e valorizzazione dei beni culturali;
4) Riqualificazione della portualità;
5) Potenziamento delle attrezzature sportive e ricreative.
Buon lavoro, cari amici di “Ponza nel Cuore” e dell’Amministrazione Vigorelli.
Io ritengo che a questa organizzazione, a questa offerta turistica dobbiamo tendere per il prossimo futuro, per cui vi esorto ad elaborare strategie politiche, in base ai vostri ruoli – di maggioranza e d’opposizione – tendenti a raggiungere tali obbiettivi.
Agorà (in greco άγορά, = raccogliere, radunare) è il termine con il quale nell’antica Grecia si indicava la piazza principale della polis, in cui la gente si incontrava per discutere pubblicamente sui temi della vita e dell’esistenza umana (N.d.R)
vincenzo
27 Maggio 2013 at 20:11
Questa è una breve intervista fatta Folco Quilici da Francesco Di Frischia per il “Corriere della Sera”, il 23 maggio 2010
«Amo le pontine, le più belle al mondo. Ma non posso tornarci, sennò soffro»
Folco Quilici battezzò «Pontinesia» le isole: devono decidere e scegliere tra poesia e business
ROMA – «Io amo Ponza, Palmarola, Ventotene e tutte le isole che negli anni ’70 ho ribattezzato “Pontinesia”: sono le più belle del mondo, seconde solo a quelle polinesiane di Bora Bora, ma da qualche anno soffro. Non ci vado più: mia moglie non mi ci vuole più portare perché dice che mi prenderebbe un infarto…».
Folco Quilici, grande documentarista, scrittore e esperto di ambiente, esprime il suo profondo disagio nel parlare di luoghi che per lui rappresentano «un autentico paradiso terrestre, tra fondali di acqua cristallina, una straordinaria ricchezza di fauna e flora sottomarine, rocce multicolori, piccole baie e spiagge incantevoli, oltre a una posizione strategica vicina a due grandi città, Napoli e Roma».
Lei sta per tornare nelle prossime settimane in queste isole per realizzare un documentario per conto della Regione: gli imprenditori locali sono preoccupati per un eventuale crollo delle presenze in estate. Che cosa bisognerebbe fare per sostenere l’economia locale?
«È inutile nascondersi: ci sarebbe bisogno di qualche intervento perché è trascorso molto tempo da quando io, nel 1964, con la mia nuova barca di legno, che non è certo quella di Briatore, ho attraccato a Ponza».
Oggi yacht e barche sono molte di più di quelle che c’erano 46 anni fa…
«È vero, ma i problemi della Pontinesia sono gli stessi di tutte le isole d’Italia: non si sono adeguate al turismo nautico. E questo è molto grave. Si va a casaccio».
Perché Ponza, Ventotene e le altre isole non si sono adeguate?
«Non hanno scelto cosa fare del loro futuro: sono come una bella donna che non ha deciso se vuole diventare una gran dama, o fare la prostituta oppure prendere i voti e entrare in convento».
Amministratori locali e imprenditori devono quindi decidere se aprirsi al turismo di massa, di élite, o trasformare le isole in musei?
«Se si vuole il turismo, le isole vanno attrezzate e i ristoranti non possono chiedere 300 euro a persona e il giorno dopo 50 a persona, a seconda se c’è il tutto esaurito o il deserto. Certo, ognuno può fare quello che vuole: scegliere di vivere di poesia o di business, ma una scelta va fatta, come è avvenuto, ad esempio per Cortina».
Lei cosa preferirebbe?
«Non sono io a decidere. Si potrebbe chiedere a qualche architetto esperto di porti come affrontare la situazione senza distruggere l’ambiente incantevole: ne esistono tanti esempi ecocompatibili. Ponza deve decidere, ma salviamola…».